Piano piano il messaggio è passato. Le vergogne delle ultime settimane – Renzi e Crocetta che firmano l’ennesimo ‘Patto’ per rapinare la Sicilia – hanno dato la sveglia a tanti Siciliani. L’hanno compreso i vecchi partiti politici – PD, Forza Italia, UDC, NCD e ‘Frattaglie’ varie – che stanno provando a mettersi tutti insieme, vergognosamente, per tentare di resistere. Ma non ce la faranno: alle prossime elezioni regionali, finalmente, libereremo la Sicilia da questi ‘ascari’
Conservo per ragioni personali una copia del Giornale di Sicilia del 10 luglio 2010. Il titolo d’apertura a otto colonne e a grandi caratteri è: “Rifiuti in Sicilia: Il governo decreta l’emergenza”. Un titolo pressoché uguale lo leggiamo nello stesso giornale 6 anni dopo, pochi giorni fa. Una politica imbelle, incapace, cialtrona, stracciona e corrotta in sei anni non ha saputo, voluto, potuto, fate voi, trovare il modo per rendere un servizio essenziale ai suoi amministrati.
Poiché non si tratta di costruire la pace nel mondo, ma di agire con intelligenza e onestà in un settore assai limitato della nostra vita in comune, si è portati a pensare che questa gente nei rifiuti ci guazzi e ci ingrassi come gli scarafaggi e i topi. Che sia il loro habitat politico naturale? Che senza il peggio del peggio questa gente non sopravvivrebbe?
Ecco dunque perché, facendo finta di niente, senza il minimo “rossore” tutti, a mano a mano che si avvicina il giorno del giudizio, il tempo delle elezioni, cioè, si agitano e si muovono, chi lentamente, chi scompostamente all’interno del cassonetto che li ospita tutti.
Ognuno, temendo per sé e per la propria sopravvivenza politica, apre spazi, cerca varchi, tesse nuove alleanze e nuove aggregazioni, come se i siciliani fossero una variabile indipendente composta da imbecilli irredimibili. E’ inutile che qualcuno tenti di rifarsi una verginità dimettendosi da qualche carica quando sarebbe meglio per tutti dimettersi da se stessi.
E’ inutile che il PD l’NCD, il CCD, l’UDC, Forza Italia e chi più ne ha più ne metta, tentino impossibili e inconfessabili aggregazioni cercando un uomo per tutte le stagioni che li guidi al macello.
Sanno bene che non serve a niente unirsi con… e sganciarsi da ….
Qualcosa è partito, qualcosa si muove. Nonostante il silenzio ovattato della stampa siciliana, quella stampa che senza eccezione ha fatto della conservazione una bandiera plurisecolare [Un esempio? Il 26 maggio del 1860 il Giornale di Sicilia titolava “I briganti (ovvero i garibaldini) sono stati respinti dall’esercito”. Il 27 maggio titolava “Palermo è libera”].
Nonostante il silenzio di regime sui soprusi romani che in pochi, e noi per primi, hanno denunciato, ormai è passato il messaggio: la Sicilia è dei Siciliani e i Siciliani se la riprenderanno.
Non è un caso se alcune forze politiche più leste a cogliere le novità hanno cominciato a condividere e fare propri la battaglia dei siciliani e a difendere i diritti della Sicilia.
E i siciliani non sanno che farsene di giornali che, a distanza di anni, rispolverano vecchi titoli senza dire una sola parola di condanna per i tanti mangiapane a tradimento che ci strangolano e aiutano i nostri nemici a strangolarci. Di giornali che il giorno in cui la Sicilia sarà libera saranno pronti a titolare: “La Sicilia è libera”.
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