Improvvisamente, gli ‘ambientalisti’ che non si sono mai occupati dell’inquinamento provocato dalle navi nel porto e degli automezzi pesanti che invadono la città, scoprono che la tassa di circolazione che il Comune contrabbanda come ZTL è cosa buona e giusta. La replica a muso duro di Nadia Spallitta, vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, che accusa gli ‘ambientalisti’ di contraddizioni
Palermo: due notizie tengono banco, entrambe legate alla logica renziana nella gestione della cosa pubblica. La logica è la seguente: il Governo nazionale taglia le risorse ai Comuni e questi ultimi si rivalgono sui cittadini. Che è quello che sta provando a fare a Palermo il sindaco, Leoluca Orlando, e la sua Giunta: taglieggiare famiglie e imprese con una tassa di circolazione automobilistica contrabbandata per ZTL.
(La ZTL, sigla che sta per Zona a Traffico Limitato, è, per definizione, una zona della città dove le automobili – tutte le automobili – non possono circolare, tranne in casi eccezionali pagando un ‘botto’ di soldi. Questo viene fatto per limitare drasticamente l’inquinamento dell’aria provocato dalle automobili. A Palermo – unico caso nel mondo – il Comune ha istituito una ZTL ‘pirandelliana’: basta pagare l’obolo al Comune per ottenere una sorta di licenza per inquinare. Questa finta ZTL serve al Comune per fare ‘cassa’ ed evitare il fallimento dell’AMAT, il ‘carrozzone’ che gestisce – male – il trasporto pubblico dei passeggeri e il costosissimo Tram).
Sulla ZTL pende un ricorso al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale) presentato da circa 400 tra cittadini e commercianti. In realtà, i giudici amministrativi hanno già sospeso la ZTL e avrebbero dovuto entrare nel merito proprio in questi giorni. Ma l’Amministrazione comunale, con una furbata – messa in campo per aggirare il pronunciamento del TAR – ha ritirato il provvedimento amministrativo facendo venire meno le ragioni del contendere; ma ne ha presentato un altro che è uguale, se non peggiore del primo.
In questa seconda fase, il Comune ha appioppato questa odiosa tassa di circolazione automobilistica nel Centro storico della città, creando problemi ai commercianti e penalizzando i residenti, costretti, per una questione ‘topografica’ (in pratica, perché vi abitano) a pagare l’obolo. Il bello è che il Comune si vanta pure del proprio operato, dicendo che, in un mese, ha incassato oltre un milione di Euro. Ed è anche logico: imponendo il pagamento di questa tassa a chi abita e lavora nel Centro storico i soldi arrivano!
Il problema è che, con questa volgare tassa, la Giunta Orlando sta facendo pagare ai cittadini palermitani i soldi che il Governo Renzi ha tagliato al Comune.
I più penalizzati sono i commercianti, che in un mese hanno visto crollare le proprie attività. Questo perché i palermitani, piuttosto che pagare questa tassa di circolazione – ribadiamo: contrabbandata linguisticamente e quindi in modo truffaldino come ZTL – preferiscono non recarsi più nella parte antica della città. Da qui la crisi delle attività commerciali.
Sapendo che il TAR potrebbe in prima battuta sospendere, per la seconda volta, la ZTL ‘pirandelliana’ (per inciso, il Comune non ha aggiornato il Piano generale del traffico urbano e i cittadini non hanno a disposizione mezzi alternativi alle automobili per recarsi nel Centro storico), il Comune sta correndo ai ripari. O meglio, in sostegno del Comune e della tassa di circolazione automobilistica contrabbandata come ZTL sono arrivati gli ‘ambientalisti’ siciliani. I quali hanno presentato un contro-ricorso a sostegno del Comune (e quindi contro i cittadini palermitani chiamati a pagare questa odiosa tassa).
Insomma, gli ‘ambientalisti’ (più avanti illustreremo il perché quando parliamo degli ambientalisti siciliani mettiamo le virgolette) provano a dare manforte al Comune. Un tentativo, maldestro, di condizionare una vicenda giudiziaria che, in prima battuta, ha visto il Comune soccombere.
