Tocca al Governo e alla maggioranza che lo sostiene garantire la presenza in Aula del numero legale, non alle opposizioni. Se questo avviene si parla di inciuci. Il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella, ex grillino con il dente avvelenato contro i grillini, dovrebbe esaminare i fatti con più serenità. Si accorgerebbe, anche, che la competenza sugli studenti disabili non è della Regione, ma dello Stato
Qualche volta l’acredine, in politica, gioca brutti scherzi. Così, pur di colpire gli avversari che stanno antipatici, si finisce con dare una ‘lettura’ affrettata, se non sbagliata, degli eventi. Succede al senatore di Sinistra Italiana eletto in Sicilia, Francesco Campanella che, a proposito della mancanza di numero legale che ieri sera, a Sala d’Ercole, ha determinato l’interruzione dei lavori parlamentari e il rinvio a Settembre dell’esame e dell’approvazione della mini-manovra finanziaria, scrive:
“L’assist che i grillini hanno fornito a Forza Italia, assenti alla chiama delle 19,00 in Aula, ha permesso ieri sera a Sala d’Ercole di far saltare la seduta per assenza del numero legale e rinviare tutto a Settembre, compresi gli stipendi per i funzionari delle ex Province, le somme per i Consorzi di bonifica, l’assistenza ai disabili”.
“Un’alleanza in piena regola – prosegue il senatore – quella tra i deputati ‘puri e onesti’ del Movimento di Beppe Grillo e gli esponenti di Forza Italia, uno scempio che lascia coi conti in rosso centinaia di lavoratori per la gioia dei grillini, che hanno potuto scaricare le responsabilità sulla maggioranza. L’irresponsabilità mista al cinismo causa sempre dei mostri – prosegue Campanella – e i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti. Non è creando i problemi per scaricare poi la responsabilità sugli altri, che si conquista il consenso. Si godano le loro vacanze, i deputati grillini. Stiano tranquilli che chi non avrà i soldi per pagare le bollette o comprare un gelato ai propri figli si ricorderà di loro e della notte di San Lorenzo, la notte della caduta dei falsi eroi”.
Noi abbiamo seguito i lavori parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana. E, a onor del vero, la storia che racconta il senatore Campanella ci sembra ingenerosa e, forse, mal interpretata. E’ evidente che il senatore di Sinistra Italiana, ex grillino, ha il dente avvelenato contro i suoi ex compagni di strada.
Proviamo a ricostruire come sono andate le cose.
I lavori parlamentari, ieri mattina, sono cominciati male: e sono cominciati male perché era assente la maggioranza dei deputati della maggioranza. Sembra un gioco di parole. Nei fatti, ieri mattina, a Sala d’Ercole, sede del Parlamento siciliano, non c’era la maggioranza parlamentare.
Questo succede quando il testo di legge che deve andare in discussione non è condiviso. E’ evidente che, in Commissione Bilancio e Finanze, erano state fatte forzature che buona parte dei deputati di centrosinistra non ha condiviso.
Tutto questo era chiaro alle 10 e trenta del mattino. Sarebbe stato logico interrompere i lavori e rinviare tutto a Settembre. E infatti è quello che abbiamo scritto noi (come potete leggere qui).
Invece la presidenza dell’Ars ha insistito ad andare avanti. Assicurando che i deputati della maggioranza sarebbero arrivati. La discussione è proseguita fino a sera. Ma i deputati della maggioranza c’erano e non c’erano.
A un certo punto – dopo una lunga discussione sui Consorzi di bonifica che, per alcuni aspetti, sono un esempio di sprechi e di clientele – la maggioranza di centrosinistra è venuta meno.
Certo, i parlamentari di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle avrebbero potuto restare in Aula e fare approvare la legge. Ma perché avrebbero dovuto farlo? Tocca al Governo e ai parlamentari che l’appoggiano garantire numero legale e maggioranza in Aula, non alle opposizioni. Che, facendo mancare il numero legale, si sono limitate a fare emergere le contraddizioni di un Governo e di una maggioranza che, in altre occasioni, lo stesso senatore Campanella ha stigmatizzato.
Se avessero fatto il contrario, facendo approvare la mini-finanziaria, sarebbero stati accusati di fare inciuci con il Governo. In certi passaggi parlamentari o si sta da una parte o dall’altra, senza la possibilità di vie di mezzo.
