- In effetti l’articolo 15 dello Statuto siciliano, mai applicato correttamente, prevede la soppressione delle Province da sostituire con i Liberi Consorzi di Comuni. Abolendo le Province, ovviamente, vengono meno le Prefetture
- L’interrogazione parlamentare all’Ars
In effetti l’articolo 15 dello Statuto siciliano, mai applicato correttamente, prevede la soppressione delle Province da sostituire con i Liberi Consorzi di Comuni. Abolendo le Province, ovviamente, vengono meno le Prefetture
Per il MIAS, il Movimento per l’Indipendenza e l’Autonomia della Sicilia presieduto da Umberto Mendola, le Prefetture della nostra Isola non dovrebbero esserci. Posizione, questa, che questa formazione politica d’ispirazione autonomista e indipendentista ha più volte sottolineato (come potete leggere qui). Adesso ritorna sull’argomento rendendo noto “che è stato notificato presso i relativi domicili legali, il ricorso al TAR Sicilia avverso il silenzio formatosi in relazione alla diffida redatta dal costituzionalista Daniele Granara notificata al Ministero dell’Interno, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Siciliana pro-tempore al Presidente del Governo siciliano pro-tempore. Tale diffida – prosegue il comunicato – era finalizzata ad ottenere una risposta dagli organi in indirizzo, in considerazione da quanto emergeva da una risposta ad una interrogazione parlamentare proposta dal MIAS”, dalla quale viene fuori “chiaramente che, in mancanza di norme di coordinamento tra Stato Italiano e Statuto Autonomo Siciliano, le Prefetture siciliane sono incostituzionali!”.
L’interrogazione parlamentare all’Ars
Per la cronaca, il MIAS ha collaborato con il parlamentare regionale, Vincenzo Figuccia, alla stesura di un’interrogazione parlamentare che è stata discussa dal Parlamento siciliano. Il MIAS prova punzecchiare la politica siciliana per ottenere “una risposta circa una completa e veritiera attuazione della Autonomia Amministrativa e Finanziaria della Regione Siciliana rispetto all’amministrazione centralizzata dello Stato. Tale atto mirava a sollecitare la Pubblica Amministrazione dello Stato e quella della Regione Siciliana affinché si desse finalmente una veste di concretezza alle previsioni statutarie le quali hanno pieno valore di Costituzione per tutti i Siciliani. Il MIAS ha intrapreso un percorso irto di difficoltà e di ostacoli, ma si avvale di professionisti di eccelso livello (una squadra di 5 avvocati ed 1 costituzionalista) che sanno come palesare tutti i diritti che negli anni, lo Stato Italiano ha nascosto ai siciliani. Infatti, se solo fosse applicato almeno l’articolo 15 (dello Statuto siciliano ndr), che espressamente sopprime sin dalla sua promulgazione gli organi e gli enti pubblici che fanno capo alle circoscrizioni provinciali, ossia le Prefetture dello Stato italiano (oggi Uffici Territoriali del Governo), non solo da un lato cesserebbero di pesare sul bilancio regionale per oltre 62 milioni di euro all’anno; ma dall’altro lato si formerebbero almeno 200.000 posti di lavoro, consentendo di liberalizzare professioni come le “guardie giurate” non più sottoposte ad autorizzazione prefettizia dai dettami del Re del 1931 , ma ad un semplice controllo dell’Autorità Regionale come costituzionalmente dovrebbe essere! Non vi è chi non veda che lo stato Italiano con le sue Prefetture impediscano l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro in, tenendo il popolo siciliano sempre in condizioni precarie e togliendo il lavoro!”.
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