- Sono leciti i dubbi sulla tesi che dietro la morte del Ministro degli Esteri della Bielorussia ci sia la mano della Russia di Putin?
- Non sembra più logica che questo atto possa essere una mossa disperata di chi sta andando a sbattere contro il muro?
Sono leciti i dubbi sulla tesi che dietro la morte del Ministro degli Esteri della Bielorussia, Vladimir Makei, ci sia la mano della Russia di Putin?
Per i media occidentali la morte del Ministro degli Esteri della Bielorussia Vladimir Makei (nella foto a destra tratta da Il Riformista) sarebbe opera dalla Russia di Putin. Motivazione: la Bielorussia non si sarebbe ancora schierata in armi contro l’Ucraina e così i russi avrebbero inviato un segnale al presidente della Bielorussia, Lukashenko. C’è da crederci? La tesi sembra forzata e, soprattutto, illogica. Da qui i nostri dubbi. Di fatto, al di là della disinformazione, la Russia sta vincendo la guerra non contro l’Ucraina di Zelensky, che non conta assolutamente nulla, ma contro l’intero Occidente industrializzato. Il fatto che la stessa Unione europea, nei giorni scorsi, abbia riconosciuto che tra qualche settimana, se non prima, potrebbe cominciare la grande migrazione di cittadini ucraini verso l’Europa dimostra che l’Occidente si trova oggi in grande difficoltà. Epilogo inevitabile: la Russia sta riservando agli occidentali – che combattono una guerra per procura contro la Russia sulla pelle dei cittadini ucraini, definiti correttamente da Putin “carne da cannone” – lo stesso trattamento che ha riservato prima a Napoleone e poi ad Hitler. La differenza rispetto al passato è che i russi non stanno lasciando terra bruciata agli avversari ritirandosi, ma stanno distruggendo le infrastrutture dell’Ucraina, a cominciare dalle centrali elettriche, lasciando milioni di persone al freddo dell’Inverno senza luce e anche nell’impossibilità di nutrirsi. Di fatto – lo ribadiamo – la Russia sta vincendo la guerra: che senso avrebbe uccidere il Ministro degli Esteri della Bielorussia per convincere il Governo della stessa Bielorussia e entrare in guerra contro un Paese che la guerra l’ha già persa? Sono o no razionali i nostri dubbi?
Non sembra più logica che questo atto possa essere una mossa disperata di chi sta andando a sbattere contro il muro?
Lo sappiamo: ora gli algoritmi che controllano l’informazione nei social occidentali faranno sparire questo articolo, ma noi non possiamo non scrivere quello che pensiamo. Tra l’altro, la Russia, nella guerra in Ucraina contro l’Occidente, è alleata di ferro della Cina. Il presidente della Russia, Putin, prima di fare avvelenare il Ministro degli Esteri della Bielorussia si sarebbe per forza di cose dovuto confrontare con il presidente della Cina, Xi Jinping. Quindi Putin e Xi Jinping avrebbero eliminato il Ministro degli Esteri della Bielorussia per convincere il presidente della Bielorussia – alleato di Russia e Cina – a entrare in guerra contro l’Occidente che ha già perso la guerra con la Russia? Con rispetto parlando, non possiamo non manifestare dubbi su questa tesi. Riflettiamo: tre alleati – Russia, Cina e Bielorussia – si dovrebbero mettere a fare la guerra tra di loro quando la Russia ha già piegato l’Occidente in Ucraina? Ma che senso avrebbe? A differenza di chi ha la verità in tasca, noi ci affidiamo soltanto al dubbio. E il nostro dubbio è che questa strana morte improvvisa del Ministro degli Esteri della Bielorussia possa essere la mossa disperata di chi non sa più cosa fare perché si va accorgendo di stare andando a sbattere contro un muro…
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