Tra l’altro, le opposizioni avevano chiesto – ad inizio di dibattito – di affrontare prima la mini-finanziaria e poi la legge elettorale. Forse perché erano a conoscenza che in Commissione Bilancio e Finanze erano emerse divisioni all’interno della stessa maggioranza e prevedevano che il vero obiettivo del Governo regionale e della maggioranza che lo sostiene era quello di rinviare tutto a Settembre.
Ma la presidenza dell’Ars, Governo e maggioranza si sono opposti. E hanno approvato una legge elettorale confusa, peraltro non condividendola con le opposizioni.
Per carità: dal 1992 ad oggi la legge elettorale dei Comuni è stata cambiata più volte. Ogni maggioranza ne ha voluta una a propria immagine e somiglianza. E in questo dobbiamo dire che il centrodestra ha sempre indovinato, mentre nel 2011 il centrosinistra ha approvato una legge elettorale per i Comuni confusa che ha creato enormi pasticci, ma avuto un merito che dobbiamo riconoscere: ha incasinato lo spoglio, rendendo difficile il riconoscimento del voto, creando non pochi problemi ai chi compra e vende voti, compresi i mafiosi.
Comunque hanno ‘rimediato’, reintroducendo l’effetto trascinamento e mantenendo la doppia preferenza di genere: due passaggi che semplificheranno le operazioni di voto nei quartieri popolari (dove, di solito, va in scena la compravendita di voti) e renderanno il voto più ‘riconoscibile’ (non c’è bisogno di dire a chi…).
Dal senatore Campanella ci saremmo aspettati qualche considerazione su questa nuova legge elettorale che ci ricorda tanto una certa ‘antimafia’ di questi anni: sbandieramento di ‘grandi valori’ per ottenere l’effetto rigorosamente contrario.
Non solo. Dal senatore Campanella ci saremmo aspettati qualche considerazione su un’Aula che discute una manovra da 8 milioni di Euro con risorse scippate al Fondo etico, cioè al Fondo che dovrebbe sostenere le famiglie che non hanno garanzie da offrire alle banche.
Di più: a fine serata si è visto che i ‘califfi’ dell’Ars non si erano accontentati di 8 milioni di Euro: avevano impegnato tutt’e 12 i milioni di Euro del Fondo etico: 9 milioni di Euro per gli stipendi dei dipendenti delle ex Province, 2,5 milioni di Euro per le scuole paritarie dell’infanzia e 3,5 milioni di Euro per le solite ‘idrovore’ dei Consorzi di bonifica.
Senatore Campanella, se li sommerà si accorgerà che i nostri valenti deputati avevano sforato di 3 milioni di Euro i 12 milioni di Euro del Fondo etico. Questa è aritmetica che difficilmente può essere smentita.
Quanto agli studenti disabili, egregio senatore, abbiamo l’impressione che lei dovrebbe rileggersi come stanno le cose. La competenza – economica e finanziaria – sull’assistenza agli studenti disabili non è della Regione, ma dello Stato. Le tanto vituperate ex Province – e non la Regione! – negli anni passati intervenivano con fondi propri per consentire agli studenti disabili di restare a scuola anche il pomeriggio.
Ma per la presenza degli alunni disabili nelle scuole – con riferimento alla mattina, durante le ore di lezione – la competenza è dello Stato. Al massimo, le ex Province – oggi in parte sostituite dalle Città Metropolitane (Palermo, Catania, Messina) e in parte commissariate (le altre sei ex Province trasformate in Consorzi di Comuni) – potrebbero intervenire per sostenere la presenza a scuola degli alunni disabili nei pomeriggi: ma dubitiamo che ciò possa avvenire, perché non hanno nemmeno i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti!).
Se, come lei dice, gli studenti disabili, a Settembre, non potranno recarsi a scuola la mattina, la responsabilità sarà del Governo nazionale. Noi non vogliamo credere che il Governo Renzi abbia tagliato anche i fondi per gli alunni disabili della Sicilia, perché sarebbe l’unico caso in Italia.
Su questo punto lei, senatore, potrebbe presentare una bella interrogazione al Governo nazionale. E se appurerà che Roma ha per davvero tagliato i fondi per gli studenti disabili della Sicilia, potrà avvertire le famiglie, le quali potranno rivolgersi alla Giustizia ordinaria per riavere un servizio che lo Stato non può negare.
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