Hanno esposto uno striscione al Politeama durante l’esibizione di Renzi. Anche per protestare contro lo stralcio di un emendamento che avrebbe risollevato le loro sorti: mentre all’Ars si sono distribuite prebende a tutti, a questi lavoratori non solo non viene riconosciuto il pregresso, ma ci si fa beffa di una norma di legge che prevede il loro passaggio ad un’altra società. La denuncia della Fabi
Sviluppo Italia Sicilia è, per decisione dell’assessore-commissario, Alessandro Baccei, ufficialmente in liquidazione. La decisione, come ricorderete, ha suscitato non poche polemiche, non solo perché la società si occupava di finanziamenti alle piccole imprese siciliane, ma anche perché l’amministrazione regionale dovrebbe, per stessa legge approvata dall’Ars, affidare le commesse di assistenza tecnica a questa società e non ad esterni, come vi raccontiamo qua. Non solo. La vicinanza dello stesso assessore a società private che potrebbero soppiantare il lavoro della partecipata regionale, ha destato più di un sospetto (lo leggete qui). Gli stessi deputati di Sala d’Ercole, quando ancora si interessavano alla vicenda, avevano denunciato apertamente la stranezza della situazione che regala lavoro ad enti nazionali (il Formez e Invitalia, ad esempio, cui sono andate misure prima gestite da Sviluppo Italia Sicilia), togliendolo ai siciliani.
Però, si sa, come sono i nostri deputati: si distraggono facilmente. E, alla fine, hanno fatto fare a Baccei quello che gli pareva. Compreso lasciare 75 famiglie- tanti sono i dipendenti- senza stipendio da un anno e mezzo.
Oggi, una delegazioni di questi lavoratori ha protestato al Politeama, dove si è esibito Renzi a caccia di voti per il referendum. In una nota, oltre a denunciare la situazione in cui si trovano a vivere da 18 mesi, hanno preso di mira la stravagante legge di assestamento di bilancio approvata dall’Ars che contiene di tutto, prebende e mance varie, ma non poteva contenere un emendamento per salvaguardare il loro lavoro. Per decisione di chi? Non si sa. Perché se è vero che Ardizzone aveva stralciato molte norme, è anche vero che il Governo ne ha fatte rientrare tantissime.
“Oggi- dice Luigi Intogna della Fabi Palermo. Fabi- i 75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia hanno esternato il proprio malessere. E lo hanno fatto durante la tappa palermitana di Renzi al teatro Politeama, stendendo un loro striscione da un palco del teatro dove si svolgeva la kermesse, per ricordare a tutti la loro preoccupazione dopo che l’Ars ieri ha stralciato l’ emendamento proposto dal governo per 136 lavoratori iscritti nell’albo unico, tra cui i 75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia i 27 del Cerisdi e di altre società in liquidazione. Un emendamento, cassato dal presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone, che non l’ha ritenuto “coerente” con la manovra di bilancio, che avrebbe salvato i posti di lavoro consentendo di superare il veto posto dalla legge di stabilità per le nuove assunzioni nelle società partecipate”.
“Rispettiamo la motivazione, – aggiunge Intogna- ma non si comprende bene il motivo di questo specifico emendamento, visto che esiste già la legge, art. 62 che prevede in sintesi che il personale delle società in liquidazione, nonché quello di cui all’albo unico, confluiscono nelle società partecipate che ne assumono le funzioni. Questa legge dovrebbe far avvenire il transito automaticamente. Tra l’altro proprio la Sas ha approvato nei giorni scorsi un piano economico annuale e pluriennale dove è stato messo nero su bianco che dal primo gennaio 2017 la Sas dovrebbe assorbire tutti i lavoratori presenti nel bacino unico”.
“L’assessore Baccei – chiosa il sindacalista- ci aveva detto in commissione Lavoro, un mese fa, che sarebbe stata inserita una norma in assestamento per consentire di sbloccare la nostra vertenza. Invece adesso la norma è stata stralciata e siamo ancora qui. Non possiamo non nascondere tutta la nostra preoccupazione”.
Foto tratta da blogsicilia.it
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