- Nel paese dove gli occidentali hanno creato il Coronavirus SARS-COV-2 temono l’arrivo di un cataclisma sanitario?
- Verso un conflitto sempre più violento tra Cina e Russia da una parte e USA e Unione europea dall’altra parte?
- Sullo sfondo una guerra informatica e una crisi alimentare globale alimentata dai cambiamenti climatici?
Nel Paese dove gli occidentali hanno creato il Coronavirus SARS-COV-2 temono l’arrivo di un mezzo cataclisma sanitario?
Cominciamo da una notizia che arriva dalla Cina. In questo grande Paese di oltre un miliardo e 300 milioni di abitanti, dove con molta probabilità gli occidentali hanno sperimentato e messo in circolazione il Coronavirus modificato in laboratorio SARS-COV 2, va in scena la politica tolleranza zero verso il virus. E’ una notizia che leggiamo già da giorni nei report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Di questa gestione del virus da parte della Cina l’Occidente coglie solo la parte economica: se la Cina continua a isolare intere città per eliminare il virus è chiaro che si rallenta l’economia: un minor consumo di petrolio, un minor consumo di gas, una minore attività commerciale e via continuando. Ma c’è un aspetto di cui in Occidente non si parla: il timore – in Cina molto presente – che possano venire fuori varianti del virus altamente aggressive. Questo segna una differenza fondamentale nella gestione del virus tra Cina e Occidente: in Cina, dove peraltro la densità della popolazione nelle aree abitate è elevata, si punta ad eliminare il virus chiudendo tutto e bloccando quasi tutte le attività; in Occidente, invece, ormai di fatto sono state eliminate anche le mascherine. Non sappiamo come finirà. Un fatto è certo: la Cina, nella pandemia di Covid 19 ha fatto sempre da apripista. Speriamo bene. L’arrivo di varianti più aggressive del Coronavirus a Rna SARS-COV-2, là dove si dovesse materializzare, dimostrerebbe l’inutilità della campagna vaccinale effettuata in Occidente (che invece è stata molto utile per le multinazionali farmaceutiche e per i tirapiedi che hanno lavorato per la loro ‘causa’).
Verso un conflitto sempre più violento tra Cina e Russia da una parte e USA e UE dall’altra parte?
Questo è, per grandi linee, lo scenario sanitario che si prospetta in questo fine 2022: uno scenario che si proietta nel 2023. All’orizzonte, nel prossimo anno, non c’è soltanto una possibile recrudescenza della pandemia. Da quello che stiamo vedendo in questi giorni, con le due bombe che hanno colpito il territorio della Polonia e l’attentato di Istanbul, c’è chi lavora per deteriorare le relazioni tra Cina e Russia da una parte e Stati Uniti d’America e Unione europea dall’altra parte. Il fatto che i media occidentali abbiano subito accusato la Russia di aver colpito con i missili il deposito di cereali in Polonia – esplosione che, lo ricordiamo, ha ucciso due persone – dimostra inequivocabilmente che, al di là delle parole di circostanza, Stati Uniti e Unione europea non hanno ancora intenzione di stabilire rapporti di collaborazione e di pace con Russia e Cina. Le parole del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e della presidente del Consiglio dei Ministri italiana, Giorgia Meloni, pronunciate in queste ore sono emblematiche. Anche davanti alla notizia che i missili che hanno colpito la Polonia sono partiti dall’Ucraina, Scholz e la Meloni hanno dato la responsabilità alla Russia, perché ha iniziato la guerra in Ucraina. Volutamente, Scholz e la Meloni fanno finta di non sapere che la guerra in Ucraina è iniziata con il colpo di Stato americano in Ucraina del 2014. E che dal 2014 fino a poco prima dell’inizio della guerra in Ucraina gruppi d’ispirazione nazista hanno perseguitato e ucciso le popolazioni russe della stessa Ucraina. Questo spiega perché la guerra in Ucraina è destinata a proseguire. E, con molta probabilità, a trasformarsi, almeno in parte, in conflitto globale almeno sul piano economico.
Sullo sfondo una guerra informatica e una crisi alimentare globale alimentata dai cambiamenti climatici?
Poi ci sono altre notizie con le quali familiarizzeremo sempre di più il prossimo anno. In primo luogo, la recessione economica globale, che è già iniziata. Una recessione che è il frutto delle politiche monetarie portate avanti a colpi di aumenti dei tassi di interesse. I Paesi occidentali – Stati Uniti in testa – si illudono che il mondo sia in presenza di un’inflazione monetaria. In parte è così; ma c’è anche un’inflazione provocata da carenza di beni, soprattutto alimentari; e anche da carenza di beni che non vengono messi in circolazione ora per questioni legate al ritorno della pandemia, ora a causa della guerra in Ucraina, ora per scelte strategiche: è il caso della componentistica prodotta in Cina che sta mettendo in difficoltà la produzione di telefoni cellulari. Va da sé che la crisi economica mondiale potrebbe alimentare disordini sociali. E’ in arrivo anche l’Inverno, che si annuncia rigido e che potrebbe aggravare la crisi energetica in Europa. Sullo sfondo si intravedono i prodromi di una guerra informatica, conseguenza diretta delle guerre in corso nel mondo e dei problemi alimentari che cominciano a delinearsi in alcune aree del mondo, alla luce dell’inflazione alimentare segnalata dalla FAO, braccio operativo dell’ONU in materia di agricoltura e alimentazione. Sullo sfondo si intravede anche un conflitto sempre più acceso tra Cina e Taiwan. E anche un conflitto tra area del dollaro americano, sempre più debole e BRICS sempre più forte e determinato. Il tutto mentre vanno avanti i cambiamenti climatici che quest’anno hanno creato problemi di siccità nel Centro Europa, in Africa, in Medio Oriente, in Argentina, mentre in Australia si registra una delle Estati più piovose degli ultimi anni.
Foto tratta da Avvenire
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