Renzi, Crocetta e Giusy Nicolini: ma questi pensano veramente che i Siciliani voteranno per loro?

30 ottobre 2016

In quattro anni il Partito Democratico ha sistematicamente penalizzato 5 milioni di Siciliani. E l’ha fatto piazzando in lista e facendo eleggere (con l’aiuto di ‘pezzi’ del centrodestra) un candidato di facciata – Rosario Crocetta – al quale ha fatto fare cose inenarrabili. Si narra che Renzi – che fino ad ora, a parte le elezioni europee, ha ‘toppato’ su tutto – pensando di essere immortale, avrebbe trovato una seconda candidata di facciata – Giusy Nicolini – per continuare il gioco al massacro contro la Sicilia. La nostra impressione è che tutti questi personaggi, alle elezioni regionali del prossimo anno, ‘attummulieranno’ di brutto…

L’Accordo finanziario della Regione siciliana con Roma? Splendido. La candidatura a presidente della Regione della sindaca di Lampedusa, di Giusy Nicolini? Sbagliata, perché c’è lui, Rosario da Gela che è pronto a ricandidarsi.

Quello che colpisce del PD, da Renzi alla Sicilia, è il senso dell’auto-celebrazione oltre ogni limite. Sono tutti bravi e insostituibili.

Crocetta – non vi mettete a ridere perché lui ci crede per davvero! – pensa di essere stato un bravo presidente della Regione. Pensa, e lo dice pure, che i siciliani sarebbero pronti a rivotarlo.

In queste ore Crocetta si auto-celebra per l’accordo finanziario con Roma. Lui, il governatore dell’Isola che pensa di essere amato dai siciliani, dice che lo Stato riconoscerà alla Regione un miliardo e 400 milioni di Euro all’anno.

Noi non abbiamo ancora letto l’accordo con Roma. E già questo è strano. Dove si è mai visto che si fa un accordo con Roma e il Parlamento siciliano non possiede ancora la documentazione?

Certo prima o poi Crocetta e l’assessore-commissario Alessandro Baccei dovranno tirare fuori le ‘carte’.

“Il Governo porti le carte in Parlamento”, chiedono infatti i deputati dell’Ars del Movimento 5 Stelle.

Ma, a prescindere dalle ‘carte’, ci sono già tre cose che non quadrano.

Prima cosa: per quello che ci è dato sapere la Regione, con questo accordo, perde 3 miliardi di Euro all’anno (entrate della Regione che Roma si trattiene).

Poiché ci riconoscono un miliardo e 400 milioni, beh, perdiamo circa la metà di 3 miliardi.

E’ così? No! Perché lo Stato, ogni anno, si trattiene dal Bilancio della Regione siciliana, guarda caso, circa un miliardo e 400 milioni di Euro per il “risanamento” dei conti dello Stato che non si risanano mai.

Quindi, se abbiamo capito bene, con una mano lo Stato ci riconosce un miliardo e 400 milioni (e già sono molto meno di quello che spetta: i nostri calcoli – lo ribadiamo – ci dicono che ci rubano 3 miliardi di Euro); con l’altra mano si riprende, sempre guarda caso, il miliardo e 400 milioni di Euro.

In pratica, Roma ci riconosce 3 miliardi di Euro in meno di entrate che lo Statuto stabilisce che spettano alla Regione e, in cambio, finge di darci un miliardo e 400 milioni di Euro che non ci dà!

Crocetta pensa che con la disinformazione e con l’assenza di informazione ai Siciliani questo ed altro verrà tenuto nascosto e, magari, anche se qualcuno glielo illustrerà, i Siciliani non lo capiranno.

Renzi, Crocetta e i dirigenti del PD non hanno ancora capito che i Siciliani non sono fessi.

Nella sua auto-celebrazione, Crocetta dimentica che, la scorsa estate, ha firmato, sempre con il Governo Renzi, il ‘Patto scellerato atto II’ (che potete leggere qui).

In questo ‘Patto’, tra le tante ‘perle’, si legge che la Regione quest’anno ha risparmiato 277 milioni di Euro circa. E che, a partire dal prossimo anno, dovrà risparmiare altri 577 milioni di Euro circa!

