Ricordiamoci che Mussolini nel 1992 e Hitler nel 1933 non si presentavano come tiranni. Facevano politica come tanti altri. Parlavano di politica, di cambiamenti, di ordine, di un governo forte, di rilancio dell’occupazione e di treni che sarebbero partiti in orario. Poi, però…
Vorrei invitare quanti sono orientati a votare sì al referendum del 4 dicembre e non credono che la riforma contenga elementi di pericolo per la nostra democrazia a fare una riflessione.
Questa.
Voi credete che quanti nel 1922 inneggiarono a Mussolini avevano tenuto in conto che il Paese sarebbe potuto cadere in un dittatura e che il capo di questa dittatura avrebbe fatto sprofondare il Paese in una guerra catastrofica?
Voi credete che quanti votarono per il partito nazista nel 1933 lo fecero per armarsi, armare il Paese e fare guerra al mondo intero, e diventare il popolo più odiato e vituperato dell’intero pianeta?
No di certo. Italiani e tedeschi votarono per una politica che parlava di cambiamento, di ordine, di un governo forte, di occupazione, e di treni che sarebbero partiti in orario. Fu una scelta libera.
E così, come succede spesso, la democrazia morì tra gli applausi.
Il paragone non regge? Certo che regge. Basta fare un piccolo sforzo: dimenticare gli esiti funesti di quelle avventure e riportarsi con la mente agli inizi di quelle avventure.
Mussolini nel 1922 e Hitler nel 1933 non erano mostri. Facevano politica. La loro politica.
Noi europei di oggi abbiamo la fortuna di non avere vissuto quegli orrori, ma soprattutto abbiamo la fortuna di averli studiati, di aver conosciuto persone che li hanno vissute che sono sopravvissuti per poterli raccontare.
I nostri padri, gli italiani che vissero quelle vicende estreme sulla propria pelle, per scongiurare il ripetersi di quella storia e per salvaguardare i propri figli, noi, eressero un baluardo, la Costituzione. Essa è stata un punto certo nei 70 anni della nostra pur travagliata vita politica e sociale.
Tutti quelli che conoscono la storia passata paventano che, se passasse la riforma, quella democrazia, la nostra democrazia potrebbe, e uso ottimisticamente il condizionale, essere in pericolo. Non oggi, ma domani. Paventano che il Paese possa essere, non subito ma presto, vittima di una deriva eversiva cui in tanti, in troppi, sperano.
Non vi mette in sospetto il favore verso il sì espresso da soggetti nazionali e internazionali che non hanno bisogno di popoli liberi per prosperare?
Io non temo le dimissioni di Renzi se vince il no. Io temo le dimissioni di Renzi se vince il si.
E’ chiaro il concetto? Renzi è certamente innocuo in sé, ma potrebbe essere l’utile idiota, il portatore sano di un virus silente, in agguato.
Paranoia? Me lo auguro e lo auguro a tutti gli italiani con tutto il cuore.
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal