- Oggi Cgil e PD si presentano come contrari all’Autonomia differenziata. Sperando gl’italiani dimentichino che quattro anni fa l’allora Governo nazionale del PD, con l’allora Ministro Boccia (sempre PD) aveva già ‘impiattato’ il progetto di Autonomia differenziata, poi bloccato dalla pandemia
- Le parole dell’allora Ministro Boccia di quattro anni fa
- Oggi il Ministro leghista Calderoli propone quello che il Governo del 2018 aveva già pronto con l’aggiunta di un nuovo scippo a Sud e Sicilia
Oggi Cgil e PD si presentano come contrari all’Autonomia differenziata. Sperando gl’italiani dimentichino che quattro anni fa l’allora Governo nazionale del PD, con l’allora Ministro Boccia (sempre PD) aveva già ‘impiattato’ il progetto di Autonomia differenziata, poi bloccato dalla pandemia
Chi legge I Nuovi Vespri sa che affrontiamo il tema dell’Autonomia differenziata – detta anche Secessione dei ricchi – da almeno sei anni. Assistere, in queste ore, alle prese di posizione degli esponenti del PD e della Cgil, che si dichiarano fermamente e fieramente contrari all’Autonomia differenziata che danneggia il Sud e la Sicilia fa un po’ sorridere. Addirittura, i dirigenti e gli esponenti di questo partito si sono accorti che, per adeguare le diseguaglianze, in materia di sanità e di scuole tra Nord Italia da una parte e Sud Italia e Sicilia dall’altra parte, i meridionali e i siciliani potranno utilizzare le risorse già stanziate per il Sud e la Sicilia, magari le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Correva l’anno 2018, fine Estate, quando scrivevamo: “Se dovesse passare la ‘Secessione dei ricchi’ che non è solo del ‘Lombardo-Veneto’, ma verosimilmente di tutto il Centro Nord Italia, le finanze dei Comuni del Sud verranno azzerate e l’aumento di tasse e imposte (IMU, TARSU, TARI, ACQUA, GAS) locali sarà micidiale. Se non passerà, la Lega che l’ha proposto prenderà comunque una barca di voti nel Centro Nord. Ne vogliamo parlare dei meridionali che vanno ancora dietro a Salvini?”. E ancora: “Noi ci siamo occupati di questo argomento, dando ampio risalto all’appello contro questo ennesimo scippo ai danni del Sud lanciato dall’economista Gianfranco Viesti: ‘Il Nord e il Centro Italia si confermano quello che sono sempre stati: sfruttatori ed egoisti. Dopo avere ridotto all’osso il Mezzogiorno – cosa che hanno fatto dal 1860 ad oggi – adesso vogliono la secessione scippando altre risorse al Sud in barba alla Costituzione. Una petizione su Change.org dell’economista Gianfranco Viesti per bloccare questa ‘furbata’ e discutere democraticamente e correggere i passaggi di questa ‘secessione’ (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DELLO SCORSO 31 AGOSTO PER ESTESO)”. Dov’erano il Partito Democratico e la Cgil allora? Ve lo ricordiamo noi: era caduto il Governo nazionale di grillini e leghisti e si era insediato il Governo di grillini e PD, dove lo stesso PD controllava quasi tutto. Al Ministero delle Regioni il PD aveva piazzato il pugliese Francesco Boccia che un anno dopo, nell’Autunno del 2019 era pronto per applicare l’Autonomia differenziata. Ecco alcune delle sua dichiarazioni di quei giorni:
Le parole dell’allora Ministro Boccia di quattro anni fa
“Ho fatto una sintesi di tutto quello che ho raccolto in questi due mesi e ho trasmesso oggi alla Conferenza Stato-Regioni una bozza della legge quadro sull’Autonomia che tiene dentro tutti gli articoli del titolo quinto, dal 114 al 120 compreso. Il perimetro della legge – proseguiva Boccia – come più volte annunciato, tocca tutti gli articoli rilevanti del titolo V (della Costituzione ndr) e garantisce che l’attuazione del 116 comma 3 avvenga in un quadro di coesione nazionale. Ognuno potrà correre alla velocità prescelta ma tutti potranno contribuire alla crescita del Paese. Ora inizia un grande gioco di squadra con tutte le Regioni e spero senza distinzione di colori politici. Mi aspetto contributi costruttivi da tutti. Speriamo di andare presto in Parlamento e di uscirne con un sostegno unanime- In settimana inizierà in Conferenza Stato-Regioni un bel confronto – diceva sempre il Ministro degli Affari regionali -. La bozza, è il miglior lavoro che potessi fare. Abbiamo ascoltato tutti, fatto una sintesi, e ora tocca agli altri dirmi se c’è qualcosa che non va, cosa integrare, cosa modificare, cosa migliorare. E io vorrei entro fine novembre presentare la legge quadro in Parlamento. Se il Parlamento ci darà fiducia, vorrei il voto di tutte le forze politiche, la legge quadro entro fine anno c’è. A quel punto si tratta di definire gli accordi tra Regioni e Governo e io sono pronto già a gennaio a firmare i primi accordi. Poi i tempi dipenderanno dal Parlamento”. In quei giorni gli unici ad attaccare il progetto disgraziato del Ministro ‘meridionale’ Boccia, che era già pronto per essere approvato, erano gli esponenti di Equità Territoriale di Pino Aprile e qualche parlamentare del Movimento 5 Stelle che non si esponeva più di tanto, perché i grillini erano parte del Governo con il PD e non bisognava disturbare il ‘manovratore’.
