Così abbiamo riscoperto che gli ATO hanno oltre un miliardo di Euro di debiti. E che gli affidamenti diretti del servizio per la raccolta rifiuti, adottato da alcuni sindaci siciliani, sarebbero fuori legge. Ma se questi affidamenti sono fuori legge – benché adottati nel quadro di un’oggettiva emergenza rifiuti – come mai gli affidamenti diretti adottati qualche anno fa nell’Agrigento e dintorni del Ministro Angelino Alfano, peraltro in assenza di emergenza rifiuti, sarebbero a norma di legge? Come renziani e CISL, in vista del referendum del prossimo Autunno sulle ‘presunte’ riforme costituzionali cavalcano la vecchia e gattopardesca politica
In queste ore assistiamo all’ennesima puntata del ‘serial’ sui rifiuti siciliani. Le ‘news’ sono due: la scoperta che gli ATO rifiuti sarebbero indebitati per oltre un miliardo di Euro (che è un po’ come aver riscoperto l’acqua calda…) e la denuncia contro alcuni sindaci siciliani, ‘rei’ di aver affidato il servizio per la raccolta dei rifiuti senza bandi. Il dubbio è che un gruppo di primi cittadini abbia creato ad arte l’emergenza rifiuti per aggirare il ricorso all’evidenza pubblica.
Proviamo a capire cosa sta succedendo, senza la presunzione di detenere la verità, se non altro perché le ‘verità’ sulla gestione dei rifiuti in Sicilia sono così tante e così diverse che è praticamente impossibile rintracciarle tutte. Accontentiamoci delle ultime due ‘recite’.
Con una premessa: che i renziani che oggi sono al Governo della Regione sono i primi responsabili di un sistema di gestione dei rifiuti sbagliato. Perché, al di là delle recite del sottosegretario Davide Faraone contro il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è lo stesso Faraone che, da oltre un anno, gestisce il settore dei rifiuti, se è vero che l’assessore regionale che si occupa di tale problema, Vania Contraffatto, l’ha voluto proprio lui.
In questo vecchio sistema troviamo anche i sindacati, con in testa la CISL siciliana, che difende assunzioni di personale nate male e cresciute in peggio. Ma andiamo con ordine.
Si ritorna a parlare dei debiti degli ATO rifiuti, dicevamo. Ma nessuno spiega come mai queste bizzarre società esistono ancora. Vanno vanti con le gestioni di costose liquidazioni. Non sarebbe il caso di mettere la parola fine?
Il ‘regalo’ degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO, per l’appunto) lo dobbiamo al Governo Berlusconi 2001-2006.
Per far gestire rifiuti e acqua, all’insegna delle ‘economie di scala’, sarebbero bastati semplici – e gratuiti – consorzi di Comuni. Invece sia per la gestione dei rifiuti, sia per la gestione dell’acqua, il centrodestra ‘liberale’ berlusconiano, nei primi anni del 2000, s’inventa le società ‘sovietiche’ tra Comuni: per l’appunto, gli ATO.
Perché le società e non i semplici consorzi di Comuni? Perché i secondi sarebbero rimasti soggetti pubblici, mentre le società per azioni tra Comuni si configurano come soggetti privati. Che, in quanto tali, possono effettuare assunzioni a ruota libera, trasformando i ‘fortunati’ assunti dalle società private (gli ATO rifiuti) in dipendenti dei Comuni (i soci degli stessi ATO rifiuti).
Il tutto aggirando la Costituzione italiana, che per l’assunzione nella pubblica amministrazione prevede i concorsi.
Negli ATO rifiuti, nel corso degli anni, gli assunti sono stati 13 mila. Tutti assunti con il concorso di sindaci, parlamentari di centrodestra e di centrosinistra, sindacalisti (CGIL, CISL e UIL). Comodo, no?
Il sistema ATO rifiuti presenta, sin dalla nascita, almeno due anomalie.
La prima anomalia è che, in materia di rifiuti, con il consenso dei sindaci, il Governo regionale si arroga poteri che non ha e che, invece, spettano ai Comuni.
Da qui la scelta – dei Governi regionali – di puntare sulle discariche piuttosto che sulla raccolta differenziata.
