Il centrosinistra che oggi Governa la Regione e quasi tutto il resto della Sicilia comincia ad avvertire i primi scricchiolii… Da qui le prime norme dal sapore clientelare. Da qui l’arrivo dei soldi per pagare i precari dei Comuni che, per tutto il 2016, sono stati lasciati a ‘secco’. C’è anche una norma che dovrebbe consentire il trasferimento di una parte dei dipendenti delle ex Province. Con una grande incognita per questo personale. le dichiarazioni di Paolo Amenta, Giovambattista Coltraro e Fausto Raciti
In un clima da ultimi giorni di Pompei il Parlamento siciliano ha approvato ieri la legge sull’esercizio provvisorio per i primi due mesi del prossimo anno e la proroga dei contratti per i lavoratori precari con il corollario di improbabili stabilizzazioni per precari ASU, PIP e via continuando con le varie sigle. C’è anche una norma che dovrebbe trasferire il personale delle ex Province nei Comuni (su questo particolare contiamo di leggere cosa c’è scritto nel testo che ancora non abbiamo tra le mani: da quello che abbiamo capito non si escludono licenziamenti di fatto).
Come abbiamo scritto ieri sera, la legge prevede anche nuove ‘infornate’ di precari (come potete leggere qui). Ed è anche ‘logico’: stanno per arrivare le elezioni e il centrosinistra che controlla la Regione, quasi tutti i Comuni, tutte le ex Province e tutto il sottogoverno comincia a sentire mancare il terreno sotto i propri piedi. Così risponde con l’unico strumento in grado di assicurare clientele e voti: nuove assunzioni di precari.
E la politica della disperazione. Il PD e gli altri partiti di centrosinistra – UDC, Nuovo Centrodestra Democratico e le varie ‘frattaglie’ che appoggiano il Governo di Rosario Crocetta – sanno che tantissimi Siciliani sono stanchi di un Governo che, dal 2008 ad oggi, ha creato alla Sicilia solo enormi guasti economici, finanziari, sociali e politici. Ma sanno anche che le tantissime famiglie della nostra Isola ridotte alla povertà possono essere ‘agganciate’ là inserendo tra i nuovi precari il capo famiglia o la moglie, lì i figli e, magari, anche i nipoti.
Le nuove assunzioni a tempo determinato potranno essere ‘pilotate’ negli uffici della Regione, nei Comuni e nella sanità. I più ‘fortunati’ dovrebbero essere questi ultimi.
Il Governo regionale e la maggioranza che lo sostiene, infatti, da qualche anno a questa parte, hanno ‘scoperto’ che si possono distrarre soldi dal Fondo sanitario regionale per pagare i precari.
In verità, i giudici della Corte dei Conti per la Sicilia, in un’audizione presso la commissione Bilancio e Finanze dell’Assemblea regionale siciliana, hanno fatto presente che non si possono utilizzare i fondi della sanità per pagare personale precario (che, in alcuni casi, non ha nulla a che spartire con la stessa sanità). Ma l’avvertimento dei giudici contabili, almeno fino ad oggi, non ha sortito alcun effetto.
Anzi, da quello che apprendiamo – e che approfondiremo con il testo di legge tra le mani – sembra che i precari intruppati senza concorso nelle Aziende ospedaliere e nelle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) verranno stabilizzati con le risorse del Fondo sanitario regionale!
Invece di potenziare la sanità siciliana si stabilizzano precari, in barba alle indicazioni della Corte dei Conti. Tanto il Commissario dello Stato che dovrebbe impugnate tale norma – palesemente incostituzionale! – non c’è più e una vergogna del genere finisce per essere avallata da un ‘patteggiamento’ tra il Governo nazionale e il Governo regionale, entrambi a guida PD. Tutto questo è semplicemente incredibile!
Resta da capire come verranno pagati i nuovi precari. Solo in queste ore si ha notizia dell’arrivo dei 180 milioni di Euro che dovrebbero servire per pagare i circa 14 mila precari dei Comuni dell’Isola a valere sul 2016. Sono i soldi di quest’anno che la Regione inizierà ad erogare il prossimo anno (così almeno si dice, perché nella Regione siciliana non sempre ai ‘pagherò’ corrisponde la disponibilità di ‘cassa’).