Oggi il Ministro leghista Calderoli propone quello che il Governo del 2018 aveva già pronto con l’aggiunta di un nuovo scippo a Sud e Sicilia
In quei giorni infuriava il dibattito sui LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni. Siccome con l’Autonomia differenziata le Regioni del Nord – incamerando tutte le proprie imposte – avrebbero, di fatto, scippato al Sud e alla Sicilia, nella migliore delle ipotesi, non meno di 70 miliardi all’anno, bisognava evitare, almeno sulla carta, che le Regioni del Sud e la Sicilia subissero ulteriori tagli alla sanità e alle scuole. Bisognava calcolare, per l’appunto, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, anche se non si capiva da dove sarebbero stati presi i soldi per evitare tagli a sanità e scuole di Sud e Sicilia. Ecco la posizione ufficiale del PD nell’Autunno del 2019 nelle parole del Ministro Boccia: “Per i LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni – precisava Boccia – ho voluto utilizzare il modello che fu utilizzato sulle leggi Bassanini e quindi proporrò un commissario, un alto dirigente dello Stato. Serve qualcuno che abbia l’autorità di pretendere quei dati e penso che mentre noi lavoriamo sulla legge quadro e sulle intese, intanto un nucleo di tecnici dello Stato avrà questo compito. Ovviamente se ne corso del 2020 i LEP non dovessero vedere la luce partiremo con i fabbisogni standard, su cui si sta già lavorando”. Ecco la nostra risposta di allora al Ministro Boccia: “Già qui si dovrebbero rompere i telefoni con tutto il Sud. A che titolo, infatti, i ‘tecnici’ scelti dal Ministro si dovrebbero sostituire al Parlamento? Ma come gli è saltata in testa un’idea del genere al Ministro targato PD? Dal nostro punto di vista, questa proposta è irricevibile!”. Il Ministro Boccia, è noto, non arrivò ad applicare l’Autonomia differenziata perché, di lì a poco, sarebbe esplosa la pandemia. Oggi il Ministro leghista Roberto Calderoli propone, in sostanza, quello che proponeva il PD nell’Autunno del 2019 con in più la possibilità, per Sud e Sicilia, di utilizzare le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione. La proposta di Calderoli è una truffa politica a tutti gli effetti per almeno due motivi. Primo: perché il Fondo di Sviluppo e Coesione serve per provare a ridurre il divario economico e infrastrutturale tra Nord da una parte e Sud e Sicilia dall’altra parte. Secondo: perché le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione usate per i LEP potrebbero durare tre, forse quattro anni, togliendo peraltro risorse agli interventi per le infrastrutture; così, dopo tre quattro anni Sud e Sicilia si ritroverebbero con la sanità e la scuola con un ‘buco’ di 70 miliardi di euro circa e senza fondi per le infrastrutture. Qui arriviamo a PD e Cgil: questi signori, nell’Autunno del 2019, erano d’accordo con l’allora Ministro Boccia, oggi tra i ‘rinnovatori’ del PD di Elly Schlein, secondo il solito schema trasformista. Oggi PD e Cgil non stanno difendendo Sud e Sicilia, come cercano di fare credere; oggi PD e Cgil stanno strumentalizzando l’Autonomia differenziata del Ministro Calderoli per attaccare il Governo, non certo per difendere Sud e Sicilia. Oggi tutti i partiti politici nazionali sono antimeridionali e antisiciliani. Comprese Cgil, Cisl e Uil, che sono ‘cinghie di trasmissione’ del PD. I resto sono solo grandi minchiate.
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