- In Molise, alle elezioni regionali, il Movimento 5 Stelle è passato dal 30% al 7%. E la stessa cosa succederà in Sicilia se i parlamentari di questo Movimento continueranno a fare demagogia spicciola
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- “Peccato che, da allora ad oggi, di queste accise non si è vista una beata minchia”
- “Lo sanno i parlamentari dell’Ars che fanno parte della sottocommissione ai Pronto soccorso che, in Sicilia, ci sono Pronto soccorso dove il personale previsto dalle piante organiche è stato ridotto di due terzi?”
In Molise, alle elezioni regionali, il Movimento 5 Stelle è passato dal 30% al 7%. E la stessa cosa succederà in Sicilia se i parlamentari di questo Movimento continueranno a fare demagogia spicciola
Alle elezioni regionali del Molise il Movimento 5 Stelle è passato dal 30% di cinque anni fa al 7%. Siamo davanti a un Movimento che va scomparendo per ‘evapotraspirazione’ politica. In agronomia, con la dizione ‘evapotraspirazione’, si indica la quantità di acqua che dal terreno passa nell’aria allo stato di vapore per effetto congiunto della traspirazione delle piante e dell’evaporazione direttamente dal terreno. Nel caso dei grillini per ‘evapotraspirazione’ politica si fa riferimento ai voti che questo Movimento perde direttamente per mancanza di credibilità politica, mentre altri voti vengono persi dai grillini quando intervengono nel dibattito politico tra incoerenza e ipocrisia (questa seconda perdita di voti è l’equivalente della traspirazione delle piante: le piante perdono acqua traspirando mentre i grillini perdono voti blaterando). E’ il caso della sanità pubblica in Sicilia. Da quando non sono più al Governo dell’Italia il Movimento 5 Stelle si è accorto che in Sicilia la sanità pubblica perde colpi. Ecco un comunicato di ieri di Antonio De Luca, capogruppo dei grillini in quello che resta dell’Assemblea regionale siciliana (più che altro gli stipendi del 70 parlamentari, altre cose non se ne vedono, a parte le clientele) e presidente della sottocommissione ai Pronto soccorso:
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“Niente barelle al Pronto soccorso del Civico di Palermo, niente posti a Villa Sofia e per un’operazione al femore un’anziana aggredita da due ragazzini è costretta a rivolgersi ad una clinica dopo aver passato la notte su una barella dell’area di emergenza di Villa Sofia. Questo è quanto apprendiamo dalla stampa e non possiamo fare a meno di fare per l’ennesima volta una riflessione ormai sempre più frequente: la nostra sta diventando una sanità da terzo mondo, con liste d’attesa lunghissime e pronto soccorso che scoppiano. Quanto riportato dalla stampa – dice Antonio De Luca – purtroppo non ci meraviglia più di tanto. Oltre alle frequentissime lamentale degli utenti, per la sanità nostrana sono arrivate in questi giorni tre sonore bocciature da parte di importanti istituzioni come il Ministero della Salute, Agenas e Crea. Sarebbe il caso che qualcuno al governo si svegliasse e cominciasse a fare qualcosa per i cittadini cui ha chiesto il voto. Nei prossimi giorni intanto convocherò una seduta della sottocommissione che coordino, alla presenza di sindacati e operatori della sanità. A quest’ultimi va il nostro plauso incondizionato. Se non non abbiamo ancora toccato il fondo, lo dobbiamo esclusivamente alla loro professionalità ed abnegazione”.