Con molta probabilità, con l’arrivo di questi 180 milioni (per ora sulla carta) la Regione e il Governo nazionale sperano che le banche tornino a far credito ai Comuni dell’Isola, se è vero che, in tanti casi, il sistema creditizio inizia a considerare i Comuni siciliani dei ‘cattivi clienti’ come potete leggere qui di seguito:
Sorpresa: lo Stato sta utilizzando i beni dei Comuni siciliani per garantire il proprio debito pubblico
L’assunzione di nuovi precari ha anche un altro significato politico. Il centrosinistra siciliano ha capito che un ciclo politico si va esaurendo. Alla fine, nel 2012 – quando per altro le condizioni elettorali erano favorevoli – Rosario Crocetta è stato eletto presidente della Regione con meno di 620 mila voti di coalizione.
Alle elezioni regionali del prossimo anno i vari ‘capi’ del centrosinistra siciliano e i maggiorenti del PD romano sanno che, con molta probabilità, perderanno le elezioni. Con la nuova ‘infornata’ di precari, che gestiranno in campagna elettorale, da un lato cercheranno di ridurre le perdite e, dall’altro lato – elemento politico, questo, molto importante – lasceranno a chi verrà una Regione ingovernabile.
Chi arriverà dopo Crocetta si ritroverà con un esercito di precari da pagare. Troverà precari negli uffici della Regione, nei Comuni, nelle ex Province, nelle società controllate da Regione, Comuni ed ex Province, nei Consorzi di Bonifica, negli uffici dell’ESA (che non è mai stata sbaraccata), in tutti gli altri enti regionali, nelle Aziende ospedaliere, nelle Aziende Sanitarie Provinciali e via continuando.
Insomma, chi vincerà le elezioni regionali siciliane del prossimo anno si ritroverà, di fatto, con una Regione siciliana a finanza derivata, con lo Stato che, calpestando lo Statuto, ormai da qualche anno, trattiene entrate finanziarie che sono di pertinenza della Regione.
Abbiamo raccontato con quale coraggio e con quale passione civile la Sardegna – Regione a Statuto autonomo governata da gente seria e non da ‘ascari’ da quattro soldi – lotta per avviare la riscossione delle imposte con una propria Agenzia delle Entrate, come potete leggere qui di seguito:
“Lo Stato dichiara guerra alla Sardegna: vige la regola della prepotenza”
Ma noi, in Sicilia, purtroppo, non solo siamo amministrati da ‘ascari’, ma dobbiamo fare i conti con due ‘Patti scellerati’, firmati da Crocetta con l’allora Presidente del Consiglio, Renzi, che impoveriscono ulteriormente la nostra Regione.
Insomma, chi vincerà le prossime elezioni regionali siciliane troverà una Sicilia con le ‘gomme a terra’. L’unica speranza è che, a livello nazionale – le elezioni politiche nazionali sono previste per la primavera del 2018, a meno che non si dovessero sciogliere in anticipo le Camere – il PD subisca una sconfitta.
Con un Governo nazionale senza PD la Regione siciliana potrebbe avere qualche possibilità in più di iniziare a risalire la china.
Quella approvata ieri sera dall’Ars è la prima legge clientelare. Con molta probabilità, con l’anno nuovo ne vedremo delle belle. Aspettiamoci altre assunzioni e altre clientele, anche se in buona parte sulla carta. Nel 2017 assisteremo a quella che, nel gergo dell’Ars si chiama “la politica della sarda”, di cui riferiremo più tardi o domani.
Vediamo, adesso, le reazioni dopo l’approvazione della legge.
Critici i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle che ieri sera, al memento del voto, si sono astenuti:
“Una legge vuota, a forte rischio impugnativa, che mira solo a prendere tempo, nella speranza che dal Parlamento nazionale arrivi la ciambella di salvataggio col Milleproroghe e che comunque non risolve assolutamente il problema del precariato”.
Con molta probabilità – per ciò che riguarda la paventata impugnativa – i grillini fanno riferimento alla norma sulla proroga dei precari che, in effetti, non si può agganciare a una legge sull’esercizio provvisorio. Ma negli anni passati questo papocchio è stato accettato dal Governo nazionale.
Secondo i grillini siciliani, la legge approvata ieri sera dall’Ars, “spacciata come la panacea di tutti i mali… in effetti è l’ennesima presa in giro per migliaia di lavoratori”.
“E un testo – dicono i deputati 5stelle – che presenta innumerevoli profili di incostituzionalità, che assicura solo la continuità lavorativa, ma che non stabilizza assolutamente nessuno, come i partiti vogliono far credere per ovvie ragioni elettorali. Non abbiamo voluto votare contro per rispetto di tanta gente che guardava a Sala d’Ercole con grandissime aspettative, ma non potevamo, però, avallare queste manovre da bassa e vecchia politica. Per questo ci siamo astenuti”.
