Finalmente si comincia ad indagare sul più opaco dei business siciliani che condanna l’Isola ad una eterna emergenza. La speranza è che anche le altre Procure siciliane seguano la stessa via…
“La Procura di Palermo ha aperto un’indagine sulla gestione dei rifiuti in diversi comuni del palermitano”. E’ quanto leggiamo sul sito dell’Ansa che specifica come al momento si tratti “di un’inchiesta conoscitiva finalizzata ad accertare l’esistenza di eventuali reati”.
A finire sotto l’occhio dei pm sono le amministrazioni locali della provincia, con particolare attenzione a Carini e Partinico, ma non solo.
“L’inchiesta, – continua l’Ansa- che per la sua ampiezza costituisce una sorta di monitoraggio sulla gestione di diverse fasi del ciclo dei rifiuti – dagli appalti per il recupero, alle discariche e alla biostabilizzazione – è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi (nella foto) e dall’aggiunto Dino Petralia ed è stata delegata al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che da domani acquisirà una serie di atti nei Comuni e alla Regione”.
“L’attenzione dei pm si concentra innanzitutto sull’organizzazione della gestione dei Comuni: dai tempi biblici della raccolta, agli appalti dati alle ditte private per lo smaltimento occasionale. Si cercherà di capire ad esempio con quali criteri siano stati incaricate del recupero le ditte di autotrasporto.
E ancora si indagherà “sul sistema di smaltimento e sulle discariche sia sotto l’aspetto amministrativo, delle autorizzazioni, dunque, che sotto quello funzionale. Sotto la lente di ingrandimento tutte le discariche in cui conferiscono i comuni palermitani, come quella di Siculiana, che sono in perenne emergenza da difetto di capienza”.
Al centro delle attività degli investigatori anche i complessi rapporti tra Comuni e Regione, il sistema di biostabilizzazione e la “sorte” delle 15mila tonnellate di rifiuti che in un primo momento sarebbero dovuti finire a Torino. La Finanza procederà alle acquisizione degli atti e nei prossimi giorni verrà sentito anche il dirigente regionale Pirillo”.
L’indagine trae spunto proprio dalla relazione che Pirillo, in piena emergenza, ha inviato al ministero e per conoscenza anche alla Procura.
“Un’emergenza come quella che si è verificata e si verifica continuamente – fanno notare gli inquirenti – ha assunto dimensioni tali che dai reati ambientali, pur gravissimi, si è arrivati a una sistematica violenza contro le persone costrette a convivere con miasmi e cumuli di immondizia”..
Non possiamo che accogliere con ‘gioia’ questa notizia, visto che è quello dei rifiuti è il business più opaco e più lucroso in Sicilia e che le continue emergenze in cui si ritrova l’Isola non sono certo casuali.
La speranza è che anche le altre Procure siciliane seguano la stessa via.
Ricordiamo che la Commissione Nazionale Antimafia è tornata ad occuparsi di questo tema con la recente audizione del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, di cui vi abbiamo parlato qua.
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