Inutile chiedersi perché nel 2016 la Sicilia non riesca a gestire il settore. La verità è una e l’ha ricordata il sindaco di Palermo. Semmai c’è da chiedersi come mai la magistratura non riesca a porre un freno a questa mafia…
Perché in Sicilia nel 2016 non si riesce a gestire un settore che pure i Paesi del terzo mondo riescono a gestire meglio? Quante volte persone che non vivono qui vi hanno fatto questa domanda? O quante volte ve lo siete chiesti? Le risposte che avete letto sono tante, ma la verità è la più ovvia: perché è un “sistema criminogeno”. Gestito cioè non per garantire efficienza alla collettività, ma per garantire interessi economici a pochi.
Lo ha ricordato ieri Leoluca Orlando nel corso dell’incontro con la Commissione parlamentare antimafia in tour a Palermo per la commemorazione della strage di via D’Amelio (che ricordiamo qua): “Un sistema di anomalie – ha detto Orlando – e un sistema criminogeno nel quale si annidano interessi economici, che sono politico- affaristici-mafiosi in qualche caso, nel quale si registra da una parte l’assoluta inattività del governo regionale, anche di quel governo che per otto anni ha visto la presenza organica dei vertici di Confindustria, e dall’altra parte imprenditori privati legati a Confindustria che hanno fatto affari a danno dei cittadini e della loro qualità della vita”.
Orlando riserva anche una stoccata a Vania Contrafatto, l’assessore ai Rifiuti e all’Energia dell’area PD di Davide Faraone che non ha fatto un bel nulla: “Il Csm non rinnovi più il nulla osta all’assessore regionale ai Rifiuti Vania Contrafatto, che è un magistrato. Perché i magistrati non possono usare la politica come un tram, salendo e scendendo quando desiderano. Se l’assessore vuole fare politica, si dimetta dalla magistratura”.
A giudicare dallo stato in cui versa i settore in Sicilia, in effetti, non serve un magistrato in aspettativa ma il lavoro dell’intera Procura della Repubblica.
Alla luce di ciò stride ancora di più la presenza di un magistrato in aspettativa in quell’assessorato. Anche il suo predecessore, Nicolò Marino, era un magistrato in aspettativa, ma la storia è completamente diversa: Marino ha lottato duramente – come vi ricordiamo qui– contro gli interessi delle discariche private, tant’è che per questo è stato ‘silurato dalla giunta”. Segnali di lotta, dalla Contrafatto, invece non ne arrivano.
Intanto continua la farsa di Davide Faraone che persevera nel criticare il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dimenticando di citare l’assessore al ramo messa lì da lui. Per il governatore, e questa volta non sbaglia, il sottosegretario renziano non sa di cosa parla: “Non ho alcuna intenzione di mandare i rifiuti fuori regione per arricchire gli impianti del Nord. Faraone? Non sa di cosa parla” dice Crocetta sottolineando che i rifiuti comunque dovrebbero essere trattati prima di essere spediti e mancano proprio questi impianti di trattamento.
C’è da dire che fare arricchire le discariche del Nord o quelle del Sud, poco cambia per i Siciliani. Se siamo dinnanzi ad un sistema criminale, ciò che servirebbe è altro ed è strano che ancora i magistrati non riescano a porre un freno a questa mafia.
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