- Questa è l’ipotesi più probabile. Dovrebbero saltare soprattutto le assunzioni degli ultimi anni
- La nomina dei nuovi vertici della società regionale
- Il braccio di ferro tra il presidente Schifani e l’assessore Aricò. Potrebbe essere passata la linea del presidente della Regione, anche se con la Bad Company potrebbe materializzarsi il proseguimento di una gestione pubblica come chiede l’assessore Aricò
Questa è l’ipotesi più probabile. Dovrebbero saltare soprattutto le assunzioni degli ultimi anni
Il caos che oggi si registra in Sicilia non risparmia l’Ast, sigla che sta per Azienda siciliana trasporti. Per la cronaca, ricordiamo che si tratta di un’Azienda pubblica che si occupa del trasporto delle persone su gomma nelle tratte meno ‘appetibili sotto il profilo economico. Per la cronaca, l’Ast è una società per azioni controllata dalla Regione siciliana (società in house). La società presenta un indebitamento di circa 70 milioni di euro. Questo debito in parte è il frutto delle citate tratte poco frequentate dove di lavora in perdita; e, in parte, il debito è il frutto delle gestioni clientelari da parte della politica siciliana (leggere assunzioni in cambio di voti). eIn questa fase non è ancora chiaro cosa succederà. O meglio, si comincia a capire, stando a un comunicato diffuso in queste ore dalla parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Jose Marano. “L’Ast ormai è nel caos più totale – scrive la deputata grillina – annullate da un momento all’altro 30 corse solo nel territorio catanese, e altre corse sono state cancellate in diverse aree della Sicilia. In questo modo non si garantisce più il fondamentale diritto alla mobilità del cittadino. Questa situazione non è più sostenibile, il governo deve venire in aula a riferire”. Josè Marano, che sull’Ast è intervenuta in Aula, precisa: “E’ ormai chiaro che c’è la netta volontà di mandare all’aria questa società con l’intenzione di affidare il servizio ai privati. Lo si dica chiaramente, nel rispetto dei cittadini e dei dipendenti che non sanno quale futuro li attende. Abbiamo anche fatto, su mia richiesta, un’audizione in commissione sulla vicenda, nella quale è stato detto di tutto per minimizzare e per fare capire che la situazione era in via di normalizzazione. È evidente che non era così”. Anche il capogruppo M5S Antonio De Luca è intervenuto a Sala d’Ercole sulla vicenda per chiedere una seduta ad hoc del Parlamento siciliano sulla questione. De Luca ha anche ricordato la precedente richiesta avanzata da lui di una seduta speciale sul caso See Sicily.
La nomina dei nuovi vertici della società regionale
Nei giorni scorsi sono stati rinnovati i vertici dell’Ast, come si legge in un comunicato pubblicato dal sito della Regione siciliana: “L’assemblea dei soci, su indicazione della presidenza della Regione Siciliana, ha disposto il rinnovo del Consiglio di amministrazione dell’Ast. Presidente è stato nominato il commercialista Giovanni Giammarva; gli altri componenti sono gli avvocati Rosalba Basile e Antonino Gattuso. Giammarva, fino a marzo componente del consiglio di sorveglianza e del collegio sindacale dell’Ast, è un ex funzionario direttivo della Regione Siciliana e svolgerà il suo incarico a titolo gratuito. Nel suo curriculum, gli incarichi di perito e consulente in materia di antiriciclaggio per procure sia in Sicilia che in altre regioni d’Italia. Rosalba Basile ha presieduto il collegio tecnico consultivo dell’Arpa Sicilia e ha svolto numerosi incarichi di consulenza legale, tra gli altri, per enti locali, per l’Ircac e per Rfi. Antonino Gattuso ha svolto numerosi incarichi di consulenza e di docenza a livello universitario e post universitario in materia di informatica giuridica e giudiziaria ed è componente di diversi organismi di vigilanza e controllo di aziende private”. Il fatto che nel comunicato si precisi che è stata la presidenza della Regione siciliana a disporre il rinnovo dei vertici dell’Ast significa che sul futuro dell’Azienda sta passando la linea del presidente Renato Schifani. Come abbiamo scritto poco più di due mesi fa, “Sul futuro dell’Azienda siciliana trasporti è scontro tra il presidente Schifani e l’assessore Aricò“. Rileggiamo qualche passo del nostro articolo:
Il braccio di ferro tra il presidente Schifani e l’assessore Aricò. Potrebbe essere passata la linea del presidente della Regione, anche se con la Bad Company potrebbe materializzarsi il proseguimento di una gestione pubblica come chiede l’assessore Aricò
“Che fine farà l’Azienda siciliana trasporti (Ast), società che, fino ad oggi, è stata controllata dalla Regione? Poco meno di un mese fa abbiamo scritto che sarebbe finita in liquidazione perché travolta dai debiti. Da allora ad oggi si attende una comunicazione ufficiale, da parte del Governo dell’Isola. Che, però, tarda ad arrivare. Perché? Perché sotto sotto – così almeno raccontano le indiscrezioni – è in corso un braccio di ferro tra il presidente della Regione, Renato Schifani, da una parte, e l’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti, Alessandro Aricò, dall’altra parte. Il presidente vorrebbe chiudere l’attuale esperienza, ricorrendo a quanto è stato fatto a livello nazionale con Alitalia, utilizzando una Bad Company. Mentre l’assessore Aricò sostiene che, nonostante il pesante indebitamento dell’Ast (circa 70 milioni di euro che, in realtà, potrebbero essere un po’ di più), la società potrebbe ancora operare. In questo scontro politico non è chiaro se Aricò agisca da solo o se dietro di lui ci siano anche Fratelli d’Italia e un ‘pezzo’ di Forza Italia. L’idea del presidente Schifani – stando sempre alle indiscrezioni – è quella di creare una Bad Company dove far confluire la vecchia società con i debiti, mentre una nuova società – una New Company – dovrebbe continuare a gestire il servizio. Non siamo economisti, ma in entrambi i casi non riusciamo a capire – soprattutto con riferimento all’idea dell’assessore Aricò – da dove dovrebbero venire fuori i soldi per far dare modo all’Ast di proseguire il servizio che fino ad oggi ha svolto, anche se con un appesantimento dei costi che poteva essere evitato. C’era bisogno, ad esempio, di assumere circa 220 soggetti che si sono aggiunti ai circa 600 dipendenti?”. Da quello che si capisce, il braccio di ferro è stato vinto dal presidente Schifani. I nuovi vertici dell’Ast dovrebbero procedere verso la Bad Company. Quello che succederà poi non lo sappiamo: la nuova Ast bis potrebbe essere sempre una società regionale sgravata dai debiti (ma chi li pagherà?), o una società privata. In ogni caso non crediamo proprio che potranno essere confermate le assunzioni degli ultimi anni. E malissimo hanno fatto le organizzazioni sindacali che hanno avallato tali assunzioni. non è da escludere anche quello che sta succedendo, ovvero una riduzione dei servizi forniti dall’Ast.
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