Non è che, a umma umma, bruceranno i rifiuti nelle cementerie siciliane?

29 luglio 2016

Il nostro dubbio nasce dalla constatazione – oggettiva – che il Governo regionale, sul fronte gestione rifiuti, è nel pallone. La stessa polemica con il sindaco di Torino, Chiara Appendino (che ha ragione da vendere: il Governo nazionale e il presidente della Regione Piemonte non possono decidere di trasferire i rifiuti siciliani a Torino senza avvertire il sindaco di questa città) sembra sia stata creata ad arte per distrarre l’attenzione generale. Ricordiamo che, già nel 2012, il Governo regionale allora retto da Raffaele Lombardo, provò a far bruciare i rifiuti nelle cementerie della nostra Isola

Possibile che tra tutte le città italiane l’unica nella quale portare i rifiuti che la Regione siciliana non sa gestire era Torino? E poi perché il Governo nazionale – parliamo del Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti – e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, hanno deciso di inviare i rifiuti della Sicilia a Torino senza avvertire il nuovo sindaco della città? Forse perché Chiara Appendino è il sindaco del Movimento 5 Stelle che ha fatto mangiare la polvere all’ex sindaco di Torino, Piero Fassino?

Questi signori del PD, come al solito, giocano sporco. Sapevano benissimo che, così facendo, avrebbe provocato la reazione stizzita dei grillini torinesi. Vabbè che Palermo non ne ha bisogno, ma secondo voi sarebbe successa una cosa diversa se una Regione amministrata dal centrodestra, appoggiata da un Governo di centrodestra, avrebbero deciso di scaricare nel capoluogo palermitano 15 mila tonnellate di rifiuti?

Da qui il nostro dubbio: il clamore mediatico sull’asse Sicilia-Torino è stato creato apposta per nascondere qualcosa? Per esempio, l’invio dei rifiuti, a umma umma, nelle cementerie siciliane? Qualcuno sta controllando che cosa sta succedendo?

Lo ricordiamo perché il ‘famigerato’ Piano dei rifiuti della Sicilia del 2012 – in realtà un Piano stralcio – prevedeva proprio di inviare i rifiuti prodotti dalla Sicilia nelle cementerie della nostra Isola. Il tutto con l’avallo di Legambiente Sicilia, allora presieduta da Domenico ‘Mimmo’ Fontana.

Oggi alla presidenza di Legambiente siede Gianfranco Zanna. Che, su tale questione, non dovrebbe pensarla come il suo predecessore.

Ricordiamo che bruciare i rifiuti nelle cementerie avrebbe effetti devastanti nell’ambiente. Non a caso, i quattro termovalorizzatori che il Governo regionale di Totò Cuffaro avrebbe voluto realizzare in Sicilia prevedevano sistemi particolari per ridurre al minimo le emissioni di sostanze inquinanti nell’aria. A monte era contemplata la raccolta differenziata (per evitare, ad esempio, che venisse bruciata la plastica). Poi erano previsto particolari filtri.

Bruciare i rifiuti siciliani nelle cementerie all’insegna dell’emergenza significherebbe riempire di diossina, metalli pesanti e altre sostanze inquinanti i centri che si trovano vicine alle cementerie. Per questo è necessario che le popolazioni che vivono nei pressi delle cementerie vigilino per evitare brutti scherzi.

Nel 2012, infatti, fu grazie alle proteste popolari che la folle decisione di bruciare i rifiuti siciliani nelle cementerie dell’isola venne bloccata. ma – lo ribadiamo – ci vollero le proteste popolari. 

La verità è che il Governo nazionale e la Regione siciliana – entrambe amministrate dal centrosinistra – non sanno come affrontare l’emergenza rifiuti che è esplosa nella nostra Isola. Lo sapete perché i rifiuti che giacciono nelle strade siciliane da due mesi si sono ridotti? Semplice: perché, in questa fase, li stanno portando quasi tutti in quello che avrebbe dovuto essere un centro di compostaggio e che, di fatto, è diventato una nuova discarica. Parliamo del centro di compostaggio di Castelvetrano, dove non sappiamo quanti rifiuti sono stati momentaneamente stoccati.

Noi ci auguriamo che si tratti di uno stoccaggio temporaneo. Anche perché a Castelvetrano non mancano certo le proteste degli abitanti e degli ambientalisti (come potete leggere qui).

Si teme, come abbiamo scritto più volte

come potete leggere in questo articolo

e anche in questo secondo articolo

che l’accumulo dei rifiuti nel centro di compostaggio di Castelvetrano vada ad inquinare il fiume Modione e le aree archeologiche di Selinunte e Cave di Cusa.

Resta comunque una domanda: quanti rifiuti ha accumulato Castelvetrano in quasi sette giorni? Il centro di compostaggio è già saturo e si continua a riempire in attesa di nuove soluzioni? Con molta probabilità, i parlamentari grillini, nei prossimi giorni, presenteranno un’interrogazione all’Ars e al Parlamento nazionale.

Quello che preoccupa è l’atteggiamento del Governo regionale di Rosario Crocetta, che sembra nel pallone. Il presidente della Regione ha sottovalutato l’emergenza che, un mese fa, cresceva di giorno in giorno. Con molta probabilità, si è fidato dell’assessore regionale, Vania Contraffatto. E si è ritrovato, improvvisamente, nel caos.

Da quello che sappiamo, ai titolari delle discariche siciliane aperte è stata lasciata ampia autonomia: della serie, datevi da fare per smaltire i rifiuti e fate in modo di poter accogliere altri rifiuti. Potrebbero esportarli fuori dalla Sicilia (come? a che costi?). O trovare altre soluzioni. Il tutto in un clima caotico.

Da qui le nostre perplessità. E la nostra domanda: non è che questi signori avrebbero deciso di anticipare la costruzione degli inceneritori di rifiuti in Sicilia, facendo bruciare l’immondizia nelle cementerie dell’Isola?

Ci auguriamo che i nostri dubbi vengano fugati.

 

 

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