- Il discorso è semplicissimo: se ucraini e occidentali – che stanno perdendo la guerra in Ucraina – attaccano obiettivi civili a Mosca, perché i russi non dovrebbero cominciare ad attaccare obiettivi civili nelle città occidentali?
- La disinformazione di Josep Borrell e Giorgia Meloni sul grano ucraino (di pessima qualità perché inquinato dalle bombe)
- E’ veramente singolare che Josep Borrell e Giorgia Meloni non sappiano che l’assenza del grano ucraino, oggi, non crea alcun problema ai Paesi poveri che, peraltro, di grano ucraino, dall’Agosto dello scorso anno ad oggi, ne hanno visto ben poco
- Il crollo della lira turca
Il discorso è semplicissimo: se ucraini e occidentali – che stanno perdendo la guerra in Ucraina – attaccano obiettivi civili a Mosca, perché i russi non dovrebbero cominciare ad attaccare obiettivi civili nelle città occidentali?
“L’Ucraina intende utilizzare il corridoio del Mar Nero anche senza la partecipazione della Federazione Russa all’accordo. Non abbiamo paura. Siamo stati contattati dalle società proprietarie delle navi. Hanno detto che sono pronte se l’Ucraina consegna le forniture e la Turchia lascia passare. Sono pronte a continuare lo stesso”. Nelle stesse ore Mosca fa sapere “che non è stata registrata una sola nave al largo delle coste dell’Ucraina e nell’area acquatica vicina. L’affare del grano è chiuso. L’Ucraina ha perso completamente l’accesso al Mar Nero”. Eh sì, in queste ore – oltre all’attacco degli occidentali ad alcuni edifici di Mosca e a un deposito di munizioni russo in Crimea – l’argomento più trattato è lo stop della Russia al corridoio umanitario nel Mar Nero voluto dall’Organizzazione della Nazioni Unite (ONU). Il corridoio umanitario ha cominciato a funzionare nell’Agosto dello scorso anno, ufficialmente per consentire all’Ucraina di esortare grano, mais, semi e olio di girasole nei Paesi poveri del mondo, Africa in testa. In realtà, le cose non sono andate così, perché la stragrande maggioranza di questi prodotti agricoli è finita in Europa e in altri Paesi occidentali. In questo c’è anche una scelta – ad esempio – di alcuni Paesi africani, che preferiscono rifornirsi di grano dalla Russia. Il motivo è semplice: i campi agricoli dell’Ucraina sono inquinati dalle bombe, con copiosa presenza nel grano e in altri prodotti agricoli di metalli pesanti, a cominciare dal piombo. Da qui la preferenza del grano russo da parte dei Paesi africani. Mentre gli europei – ormai abituati al grano al glifosato del Canada – portano a tavola anche i derivati del grano ucraino, a cominciare dalla pasta ma anche dal pane, dalle pizze e via continuando. Tutta salute… Se ucraini e mercenari occidentali hanno cominciato ad attaccare obiettivi civili a Mosca, ebbene, non si capisce perché la Russia – visto che tutto l’Occidente è impegnato accanto all’Ucraina – non dovrebbe cominciare a colpire obiettivi civili nelle città occidentali. Molto dipenderà dall’evoluzione della guerra. Ucraini e mercenari occidentali stanno perdendo la guerra e reagiscono utilizzando bombe e a grappolo e attaccando obiettivi civili in Russia. perché i russi non dovrebbero fare la stessa cosa?
La disinformazione di Josep Borrell e Giorgia Meloni sul grano ucraino (di pessima qualità perché inquinato dalle bombe)
In queste ore sui fatti di Ucraina, in relazione alla chiusura del corridoio umanitario nel Mar Nero – trionfa la disinformazione: e non è una novità. Ecco l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell: “Per la terza notte consecutiva la Russia ha bombardato il porto di Odessa e ha colpito i depositi di grano, distruggendo 60 mila tonnellate di cereali. La Russia non solo si è ritirata dall’accordo sul grano ma lo sta bruciando. E’ un atto barbarico che non solo causa vittime civili ma porterà a una enorme crisi alimentare nel mondo. Quello che sta succedendo ora è qualcosa di nuovo e doloroso, perché finora la Russia non permetteva l’esportazione ora lo sta distruggendo. Indicare ogni nave come minaccia militare vuol dire fare un ulteriore passo per impedire all’Ucraina di esportare il proprio grano. E questo ha due conseguenze: privare l’Ucraina delle entrate dalla vendita e privare il mondo di una materia prima critica che è il grano”. Ecco Giorgia Meloni, capo del Governo italiano: “La decisione della Russia di interrompere l’accordo sul grano mostra chi è amico e chi è nemico degli Stati più poveri. Dovrebbero riflettere i capi delle nazioni che non fanno distinzione tra l’aggredito e l’aggressore. Usare la fame come arma è un altro crimine contro l’umanità”. In realtà, oggi la produzione di grano ucraino nel mondo è ininfluente. Prima della guerra, l’Ucraina era il quinto produttore di grano nel mondo. Oggi, a causa della guerra, la produzione di grano in Ucraina si è ridotta di oltre il 50%. Il grano che si produce oggi in Ucraina, peraltro, è di pessima qualità perché, come già ricordato, è inquinato dalle bombe. Ma i ‘capi’ dell’Unione europea e Giorgia Meloni lo sanno che sul grano ucraino è ancora in corso una speculazione ‘pilotata’ dal Governo della Polonia, dal Governo ucraino e dalle e delle multinazionali Monsanto, Cargill e DuPont? A nostro avviso sono solo grandi ipocriti che fanno perno sulla disinformazione occidentale.