La seconda anomalia è finanziaria: il sistema ATO rifiuti, creato per valorizzare le ‘economie di scala’ (sinergie tra Comuni per ridurre il costo del servizio), viene gestito in modo esattamente opposto: si appesantiscono i costi con la follia delle assunzioni, con le laute retribuzioni degli amministratori, con sprechi incredibili che sembrano studiati a tavolino per fare arricchire i titolari delle discariche che in Sicilia, in buona parte, sono private.
Solo un cretino può pensare che la politica siciliana abbia fatto arricchire ‘gratuitamente’ certi munnizzara della Sicilia. o no?
Quello degli ATO rifiuti è un ‘gioco’ senza né capo, né coda, dove i sindaci-amministratori indebitano i propri Comuni.
Tanto a pagare sono gli ignari cittadini con la TARI. Perché nel conteggio della TARI ci sono gli introiti per i titolari delle discariche. Una pacchia. Bello il sistema inventato da una Regione che non avrebbe titolo pe rinterferire e condizionale la gestione dei rifiuti, no?
A fine 2011 arriva il Governo Monti. La stretta economica è immediata. Si scopre che gli ATO rifiuti hanno debiti per oltre un miliardo di Euro. Ma anche crediti verso i Comuni. Che, però, non hanno i soldi per pagare questi debiti.
Se ci riflettiamo, il 70% dei debiti accumulati dagli ATO rifiuti non sono altro che crediti contratti dai Comuni: in pratica, sono stati i sindaci degli anni passati a indebitare i propri Comuni!
Il tutto in un quadro di costi sociali elevatissimi: inquinamento dell’aria, dei terreni e, in alcuni casi, delle falde acquifere. E proteste dei cittadini che si rifiutano di vivere accanto alle discariche, come nel caso degli abitanti di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, nel Catanese.
Il tutto – e questo è il fatto più grave – con la stragrande maggioranza delle discariche che ha operato violando la Legge, sotterrando anche ciò che non sarebbe mai dovuto finire sotto terra.
Pensate: se a partire dal 2008, quando il centrodestra viene di fatto estromesso dal Governo della Regione siciliana, la nostra Isola avesse puntato sulla raccolta differenziata dei rifiuti, i 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno in Sicilia non sarebbero finiti tutti sotto terra, ma sarebbero stati in buona parte riciclati producendo utili; molte discariche sarebbero state chiuse; e l’indebitamento del sistema, nel suo complesso, sarebbe stato ridotto.
E, soprattutto, sarebbe stato ridotto l’inquinamento.
Invece con il centrosinistra al governo della Regione è successo l’esatto contrario: alcune discariche sono state ampliate (in alcuni casi in barba alla legge); altre discariche sono state aperte; è andata avanti la gestione delle discariche fuori legge; e, soprattutto, la raccolta differenziata, che in alcune zone della Sicilia aveva raggiunto il 20%, si è ridotta drasticamente.
Oggi gli uffici della Regione dicono che la raccolta differenziata, in Sicilia, è al 12%. E’ una percentuale sovrastimata. Il dato reale non supera il 6-7%.
Precisando che il merito della poca raccolta differenziata che c’è in Sicilia è di alcuni sindaci e dei cittadini, non certo di una Regione il cui ruolo, in questo settore, continua ad essere nefasto.
Oggi si ‘riscopre’ che ci sono i debiti. E che per pagare ‘sti debiti non basta la TARI pagata oggi dai siciliani (che è una tra le più ‘salate’ d’Italia). Un modo elegante per dire che la TARI dovrà aumentare.
Non è vero che i debiti degli ATO ammontano a oltre un miliardo di Euro. Sono molti di più. Basti pensare alla montagna di contenziosi.
Arriviamo alla seconda notizia: i sindaci che avrebbero ‘violato’ la legge perché avrebbero affidato il servizio senza gare.
La raccontiamo tutta la verità? Nella testa di chi sostiene questa tesi, i nuovi sindaci, appena insediati, avrebbero dovuto tutelare i 13 mila soggetti assunti dalla vecchia politica in combutta con i sindacati.
Invece molti sindaci si sono rifiutati di avallare il vecchio sistema. Legge alla mano – che consente l’affidamento diretto del servizio in caso di emergenza – si sono rivolti ad altri soggetti. Hanno fatto bene? Hanno fatto male?
Un fatto è certo: piaccia o no, hanno interrotto un sistema. CGIL, CISL e UIL della Sicilia protestano (soprattutto la CISL)? I sindaci che hanno interrotto questo sistema se ne saranno fatti, supponiamo, una ragione.
La riforma di questo settore – la riforma che ha introdotto le Srr, le Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti – prevede, di fatto, la stabilizzazione dei 13 mila assunti nel passato. Ma non prevede risorse finanziarie. E infatti non la applica quasi nessuno.
Il vecchio sistema politico siciliano – di cui i renziani e la CISL sono parte integrante – prevedeva la stabilizzazione di questo personale. Ma abbiamo l’impressione che il loro desiderio rimarrà tale.
Ci rendiamo conto che in piane campagna elettorale – con renziani e CISL che raccolgono voti per un improbabile Sì, 13 mila soggetti avrebbero fatto comodo.
Ma a questi 13 mila soggetti assunti negli anni passati nel settore dei rifiuti va detto che i soldi per la loro possibile stabilizzazione se li è presi il Governo Renzi: è il Governo renzi, infatti, che ha scippato le risorse finanziarie alla Regione e ai Comuni. Con il silenzio di quei sindacati – CISL in testa – che oggi, a parole, prendono le loro difese.
E’ ai renziani che i 13 mila soggetti debbono chiedere conto e ragione dello loro mancata stabilizzazione, non ai sindaci lasciati senza soldi. Questo così, tanto per chiarire: per chiarire, ammesso che ce ne sia bisogno che renziani e CISL, in questa campagna elettorale referendaria, stanno utilizzando i metodi della vecchia politica con una piccola variante: non avendo più le risorse finanziarie, cercano di scaricare su altri gli impegni che hanno assunto e che non possono mantenere.
L’assessore Contraffatto lascia trapelare il dubbio che alcuni sindaci avrebbero fatto ricorso ad affidamenti diretti in assenza di emergenza rifiuti. Peccato che, da due anni, i rifiuti, in tante aree della Sicilia, rimangono non raccolti lungo le strade. Se questa non è emergenza quale sarebbe l’emergenza?
La verità è che i renziani – Faraone e l’assessore Contraffatto da una parte – e il presidente Crocetta dovrebbero mettersi d’accordo. Da un anno lo stesso Crocetta chiede il commissariamento della Regione in materia di rifiuti. Ma il Governo Renzi dice no. perché con il commissariamento Crocetta – che diventerebbe il commissario – toglierebbe potere ai renziani che, lo ribadiamo. gestiscono oggi – male – i rifiuti in Sicilia.
Così da un anno assistiamo a una faida politica, tutta interna al PD, proprio sulla gestione dei rifiuti. Mentre la stessa gestione rifiuti è diventata un’emergenza, se è vero che si sta facendo ricorso all’ ‘export’ di rifiuti in altre regioni italiane e in Bulgaria (chissà quanto ci guadagneranno con il trasporto…).
E a cosa pensano il Governo Renzi e la CISL siciliana? A realizzare inceneritori – nel caso del Governo Renzi – che non risolverebbero l’emergenza rifiuti (ma forse risolverebbero le ‘emergenze’ delle campagna elettorali del prossimo anno); e al personale assunto nel passato da tutelare nel caso della CISL.
Ultima notazione per l’assessore Contraffatto.
Assessore, guardi che il ricorso agli affidamenti diretti dei servizi – in materia di rifiuti e di acqua – è stato denunciato qualche fa dall’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto. E allora – questo glielo possiamo assicurare – non c’era né emergenza rifiuti, né emergenza idrica.
Questo avveniva ad Agrigento e provincia, luogo che ha dato i natali al Ministro degli interni Angelino Alfano.
Non ci sembra che le denunce di Petrotto abbiano sortito effetti. Anzi, per tutta risposta, il Comune di Racalmuto è stato commissariato per ‘mafia’ e Petrotto è stato spedito a casa. Questi sono i fatti.
Da qui una domanda: se gli affidamenti diretti operati allora ad Agrigento e dintorni – quando peraltro non c’era alcuna emergenza per rifiuti e acqua – sono stati giudicati validi, perché quelli fatti dai nuovi sindaci – in piena emergenza rifiuti – dovrebbero essere fuori legge?
Forse ci siamo persi qualcosa?
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