Positivo il commento del gruppo parlamentare del Nuovo Centrodestra Democratico (almeno nei comunicati stampa la sigla di questo partito compare ancora…):
Aggiornamento/ Dichiarazione del vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta:
Facendo seguito agli incontri di questi mesi, durante la lunga trattativa Regione-AnciSicilia, per le garanzie di proroga, copertura finanziaria e stabilizzazioni dei lavoratori precari che da anni sono impegnati nei Comuni, il Sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, Vice Presidente di ANCI-Sicilia, che ha vissuto in prima persona le trattative per salvaguardare gli oltre 15 mila precari siciliani, divenuti in questi lunghi vent’anni punto fermo della tenuta di uffici e servizi negli Enti Locali, ha incontrato, presenti anche gli Assessori, il Segretario e il Vice Segretario dell’Ente, Sebastiano Grandi e Adriana Greco, i 28 precari del Comune non ancora stabilizzati.
Il primo cittadino, nel dare notizia, così come aveva già prospettato in precedenti incontri con i lavoratori, dell’avvenuta approvazione da parte dell’Ars, come stabilito con AnciSicilia, della legge sulla proroga dei contratti sino al 2018 e all’avvio del percorso di stabilizzazione dei lavoratori, facendosi carico delle coperture finanziarie nei limiti del monte ore garantito sino ad ora, ha altresì rassicurato gli stessi, diventati in questi anni indispensabili per il funzionamento di alcuni servizi e uffici, del proseguo del percorso di stabilizzazione intrapreso dall’Amministrazione comunale secondo i parametri dettati dallo Stato.
“Così com’era stato discusso – ha detto il Sindaco Amenta – negli incontri dei Comuni con il Governo regionale, si è arrivati alla legge che apre un percorso nuovo alla stabilizzazione e alla definitiva chiusura di una vicenda che dura da oltre 20 anni. La garanzia della proroga dei contratti sino al 2018, assicurata anche dal Governo nazionale che non impugnerà la legge siciliana, attraverso il Milleproroghe, e la copertura finanziaria prevista dalla Regione, sono già un buon inizio per arrivare alle stabilizzazioni. Per quanto ci riguarda, continueremo, così come abbiamo fatto sinora, valutati i pensionamenti e i vuoti in pianta organica, come previsto dai limiti fissati dallo Stato, alla stabilizzazione dei nostri 28 lavoratori, e se non ci sarà nessun impugnativa anche di questo aspetto della legge regionale, ad una stabilizzazione complessiva”.
“La legge – ha aggiunto Amenta – così come avevo annunciato negli altri incontri precedenti, prevede, se il lavoratore lo ritiene, un passaggio, con contratto a tempo indeterminato alla Resais, per poi esser comandato nel Comuni dove si è svolto il servizio e dove si sono acquisite professionalità di cui gli Enti Locali, lo voglio ribadire, non possono privarsi. Da parte nostre, avuta assicurazione della copertura finanziaria da parte della Regione delle ore, 18 o 24, di sua competenza, non abbiamo nessun difficoltà a continuare a fare la nostra parte. Prima della fine dell’anno, così ci eravamo augurati, pertanto, siamo riusciti, grazie al voto responsabile dell’Aula, e alla mancata impugnativa del Governo nazionale, ad evitare che scadessero i contratti, e questo, ripeto, ci mette in condizioni di poter chiudere definitivamente e positivamente un lungo percorso”.
Fausto Raciti, segretario regionale del PD siciliano:
“La norma sui precari approvata dall’Assemblea regionale siciliana su proposta del Governo regionale è un provvedimento giusto e necessario, specie alla luce di quanto accaduto di recente a Roma, con la crisi politica che ha portato ad un nuovo governo nazionale ed al conseguente slittamento dei tempi previsti”.
“In Sicilia abbiano fatto la nostra parte, individuando un percorso concreto per la stabilizzazione di un bacino fondamentale per il funzionamento degli enti locali. Al tempo stesso – aggiunge Raciti – trovo strumentali le polemiche per una disposizione corretta, contenuta nel testo sui precari, che permette ai Comuni di individuare figure necessarie alla regolare attività delle amministrazioni locali: ancora una volta, purtroppo, c’è chi preferisce gettare discredito sulla Regione pur di guadagnare qualche titolo sui giornali”.
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