“Peccato che, da allora ad oggi, di queste accise non si è vista una beata minchia”
Il Movimento 5 Stelle è stato al Governo dell’Italia dal 2018 al Settembre del 2022: in oltre quattro anni i grillini al Governo non si sono mai occupati dei soldi che lo Stato scippa alla sanità siciliana dal 2007: oltre 600 milioni di euro all’anno. E’ anche lo scippo vergognoso di questi soldi che ha determinato la crisi della sanità pubblica siciliana. Nel Dicembre dello scorso anno è stato calcolato che lo Stato doveva alla Regione siciliana circa 9 miliardi di euro. Ma il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, non ha provato il ‘titolo’ per giustificare questo credito. Peccato che il ‘titolo’ si trova nella legge Finanziaria nazionale del 2007, quando lo Stato – Governo Prodi – unilateralmente ha deciso di portare la quota di partecipazione della Regione siciliana alle spese sanitarie dal 42% circa al 50% circa. Questo ha fatto venire meno al Fondo sanitario regionale siciliano oltre 600 milioni di euro all’anno a partire dal 2009. Soldi – così è scritto in modo confuso nella Finanziaria nazionale 2007 – che lo Stato avrebbe dovuto restituire alla Regione a valere sulle accise sui carburanti. Peccato che, da allora ad oggi, di queste accise non si è vista una beata minchia. Nella storia di questo raggiro ai danni di 5 milioni di siciliani ci sono: a) un cambiamento del testo della Finanziaria nazionale 2007 – con riferimento alla restituzione delle somme alla Regione siciliana – nel passaggio dalla Camera dei deputati al Senato (cosa che prevedeva il ritorno del testo della Finanziaria 2007 alla Camera: cosa che non è avvenuta: per favore un ‘lungo applauso’ ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia nella legislatura 2006-2008: e tra questi c’è anche l’attuale presidente della Regione Schifani, quello che oggi non trova il ‘titolo’…); b) pronunciamenti della Corte Costituzionale che metterebbero in dubbio la presenza del credito vantato dalla Regione siciliana. Da qui l’accordo siglato dal presidente Schifani con lo Stato in base al quale la Regione rinuncia ai 9 miliardi che lo Stato ha scippato alla sanità siciliana in cambio di 200 milioni di euro pochi, maledetti e subito (argomento che abbiamo trattato in questo articolo e anche in questo articolo).
“Lo sanno i parlamentari dell’Ars che fanno parte della sottocommissione ai Pronto soccorso che, in Sicilia, ci sono Pronto soccorso dove il personale previsto dalle piante organiche è stato ridotto di due terzi?”
Andiamo al Movimento 5 Stelle di Sicilia. Come già ricordato, i grillini hanno governato l’Italia per oltre quattro anni. Visto che sono così sensibili alle sorti della sanità pubblica siciliana perché, quando erano al Governo dell’Italia, non hanno restituito alla Regione siciliana – e quindi a 5 milioni di siciliani – gli oltre 600 milioni di euro all’anno che lo Stato ha scippato al Fondo sanitario regionale siciliano a partire dal 2009? Intervenire oggi, come fanno i grillini dell’Ars, con la sanità pubblica siciliana allo sbando, è solo demagogia spicciola. Con questo modo di procedere continuerà l’evapotraspirazione politica di questo movimento. Lo sanno i parlamentari dell’Ars che fanno parte della sottocommissione ai Pronto soccorso che, in Sicilia, ci sono Pronto soccorso dove il personale previsto dalle piante organiche è stato ridotto di due terzi? Invece di stilare comunicati dai toni moralistici perché questi parlamentari non si presentano nei Pronto soccorso della Sicilia per verificare – Pronto soccorso per Pronto soccorso – quanti medici prevedono le piante organiche e quanti medici lavorano effettivamente con turni massacranti? Perché non presentano un’interrogazione parlamentare al Governo chiedendo come si spendono in Sicilia 9 miliardi e mezzo all’anno di fondi sanitari? Ci riuscite, egregi parlamentari grillini, a fare luce di questi fatti, o preferite scomparire come i vostri equivalenti del Molise? Ed evitate, per cortesia, di citare Ministero della Salute, Agenas e Crea che, rispetto ai temi della sanità siciliana, sono solo campioni di ipocrisia.
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