Altro che tagliare gli sprechi! Altro che ridurre stipendi e buonuscite ai banchieri (che, per inciso, in alcuni casi, derubano i risparmiatori). Dallo Stato, per i nuovi terremotati, si profilano solo le facce di bronzo ai funerali. I soldi per i soccorsi li pagheranno i cittadini italiani con un nuovo aumento delle tasse. A cominciare dalle accise sui carburanti. L’elenco delle accise sulle benzine appioppate agli italiani dal 1935 ai nostri giorni
Dove trovare i soldi per i terremotati del Centro Italia? Il Governo Renzi avrebbe un’idea ‘innovativa’: il solito aumento delle accise sulla benzina!
Per ora è solo un’ipotesi: ma è un’ipotesi che il Codacons – sigla che sta per Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori – dà per scontata. Tanto da convincere il suo presidente, Carlo Rienzi, ad attaccare a testa bassa il Governo (come potete leggere per esteso in questo articolo di Imola Oggi):
“La sola idea di aumentare per l’ennesima volta le accise sulla benzina e’ inaccettabile. Questo perché, nel corso degli anni, si e’ fatto più volte ricorso alla tassazione sui carburanti per reperire risorse finalizzate ad emergenze varie, accise che una volta entrate in vigore non sono state più revocate”.
Non è un caso, insomma, se benzina e gasolio siano i più cari d’Italia. Il Governo Renzi, a parole, dice di voler ridurre le tasse per aiutare le imprese. Ma se, come lascia intendere il Codacons, dovessero aumentare le accise su benzina e gasolio, ci troveremmo in presenza di un’ulteriore penalizzazione per il sistema delle imprese italiane.
Non dobbiamo dimenticare che, nel nostro Paese, il trasporto delle merci avviene, in buona parte, su trasporto gommato. L’aumento delle accise sui carburanti andrebbe ad appesantire i costi delle imprese, con effetti depressivi sull’economia. Come giustamente dice il presidente del Codacons, un aumento dei prezzi di benzina e gasolio “avrebbe un impatto enorme sulla collettivita’ ed effetti disastrosi sui consumi”.
Insomma, con il nuovo disastro provocato dal terremoto non sta cambiando nulla. Fino ad ora non si parla di prevenzione (investimenti per mettere in sicurezza gli edifici del nostro Paese, soprattutto nei Centri storici). Non si parla di eliminare gli sprechi (per esempio, i mega stipendi e le mega liquidazioni dei banchieri).
Per i terremotati si profilano solo funerali con le facce di bronzo dei politici. E il progetto del Governo Renzi di tornare a mettere le mani nelle tasche degli italiani.
E’ interessante scorrere l’elenco delle accise sulle benzine appioppate agli italiani nel corso dei decenni. Tasse che, una volta introdotte, non vengono più eliminate.
1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belìce del 1968;
99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012.
Come tutti sappiamo, quando ci rechiamo in un distributore di carburante, paghiamo ancora i costi della guerra d’Etiopia del 1935-1936.
Per ogni alluvione e per ogni terremoto i governi appioppano un aumento del costo del carburante agli italiani. L’ultimo aumento è quello in favore dell’Emilia colpita dal terremoto del 2012.
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