Riassumendo: perdiamo 3 miliardi di Euro all’anno; Roma dice che ci dà 1,4 miliardi, ma non ce li dà; in più la Regione deve risparmiare, a partire dal prossimo anno, 577 milioni di Euro circa che rimangono a Roma.

Questo è un punto cruciale. Nella Regione siciliana ‘disegnata’ dallo Statuto del 1946 è stabilito che tutte le entrate fiscali derivanti da redditi patrimoniali della Regione sono della stessa Regione (cioè dei cittadini siciliani).

Questo significa che la Regione gode di finanza propria e non di finanza derivata dallo Stato.

Ebbene, con il secondo ‘Patto scellerato’ firmato da Crocetta la scorsa estate – e messo per la seconda volta per iscritto in norme di attuazione che ancora il Parlamento siciliano non conosce – la Regione siciliana, che per lo Statuto del 1946 gode di finanza propria, diventa una Regione a finanza derivata!

Ribadiamo: Crocetta e i dirigenti del PD pensano che i cittadini Siciliani non capiscano queste cose. E sono convinti che, dopo tutto quello che hanno combinato ai danni di 5 milioni di Siciliani, gli stessi Siciliani, alle elezioni regionali del prossimo anno, voteranno per il PD!

Crocetta – l’abbiamo detto – si vuole ricandidare. Renzi – noi l’abbiamo scritto lo scorso 18 ottobre (come potete leggere qui) – vorrebbe candidare Giusy Nicolini.

Per quale motivo Giusy Nicolini dovrebbe essere candidata alla guida della Sicilia? E, soprattutto, perché i Siciliani dovrebbero votarla?

La tecnica del Partito Democratico, in Sicilia, è sempre la stessa: mettere nomi che fanno ‘immagine’ per consentire al PD romano di scippare risorse alla nostra Regione.

E’ stato così per Crocetta nell’estate del 2012: preso, candidato e votato a scatola chiusa ed eletto (con la candidatura di Gianfranco Miccichè per indebolire Nello Musumeci e con i voti di Raffaele Lombardo e del senatore Giuseppe ‘Pino’ Firrarello, perché senza o voti di questi esponenti di centrodestra, Crocetta – che aveva già i voti di Francantonio Genovese – non sarebbe mai stato eletto).

Cos’ha fatto, alla fine, Crocetta in quattro anni? Tanti danni (ai Siciliani). A cominciare da due ‘Patti scellerati’ firmati con il Governo Renzi.

Con il primo ‘Patto scellerato’ – giugno 2014 – la Regione siciliana ha rinunciato agli effetti positivi di contenziosi finanziari già vinti in Corte Costituzionale, regalando allo Stato (cioè al Governo Renzi) circa 5 miliardi di Euro!

Con il già citato secondo ‘Patto scellerato’ ha, come già ricordato, declassato la Sicilia da Regione autonoma a finanza propria a Regione a finanza derivata, regalando allo Stato altri 3 miliardi all’anno e imponendo ai Siciliani altre penalizzazioni finanziarie.

Crocetta – che ha di se stesso un’altissima opinione – si avventura su sentieri che non conosce e ci ‘spiega’ che l’accordo siglato dal suo Governo è ‘blindato’. Forse non sa che, trattandosi di norme di attuazione dello Statuto, tali norme di attuazione possono essere rimesse in discussione in qualunque momento: cosa che si farà il prossimo anno se a Palazzo d’Orleans – sede del Governo regionale – andrà un vero presidente della Regione.

Per evitare che i Siciliani reclamino i propri diritti, Renzi – che pensa di essere immortale – ha già pronto un candidato del suo partito che, nella sua testa, dovrebbe vincere le elezioni regionali del prossimo anno.

Sarà Giusy Nicolini? La sindaca di Lampedusa – che in questi giorni si accompagna a Renzi, dall’America alla manifestazione-flop di ieri a Roma, in Piazza del Popolo – è a conoscenza di tutti questi ‘inchiappi’ finanziari ai danni della Regione? Era il caso di ‘addizionare’ il suo nome a quello di un Governo nazionale che, fino ad oggi, ha solo penalizzato la Sicilia?

 

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