E’ veramente singolare che Josep Borrell e Giorgia Meloni non sappiano che l’assenza del grano ucraino, oggi, non crea alcun problema ai Paesi poveri che, peraltro, di grano ucraino, dall’Agosto dello scorso anno ad oggi, ne hanno visto ben poco
Il primo Paese al mondo nella produzione di grano è la Russia, che negli ultimi due anni ha registrato produzioni eccezionali. Poi ci sono India, Canada e Stati Uniti d’America. Come già accennato, l’Ucraina era al quinto posto prima della guerra. Oggi solo i Paesi africani che non hanno alternative sono disposti ad acquistare grano ucraino, gli altri, lo ribadiamo, preferiscono il grano russo. Per la cronaca, i Paesi africani tengono molto alla qualità del grano, tant’è vero che non vogliono nemmeno il grano canadese perché a rischio glifosato. I Paesi africani il grano canadese lo lasciano volentieri agli europei governati da gente intelligente… E’ veramente singolare che Josep Borrell e Giorgia Meloni non sappiano che l’assenza del grano ucraino, oggi, non crea alcun problema ai Paesi poveri che, peraltro, di grano ucraino, dall’Agosto dello scorso anno ad oggi, ne hanno visto ben poco. Forse Giorgia Meloni non sa che l’Italia è piena di grano ucraino, duro e tenero, e che anche la qualità di tale grano è pessima? Insomma, nell’Unione europea si va avanti tra disinformazione e propaganda da quattro soldi. Intanto il Ministero della Difesa russo, già dallo scorso 20 Luglio, ha fatto sapere che, con la chiusura del corridoio umanitario, tutte le navi che viaggiano nelle acque del Mar Nero verso i porti ucraini saranno considerate potenziali vettori di carichi militari. “Di conseguenza – leggiamo in un posto pubblicato da un canale Telegram – i Paesi di bandiera di tali mezzi saranno considerati coinvolti nel conflitto in Ucraina. Inoltre, alcune zone marittime nelle parti nord-occidentali e sud-orientali delle acque internazionali del Mar Nero sono state dichiarate temporaneamente pericolose per la navigazione. Gli avvisi informativi relativi alla revoca delle garanzie di sicurezza per i naviganti sono stati emessi secondo la procedura stabilita”.
Il crollo della lira turca
In queste ore ci si interroga sull’atteggiamento un po’ ondivago della Turchia di Erdogan. In questa fase non è facile capire se questo Paese stia passando, armi e bagagli, con l’Occidente, o se Erdogan stia agendo per conto di Cina e Russia. La Turchia, per esempio, leggiamo sempre su Telegram, “ha ricevuto un appello dall’Ucraina con la proposta di riprendere l’accordo sul grano senza la partecipazione della Russia. Ankara si sta coordinando con l’ONU sulla possibilità di riprendere l’affare del grano”. A noi che ONU e Turchia decidano di proseguire con il corridoio umanitario senza il placet della Russia sembra una grandissima minchiata, perché significherebbe entrare in guerra contro la stessa Russia (e quindi contro la Cina). A nostro modesto avviso, l’ONU dovrà inghiottirsi il rospo e accettare la fine del corridoio umanitario nel Mar Nero. Nel frattempo di apprende del crollo della lira turca dopo la sospensione dell’accordo sul grano ucraino. “In questo momento – leggiamo ancora su Telegram – 1 euro viene scambiato con 30,31 lire turche. Fino ad Aprile il cambio era sotto le 20 lire, poi è cominciato a salire dopo la rielezione di Erdogan, fino all’impennata delle scorse ore”. Dagli Stati Uniti d’America arrivano notizie contrastanti. Un rappresentante del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti fa sapere che l’America non scorterà le navi ucraine nel Mar Nero. Il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, dice che gli Stati Uniti chiedono un’urgente estensione dell’accordo sui cereali ma non spiega come raggiungere tale obiettivo. Gli americani manderanno le portaerei nel Mar Nero? Anche questa a noi sembra una grande minchiata. Si dice che numerosi assicuratori e armatori hanno annunciato l’impossibilità del normale traffico commerciale nell’area di Odessa che, di fatto, si dissocia dal “patto del grano”.
Foto tratta da Startmag
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal