La rivolta dei brasiliani contro Lula non è altro che la rivolta contro gli americani/ MATTINALE 901

9 gennaio 2023
  • Quante falsità si stanno raccontando in queste ore sulla rivolta del popolo brasiliano. Dietro lo scontro in Brasile c’è la solita guerra tra area del dollaro americano da una parte e Cina dall’altra parte   
  • Più della metà della popolazione brasiliana è convinta che le elezioni presidenziali siano state ‘taroccate’ per fare perdere Bolsonaro e fare vincere Lula
  • L’ambiguità dell’Unione europea che avrebbe già provato a distaccarsi dagli Stati Uniti d’America e che poi ha fatto precipitosamente marcia indietro  

Quante falsità si stanno raccontando in queste ore sulla rivolta del popolo brasiliano. Dietro lo scontro in Brasile c’è la solita guerra tra area del dollaro americano da una parte e Cina dall’altra parte   

Da quando elezioni presidenziali brasiliane molto ma molto discutibili hanno assegnato la vittoria al ‘socialista-comunista’ Luiz Inacio Lula da Silva, conosciuto semplicemente come Lula, noi scriviamo che in Brasile non è da escludere la guerra civile. E ci siamo vicini se è vero che, in queste ore, migliaia di persone stanno occupando il Parlamento brasiliano, il Plamalto (la sede del Governo) e anche la sede della Corte Suprema. L’assalto alla più alta Magistratura non è casuale, perché la Magistratura ha giocato un ruolo fondamentale nel fare perdere le elezioni al presidente uscente, Jair Bolsonaro. Lo schema che segue il cosiddetto Occidente industrializzato nella ‘lettura’ dei fatti che vanno in scena in queste ore in Brasile è lo stesso che è stato applicato negli Stati Uniti d’America dopo le discutibili elezioni presidenziali del 2020, quando grazie al voto ‘postale’ – che è un imbroglio patentato in questi tutti i Paesi del mondo che vi ricorrono – la vittoria è stata assegnata all’attuale presidente Joe Biden. Così come negli USA Biden è stato presentato come il “buono” e di “sinistra”, mentre Donald Trump sarebbe il “cattivo” di destra, in Brasile Lula sarebbe il “buono” di “sinistra”, mentre Bolsonaro sarebbe il “cattivo” di destra. Ebbene, questo schema è una grandissima stupidaggine. La colpa di Bolsonaro è solo una: avere portato il Brasile in alleanza con la Cina, contro gli Stati Uniti d’America. Il Brasile di Bolsonaro non solo fa parte del BRICS, sigla che sta per Brasile, Russia, India Cina e Sudafrica, ma ha partecipato al progetto – in fase di realizzazione – che punta a creare nel mondo una moneta alternativa al dollaro statunitense. Un progetto ampio, al quale hanno dato l’adesione tanti Paesi del mondo, dall’Africa al Medio Oriente, dall’Asia al Sudamerica. Da quando è presidente del Brasile, il signor Lula non ha ancora detto se il Brasile continuerà a lavorare per una moneta alternativa al dollaro americano o se si schiererà con gli Stati Uniti d’America. Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere.

 

Più della metà della popolazione brasiliana è convinta che le elezioni presidenziali siano state ‘taroccate’ per fare perdere Bolsonaro e fare vincere Lula

Più della metà della popolazione brasiliana è convinta che le elezioni presidenziali siano state ‘taroccate’. L’Occidente e Lula mettono in giro la voce che il popolo brasiliano che oggi protesta sarebbe “fascista”. La realtà è che tantissimi brasiliani, dopo l’esperienza di Lula presidente del Brasile – che, lo ricordiamo, è anche finito in galera per corruzione – non lo vogliono. E, soprattutto, non vogliono continuare ad essere assoggettati agli Stati Uniti d’America. C’è chi dice che, alla fine, Lula sarebbe stato assolto perché innocente; altri dicono che sarebbero stati gli americani a farlo uscire di galera per contrapporlo alle elezioni presidenziali a Bolsonaro facendolo vincere con elezioni ‘taroccate’. C’è un modo per venire fuori da questa storia? Sì, ed è un modo semplicissimo: Lula dovrebbe semplicemente spiegare con chi si schiererà il Brasile che presiede: se con il BRICS, ovvero con Cina, Russia, India, Sudafrica e tanti Paesi del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa per creare una moneta alternativa al dollaro americano, o se intende riportare il Brasile con gli Stati Uniti d’America. Ebbene, su tale questione – almeno da quello che abbiamo letto finora, pronti ad essere smentiti dai fatti (dai fatti, però, non dalle parole) – Lula ha fatto il pesce dentro il barile. Molti osservatori occidentali cercano di far passare tesi di comodo, come il “fascismo” di Bolsonaro e Lula uomo di “sinistra”. Questa tesi non sta in piedi, perché non ci può essere una “sinistra” alleata dei Democratici americani di Biden e Obama che non hanno fatto altro e non fanno altro che seminare disperazione e guerre in mezzo mondo per provare a difendere un Occidente e un’area del dollaro che oggi, piaccia o no, sono una netta minoranza nel mondo.

 

L’ambiguità dell’Unione europea che avrebbe già provato a distaccarsi dagli Stati Uniti d’America e che poi ha fatto precipitosamente marcia indietro  

Guardiamo la realtà: cosa è successo nel mondo da quando i Democratici di Biden hanno messo piede alla Casa Bianca? Guerra in Afghanistan, vendita di armi ad Israele e guerra tra israeliani e palestinesi, guerra in Ucraina, tensioni nelle Coree, tensioni tra Kosovo e Serbia, tensioni a Taiwan, inflazione mondiale e recessione mondiale. E ‘maneggi’ in Sudamerica, un Continente che si vuole staccare dal giogo degli Stati Uniti d’America. In Sudamerica non ci sono solo le proteste popolari in Brasile: c’è il sostanziale colpo di Stato in Perù, con la destituzione del presidente socialista Pedro Castillo e c’è l’Argentina che è stanca dei ricatti sul debito del Fondo Monetario Internazionale (altra ‘benemerita’ istituzione dell’Occidente…). Anche l’Unione europea, pur se in modo ambiguo, ha provato a distaccarsi dagli USA. Lo ha fatto tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 siglando un temerario accordo con Russia e Cina, ovvero il pagamento in euro di una mega-fornitura trentennale di gas russo alla Cina, ovvero un modo per stabilizzare l’euro al spese del dollaro americano. Giarda caso, quando gli americani hanno ‘sgamato’ l’accordo tra Ue, Cina e Russia è scoppiata la guerra in Ucraina. Il tentativo dell’Europa ‘presunto’ unita di agganciarsi a Russia e Cina è iniziato nel 2005, quando l’ex Cancelliere tedesco, il socialdemocratico Gerhard Schroeder è stato nominato presidente del Consiglio di Sorveglianza di Gazprom, il colosso del gas russo. Tutte queste notizie approfondite le trovate in questo articolo con i relativi approfondimenti. Dopo di che, quando è scoppiata la guerra in Ucraina, l’Unione europea ha fatto marcia indietro su tutto e si è schierata con gli Stati Uniti. Ma gli americani non si fidano: non si fidano soprattutto della Germania: e fanno bene, perché i tedeschi, oltre a essere tedeschi, sono infidi. Mentre l’Unione europea nel suo insieme ha dimostrato un spirito ‘mercenario’ che, ovviamente, gli americani non possono accettare. Come finirà – in Brasile e nell’Unione europea – lo lasciamo alla vostra immaginazione.

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano 

 

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