Per la guida della Regione siciliana serve un’alternativa alla vecchia politica rappresentata dal PD, da Forza Italia, dall’UDC, dagli alfaniani e dalle altre ‘frattaglie’ più o meno trasformiste. Ma quest’alternativa non può essere rappresentata dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Non lo diciamo noi: lo dicono i fatti. Non soltanto il caos di Roma, ma anche la due giorni di Palermo. Dove i grillini hanno parlato di tutto, ma sulla Sicilia non hanno deciso nulla. Che fare? Intanto siete tutti invitati il 15 Ottobre, a Palermo, al Teatro Jolly. Tema: riprendiamoci il nostro futuro di Siciliani
Ho sempre seguito con interesse misto a preoccupazione il cammino dei 5 Stelle. L’interesse nasceva dalla convinzione che l’azione di smantellamento della vecchia politica italiana portata avanti dai grillini fosse salutare. Un interesse misto a preoccupazione: una preoccupazione che oggi si rafforza per almeno due considerazioni.
La prima: è assai facile demolire e demonizzare un avversario politico mentre è assai più difficile elaborare e costruire un progetto politico quale che sia. Nel caso dei 5 Stelle questo progetto non c’è, nemmeno a livello embrionale. Al di là di slogan e pronunciamenti aggressivi, la “pars construens” non è stata nemmeno abbozzata. Parole d’ordine si, a carrettate.
La parola d’ordine più abusata è onestà, ripetuta due volte. Come se il pronunciarla in coro sia prova di essere onesti e garanzia che saremo e ci comporteremo da onesti. Io non dubito della buona fede di tanti simpatizzanti e dirigenti del Movimento 5 Stelle. Ma mi chiedo: chi dà più garanzie, chi non è mai stato indotto in tentazioni oppure chi, pur essendovi stato indotto, direi quasi essendoci vissuto, non vi è caduto? Chi da più garanzie, chi ha come tentazione il taccheggio al supermercato e resiste oppure chi ha gestito miliardi e miliardi di denaro pubblico senza avere mai avuto un solo avviso di garanzia?
Con i ”ti amo” in amore non si vince”, dice un vecchio adagio; con l’onestà gridata non si va da nessuna parte.
La seconda preoccupazione è il deficit di democrazia interno al Movimento che specularmente si riversa all’esterno come deficit di democrazia tout court. Grillo si è ripreso il Movimento. Nessuno che abbia riflettuto sulla gravità di questa affermazione. E che è il Movimento, un giocattolo, prestato ad un coetaneo e subito reclamato?
Grillo ha detto: “Alla fine qualcuno deve prendere delle decisioni (cioè lui). E la democrazia diretta che cos’è? Uno stato d’animo? Cari potenziali elettori del 5 Stelle, non vi fanno paura queste affermazioni? Non vi fanno riflettere le epurazioni che in tanti, che pure hanno vinto regolarmente le elezioni, hanno subito? C’era una volta un tizio che diceva che avrebbe voluto vivere al tempo dei romani che avevano gli schiavi, senza considerare che lui stesso avrebbe potuto essere uno schiavo! Chi la fa l’aspetti!!
Perché ostracizzate i vincitori, i propri vincitori ? Questo si chiama stato confusionale, questa si chiama demagogia, si chiama populismo, si chiama qualunquismo, ma si chiama soprattutto inaffidabilità, instabilità, ingovernabilità. Proprio quando fiducia, stabilità e operatività sono valori prioritari.
I 5 Stelle non sanno e non possono governare perché nel loro DNA c’è la protesta, la rabbia, la pancia e il disgusto, tutte cose si nutrono di se stesse e non abbisognano di ragionevolezza, né di un progetto politico logico e coerente.
L’esatto contrario di ciò di cui ha urgente e assoluto bisogno la Sicilia. Non abbiamo bisogno di dirvi come Renzi, Crocetta, il PD e gli altri ‘ascari’ che sgovernano la nostra Regione hanno ridotto la nostra Isola: sono cose che, sul nostro blog, purtroppo, leggete ogni giorno.