Sulle vicenda interviene Nadia Spallitta, vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, avvocato e tra le protagoniste del ricorso contro la ZTL. Che precisa:
“Mi stupisce il contro-ricorso di Legambiente e delle altre associazioni portatrici di interessi collettivi in relazione ad un provvedimento che riguarda una parte circoscritta del territorio e che produce, rispetto alla salute, effetti ininfluenti o addirittura peggiorativi della qualità dell’aria. Ritengo che queste azioni siano inammissibili in quanto questi enti devono rappresentare interessi dell’intera collettività e, a mio avviso più correttamente, dovevano intervenire a fianco dei cittadini (che in astratto dovrebbero rappresentare) e non contro gli stessi, chiedendo a gran voce misure correttive ed efficaci per la tutela della salute”.
Sulla base di dati oggettivi Nadia Spallitta passa al contrattacco e accusa gli ‘ambientalisti’ siciliani di non fare gli interessi della collettività:
“In particolare questi enti – dice la vice presidente del Consiglio comunale a proposito degli ‘ambientalisti’ siciliani – dovrebbero chiedere l’immediata interruzione delle emissioni nocive delle navi che sostano al porto, che secondo lo studio dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) incidono per il 40% sull’inquinamento dell’aria, e chiedere la completa interdizione dei mezzi pesanti che, sempre secondo ARPA, determinano nell’ambito del traffico veicolare una fonte del 60% delle emissioni nocive. Inoltre dovrebbero intervenire in relazione ai tanti cantieri aperti che hanno causato nel tempo e in alcune vie, per esempio via Francesco Crispi, un intenso traffico e accentuati picchi di emissioni nocive”.
Nadia Spallitta ricorda che il ricorso contro la ZTL dimostra “che le aree maggiormente inquinate sono fuori dal Centro storico” della città. Infatti a Palermo l’inquinamento dell’aria, ad alti livelli, si riscontra sulla Circonvallazione e in alcune aree limitrofe: zone che, “tuttavia – precisa Nadia Spallitta – rimangono, nonostante gli sforamenti accertati, sprovviste di misure di contenimento delle emissioni nocive”.
Quindi l’attacco frontale ai cosiddetti ‘ambientalisti’:
“In sintesi – sottolinea Nadia Spallitta – sembrerebbe che Legambiente, contrapponendosi ai cittadini (che dovrebbe rappresentare), non senta il bisogno di modificare provvedimenti incompleti e inadeguati e non ritenga di intervenire, come a mio avviso dovrebbe fare, per eliminare le principali fonti di inquinamento cittadino. Infatti, se non dovesse essere concessa la sospensione degli atti impugnati la città resterebbe divisa in due: il Centro storico sostanzialmente desertificato e il resto del territorio, trafficato e maggiormente inquinato. Ritengo poco opportuna l’iniziativa di Legambiente e degli altri enti (che tra l’altro si inserisce in un conflitto giuridico e politico senza tenere conto del disagio dei cittadini), mentre avrebbero dovuto più correttamente svolgere un ruolo di intermediazione a garanzia della tutela ambientale e del territorio, non solo per le ZTL, ma per l’intera città”.
“Legambiente, con il contro-ricorso opposto alle associazioni che hanno chiesto la revisione delle ZTL – aggiunge la vice presidente del Consiglio comunale – afferma, nei fatti, che tutto può restare così per com’è. I cantieri possono rimanere aperti sine die (il riferimento è ai cantieri ferroviari bloccati ora perché ci sono di mezzo indagini giudiziarie, ora perché si aspettano altri finanziamenti per fare lievitare i costi: un classico degli appalti pubblici italiani e siciliani in particolare ndr), le navi possono continuare ad inquinare e i mezzi pesanti fino a 17 tonnellate (autobus euro 0, bus turistici, autocompattatori e mezzi per il carico e scarico merci) possono circolare nel Centro storico in modo illogico rispetto alla tutela della qualità dell’aria. Questi mezzi pesanti, tra l’altro, sono quelli che maggiormente danneggiano i beni monumentali”.
