E’ una proposta interessante sulla quale cominciare a ragionare
Pagina Facebook COLTIVATORI DI GRANO E CEREALI leggiamo un post di Paolo Azzara: “Scusate non sono un produttore di cereali ma sono un artigiano che costruisce mulini a pietra naturale con macine a vista ecc. ecc. (MULINI BAROCCO). Giustamente vi lamentate per il prezzo basso del grano. Visto che siete proprietari della materia prima, perché non fate un piccolo investimento innovativo, comprate 4 mulini e li piazzate in comodato d’uso gratuito nelle rivendite locali. Al cliente basta premere un tasto e osserva la macinazione in diretta; raggiunta la quantità che necessita spegne, passa dalla cassa, paga lo sfarinato che oggi si vende a circa 5 euro al kg. Il cliente rimane soddisfatto, perché ha un prodotto macinato dal vivo senza conservanti e senza nessuna manipolazione, non necessita né di confezionamento, né di etichettatura”. A noi l’idea non sembra sbagliata. Anche se va ricordato che non sono tante le persone che acquistano la farina per poi preparare in casa il pane, la pasta, le pizze, i dolci e via continuando. Però, considerato che l’Italia è letteralmente invasa da grano estero – soprattutto grano canadese e grano arrivato dall’Ucraina; accertato che il prezzo del grano duro è crollato: sotto i 40 euro al quintale il grano duro pugliese, sotto i 30 euro al quintale il grano duro siciliano; appurato che, con il rinnovo dell’accordo sul corridoio umanitario nel Mar Nero, arriverà un’altra ondata di grano ucraino in Italia, facendo ulteriormente abbassare i prezzi e peggiorando la qualità dei derivati del grano; rilevato che il grano duro arrivato dal Canada potrebbe contenere residui di glifosato (è così se viene coltivato nelle aree fredde e umide dove non riesce a maturare naturalmente e viene fatto maturare artificialmente con il glifosato) e che il grano ucraino contiene contaminanti frutto della guerra in corso che ha inquinato i suoli e, in generale, l’ambiente; ebbene, alla luce di tutto questo bisognerebbe portare in tavola solo pasta, pane, pizze, dolci e via continuando preparati con il grano siciliano.
E’ una scommessa che va tentata per tutelare la salute dei consumatori (soprattutto dei bambini e dei ragazzi) e per migliorare le condizioni economiche degli agricoltori
Sappiamo benissimo che non c’è l’abitudine di acquistare il grano appena macinato per poi preparare pasta, pane, pizze e dolci in casa. Ma con tutto quello che sta succedendo è bene che i cittadini comincino ad abituarsi a un cambiamento di stile di vita. Del resto, un tempo il pane, la pasta, le pizze e i dolci si preparavano in casa; si tratta solo di tornare alle tradizioni, soprattutto chi ha figli piccoli dovrebbe valutare attentamente di cominciare a preparare pane, pasta, pizze e dolci in casa. Si può trovare una formula per fare guadagnare gli agricoltori che producono grano – che oggi ha costi elevati – e i cittadini. facciamo un esempio concreto. Un agricoltore vendendo un kg di frumenti a 60 centesimi ci guadagnerebbe; e ci guadagnerebbero anche i consumatori, considerato che oggi la pasta supera spesso i 2 euro al Kg e il pane costa, in media 5 euro al kg. Sta agli agricoltori organizzarsi, per liberarsi dei commercianti e degli industriali che non premiano il loro lavoro ma che, al contrario, sfruttano il lavoro di chi coltiva il grano a proprio rischio. Può sembrare un sogno, ma il post pubblicato dalla pagina Facebook COLTIVATORI DI GRANO E CEREALI può essere l’avvio di un ragionamento. Se nei mercati locali e nei mercati contadini oggi è possibile acquistare formaggi, salumi, frutta, ortaggi e via continuando, perché non provare – con un piccolo mulino a pietra portatile – a vendere il proprio grano macinato? I consumatori comincerebbero a familiarizzare con le varietà di grano duro siciliane, anche di grani antichi, e con qualche varietà di grano tenero siciliano, ottima per fare i dolci in casa (e anche altro). E’ una questione di abitudine: all’inizio si partirebbe con l’acquisto di uno due kg di farina; una volta abituati si potrebbe acquistare la farina per una settimana o per un mese. E’ una scommessa che va tentata per tutelare la salute dei consumatori (soprattutto dei bambini e dei ragazzi) e per migliorare le condizioni economiche degli agricoltori.
Foto tratta da InformazioneOggi.it
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