Quello che ci preoccupa, dell’universo grillino, è la mancanza di una proposta politica e di governo per la Sicilia. In due giorni Grillo, Di Maio, Di Battista, e anche Virginia Raggi hanno parlato di tutto: hanno parlato anche della Sicilia, ma non ci hanno detto qual è il loro progetto politico per la nostra Regione.
Direte: è il loro stile, anche a Roma stanno facendo così. Vero. Ma noi, qui in Sicilia, dopo i danni enormi prodotti dal renzismo, dalla mala politica, dalla Mala signoria, non ci possiamo consentire ancora stagioni di vuoto politico e programmatico.
Di fatto – questo è il vero ‘risultato politico’ per la Sicilia venuto fuori dalla due giorni grillina di Palermo – sul futuro politico della nostra Regione deciderà Beppe Grillo. Punto.
In due giorni di dibattito i grillini – e hanno fatto bene – hanno messo in evidenza lo sfascio, purtroppo reale, dell’Italia di Renzi. Non hanno negato le difficoltà che stanno incontrando là dove hanno cominciato a governare. Ma, al di là di un generico “miglioreremo”, non sono andati.
Ma sulla Sicilia Grillo cos’ha detto, a parte le solite battute estemporanee sulla nostra storia? Nulla.
Virginia Raggi ha detto che i grillini contano di vincere le elezioni comunali di Palermo e poi le elezioni regionali siciliane. Ma né lei, né Grillo – lo ribadiamo – ci hanno detto come pensano di governare la nostra Regione.
Giancarlo Cancelleri – parlamentare di Sala d’Ercole, esponente dei grillini – ha detto che in Sicilia non commetteranno gli errori che sono stati commessi a Roma. Ma, anche lui, non ci ha detto come, con quale personale e sulla base di quale programma politico intenderebbe governare la Sicilia. Anzi no, una cosa l’ha detta, veramente rivoluzionaria: che caccerebbe via volentieri tanti dirigenti generali della Regione. Che finezza!
I grillini sono uomini e donne di buona volontà, questo è sicuro. Sono persone per bene: anche questo è certo (anche se attorno a loro comincia a volare qualche brutto moscone). Ma tutto ciò non basta per governare una Regione complessa come la Sicilia, in un momento storico difficilissimo.
Noi, oggi, lanciamo un appello a tutti i Siciliani che, giustamente, vogliono cambiare l’Italia per liberarla da Renzi e dal renzismo: rimettere tutto in discussione è giusto, ma per la Sicilia serve un supplemento di riflessione, serve andare più avanti, nella concretezza, non all’avventura.
Degli altri politicanti di casa nostra non mette conto nemmeno parlarne, devono sparire e basta; ma non è neppure pensabile che la Sicilia sia governata aspettando le decisioni di Grillo e assecondando gli umori di Grillo. Questa sarebbe l’ultima e più devastante deriva dell’ascarismo: essere teleguidati da Genova, attraverso una rete che invece di essere un sussidio della democrazia, diventa un presidio di autoreferenzialità.
Esiste in Sicilia chi può opporsi a questa deriva, chi è in grado di affrontare questa impresa. Diceva Ennio Flaiano: “Noi siamo disposti a fare le barricate, però i mobili ce li debbono mettere gli altri”.
Ebbene, in Sicilia c’è chi è disposto, fuori dalla metafora, a metterci la faccia, chi lascia agli altri le chiacchiere e i proclami, chi, per sua natura, si occupa di fatti concreti.
Di questo e di altro parleremo a Palermo, la mattina del 15 Ottobre, nei saloni del Teatro Jolly, con inizio alle 00,90. Saremo noi e altri ospiti. Per parlare del futuro del Sud e, soprattutto, della Sicilia.
Vi aspettiamo in tanti. E’ il momento, cari Siciliani, di riprenderci il futuro. Con le nostre mani.
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