“Nessuno è contrario alle ZTL – conclude Nadia Spallitta – ma questo tipo di atti presuppone un’analisi tecnica e scientifica dei flussi viari, che nella fattispecie mancano e non esiste nessuna analisi documentale e tecnica a supporto di questo provvedimento, mentre invece è accertato lo sforamento delle emissioni nelle aree limitrofe alle ZTL. Auspico che i diversi interessi coinvolti, anche alla luce delle ricadute economiche negative che stanno contribuendo alla chiusura di alcuni negozi storici (che soggetti come Italia nostra dovrebbero tutelare), possano essere definiti prima della decisione del TAR e previa sospensione del provvedimento in via amministrativa, e che gli enti di tutela ambientale si facciano promotori di questo percorso”.
P.S.
Nadia Spallitta tocca un punto nevralgico: l’ambientalismo a ‘corrente alternata’. Zitti sull’inquinamento provocato dalle navi nel porto e sull’inquinamento sui mezzi pesanti che invadono la città, gli ‘ambientalisti’, improvvisamente, rompono il silenzio per schierarsi a fianco di chi sta penalizzando famiglie e imprese palermitane pur di non chiedere al Governo nazionale le risorse finanziarie che ha drenato al Comune. Insomma: forti con i deboli e deboli con i forti.
La storia di un ‘ambientalismo’ a corrente alternata è diventato insopportabile! Quello che non funziona, ormai da troppi anni, è la commistione ‘incestuosa’ tra politica e ‘ambientalisti’.
Già è singolare che gli ‘ambientalisti’ prendano soldi dalla Regione per gestire Riserve naturali che potrebbero essere, gestite, senza problemi, dalla stessa Amministrazione regionale.
Come possono questi ‘ambientalisti’ – ora avete capito perché mettiamo le virgolette – prendere soldi dalla Regione e, contemporaneamente, controllare l’operato della Regione in materia di ambiente?
La situazione si è aggravata da quando la Regione è governata dal centrosinistra, parte politica nella quale, tradizionalmente, le associazioni ambientaliste si ritrovano.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi anni avete letto interventi degli ‘ambientalisti’ sulla questione rifiuti? Forse le discariche – che sono state il punto forte del centrosinistra siciliano dal 2008 ad oggi – sono un esempio virtuoso di gestione dell’ambiente? E che dire degli inceneritori di rifiuti proposti dal Governo di centrosinistra di Rosario Crocetta? vanno bene anche questi? E ci fermiamo qui per carità di patria…
Dalla ‘tutela’ ai sì alle ‘valorizzazioni’ del paesaggio. In qualche caso – è successo a Torre Salsa, Riserva naturale in provincia di Agrigento – gli ‘ambientalisti’ (nel caso specifico, il WWF) si sono schierati a favore del progetto di un Resort al confine con la Riserva naturale di Torre Salsa. Poi, quando le polemiche sono esplose, sulla carta, hanno fatto marcia indietro. Sulla carta. Perché in questi giorni gli austriaci che vogliono realizzare il Resort sono tornati alla carica.
Tra gli ambientalisti, solo Mareamico si sta battendo per difendere Torre Salsa dagli austriaci, appoggiati dal Comune di Siculiana e dalla Regione siciliana.
Ora è normale che, spesso, gli ‘ambientalisti’, nel nome della tutela dell’ambiente, ostacolano le attività degli imprenditori siciliani per poi avallare le iniziative di imprese straniere? Come funziona questo ‘ambientalismo?
Detto questo, non possiamo non sottolineare un’anomalia. In Sicilia, a causa degli scippi finanziari operati dal Governo Renzi sul Bilancio regionale, i tagli stanno toccando tutti: Comuni, ex Province, enti regionali, spesa sociale (con anziani e portatori di handicap penalizzati).
Poi, nella manovra di assestamento di Bilancio 2016 – trasformato in un disegno di legge omnibus – spunta il solito finanziamento di un milione e 600 mila Euro per i soliti ambientalisti, come potete leggere qui di seguito:
Inchiesta: l’assestamento di Bilancio che trasforma la Regione siciliana in un ‘tappetino’ del Governo Renzi
Noi ci auguriamo i parlamentari dell’Ars, quando questo articolo andrà in discussione, ‘boccino’ questa contraddizione, ovvero – come già ricordato – la Regione che foraggia gli ambientalisti che poi dovrebbero controllare l’operato della stessa Regione…
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