Adesso i canadesi pretendono di esportare il loro grano duro più ammuffito del solito in Italia?

14 ottobre 2016

In un documento che circola sulla rete sembrerebbe che i canadesi, coscienti che la loro produzione di grano duro, quest’anno, è particolarmente ricca di muffe, chiederebbero una maggiore permissività, per poter esportare comunque il loro grano duro. Dove? Soprattutto in Italia. Anche di questo parleremo domani al Teatro Jolly di Palermo a partire dalle 9.30

Certo che questi canadesi sono veramente simpatici. E furbi. Tanto furbi, forse eccessivamente furbi, tanto da sembrare… Tanto che uno si chiede: ci sono o ci fanno? Pensate: loro, prima di far arrivare l’uva Italia di Canicattì nel proprio Paese, hanno preteso e ottenuto analisi chimiche durate tre anni (come potete leggere qui). Solo dopo aver avuto la certezza che l’uva siciliana non contiene sostanze dannose per la salute hanno dato il via libera all’export di uva Italia di Canicattì in Canada. Poi, però, non solo esportano grano duro di pessima qualità (in pratica, un grano duro che somiglia tanto a un rifiuto speciale, come vi abbiamo raccontato qui), ma pretendono pure che i Paesi dove fino ad oggi l’hanno esportato – Italia in testa – si prendano il loro grano duro ammuffito, perché tanto – l’hanno stabilito loro – non fa male alla salute!

Hanno la faccia di bronzo, questi canadesi. Quest’anno il loro grano duro sta maturando con la neve (come vi abbiamo raccontato qui): dunque sarà pieno di muffe, cioè pieno di micotossine. Ma questo a loro – cioè ai medesimi canadesi – importa poco. Tanto non è che il grano che producono, pieno di micotossine, se lo debbono mangiare loro. Nella testa dei canadesi, ce lo dovremmo mangiare noi!

Già noi. Soprattutto noi italiani. Ma anche i consumatori dei Paesi dove la pasta industriale italiana fatta con il grano duro canadese viene esportata: Stati Uniti d’America, Germania e via continuando con i Paesi dell’Unione Europea.

Sulla rete gira una notizia che, se fosse autentica, sarebbe da comiche finali. Infatti, noi non possiamo credere che sia stato diffuso dai canadesi, perché sarebbe incredibile. Potete leggerla qui in inglese. 

“L’impatto della muffa sulla macinatura delle diverse qualità di grano non è così rilevante come lo è per il loro aspetto”, si legge in questo articolo.

Della serie: il nostro grano duro fa un po’ schifo a vedersi, ma la qualità è buona… Buona per fare che cosa?

Intanto, leggendo questo articolo, apprendiamo che in Canada, dopo due anni di studio – studio che sarebbe iniziato nel 2014, altro anno di grande umidità e di grano ammuffito – la Commissione Canadese per il grano avrebbe deciso, bontà sua, di consentire la presenza di una maggiore quantità di muffa. Ad iniziare da quest’anno.

Noi non crediamo a questo documento, perché quello che c’è scritto è inverosimile.

La Commissione ha iniziato il suo studio nel 2014, dopo una declassamento del grano dovuto alle muffe – cioè ai funghi – che attaccano il grano in presenza di un clima umido.

Dopo le scoperte descritte nello studio, la Commissione per il Grano, lo scorso 3 Ottobre, avrebbe deciso di rivedere gli standard e i limiti relativi alla presenza di muffe. Dopo avere valutato le proteine, il prodotto macinato, il colore e le altre caratteristiche, la Commissione avrebbe stabilito che i cambiamenti visibili non hanno alcun impatto sulla qualità dei prodotti fatti con grano duro canadese.

La Commissione, si legge ancora nel testo,  riconosce le conseguenze che la muffa ha per i produttori di grano. “Ma con queste nuove scoperte i produttori canadesi potranno recuperare soldi, mentre rimarrà inalterata la qualità delle diverse classi di grano”, ha detto un membro della Commissione.

Se questo studio fosse vero, come contano i canadesi di recuperare i soldi? Esportando il loro grano duro – ammuffito – dalle nostre parti? Come al solito, rima la nave carica di questo prodotto di ‘qualità’ attracca a Marsiglia, così quando arriva nei porti italiani – magari anche, forse soprattutto a Pozzallo, a Catania e a Palermo – nessuno potrà dire nulla, perché, essendo passato da Marsiglia, è “prodotto europeo” a tutti gli effetti.

Finirà così?

Nel documento si parla anche dell’Istituto Internazionale Canadese del Grano, che dovrebbe assicurare che le nuove linee guida più permissive non intacchino i prodotti fatti con grano canadese.

C’è da crederci? Noi non ci crediamo.

Nello studio i canadesi ci comunicato anche i tipi di grano duro per i quali è prevista la possibilità di contenere più muffe: Canada Western Red Spring, Canada Western Hard White Spring, Canada Western Amber Durum, Canada Western Red Winter, Canada Western Soft White Spring, Canada Western Extra Strong, Canada Prairie Spring White, Canada Prairie Spring Red, and Canada Northern Hard Red.

A questo punto, dal documento – che per noi non può essere vero – passiamo alla realtà. E la realtà è che, quest’anno, con la neve, il grano duro canadese sarà piano di muffe, cioè di micotossine. Allora, italiani: siamo pronti a ricevere questi grani duri canadesi – più ammuffiti del solito, quindi con una maggiore presenza di micotossine – per produrre la nostra pasta, il nostro pane, i nostri dolci, la nostra semola, la nostra farina e via continuando?

Chissà cosa dirà la grande Unione Europea. Chissà cosa dirà il Governo italiano. Chissà cosa dirà la Regione siciliana, con in testa l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici.

Quello che farà il Governo italiano è importante. Noi mangiamo una percentuale di derivati del grano duro molto più alta che nel resto d’Europa. Noi, mangiando pasta, pane, pizze, dolci e via continuando prodotti con grano duro pieno di micotossine provochiamo danni al nostro organismo. Anche malattie gravi (come vi abbiamo raccontato qui).

Per noi meridionali – grandi mangiatori di pasta e pane – questo è un problema serio.

E lo è ancora di più per i bambini, che a queste percentuali di micotossine si intossicano.

Intanto la Dea Nemesi si sta vendicando. La globalizzazione dell’economia vale per tutti. Vale anche per gli Stati Uniti, che si beccano la pasta industriale al glifosato e alle micotossine. Vale per i tedeschi – che importano la stessa pasta. E vale per altri Paesi. Tutti fregati!

Anche di questo parleremo domani 15 OTTOBRE,  DALLE ORE 9,30 PRESSO IL CINE TEATRO Jolly (via Domenico Costantino – Stazione Notarbartolo, Palermo) con Saverio De Bonis del comitato Grano Salus e altri esperti nel corso della convention ‘Liberiamo la Sicilia’. Vi aspettiamo. Qui, trovate il programma dell’evento. 

 

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