- Gli agricoltori siciliani e pugliesi hanno ragione: anche con il grano a 50 euro al quintale ci sono problemi, perché i prezzi dei mezzi di produzione – sementi, fertilizzanti, energia – sono cresciuti in ragione più che proporzionale alla crescita del prezzo dello stesso grano duro
- La crescita del prezzo del grano negli Stati Uniti d’America
- Anche in Europa prezzi all’insù. I timori che l’Africa rimanga senza il grano del Mar Nero
Gli agricoltori siciliani e pugliesi hanno ragione: anche con il grano a 50 euro al quintale ci sono problemi, perché i prezzi dei mezzi di produzione – sementi, fertilizzanti, energia – sono cresciuti in ragione più che proporzionale alla crescita del prezzo dello stesso grano duro
L’escalation del conflitto tra Russia e Ucraina continua a generare preoccupazioni che si riflettono sui mercati agricoli. Si teme che, nonostante la mediazione dell’ONU, venga meno l’accordo tra i due Paesi in guerra per far transitare dal Mar Nero le navi cariche di grano e di altri prodotti agricoli. Se ciò dovesse avvenire si avrebbe una riduzione dell’offerta di grano nel mercato internazionale e problemi per le forniture di grano ai Paesi africani. Ennesima dimostrazione che gli effetti di una guerra sono globali, con riflessi negativi su Paesi che con la guerra non hanno nulla a che vedere. La condizione di incertezza crescente continua a provocare un aumento dei prezzi a cominciare dal grano. Lo scrive nel suo report di ieri senza mezzi termini l’analista dei mercato internazionali, Sandro Puglisi: “I prezzi sono saliti alle stelle dopo che la Russia ha lanciato più missili su obiettivi a Kiev e in altre città ucraine in risposta alla distruzione di un ponte che collegava Russia e Crimea, e ora gli operatori dubitano che l’accordo di esportazione verrà rinnovato a Novembre”. Insomma, l’accordo potrebbe saltare facendo ulteriormente lievitare i prezzi del grano e di altri prodotti agricoli.
La crescita del prezzo del grano negli Stati Uniti d’America
“Il prezzo del grano Chicago SRW, infatti – scrive Puglisi – è arrivato a meno di mezzo centesimo dal limite giornaliero di 70 centesimi, quindi i prezzi sono arretrati nel pomeriggio, ma il consiglio ha comunque chiuso in rialzo del 6,56% nel corso della giornata e al di sopra della soglia di $ 9/bu. Il prezzo del grano HRW di Kansas City ha chiuso la giornata con un aumento del 5,73%, chiudendo al di sopra della soglia di $ 10/bu. Il prezzo del grano primaverile di Minneapolis ha chiuso in rialzo del 4,78% e i prezzi sono ora di +$ 10/bui fino a settembre 23… In questo contesto, anche altri cereali hanno seguito l’esempio. Il mais ha ottenuto guadagni a due cifre con un aumento del 2,2%, mentre i semi di soia si sono rafforzati di oltre lo 0,5%… Mais e soia sono aumentati per la terza sessione consecutiva. In particolare, il contratto di grano più attivo del Chicago Board of Trade ha perso lo 0,8% a $ 9,31 per staio, alle 02:47 GMT. Il mais ha guadagnato lo 0,1% a $ 6,99 a staio e la soia ha guadagnato lo 0,3% a $ 13,78 a staio. Gli investitori stanno prendendo posizione in vista dei rapporti mensili sull’offerta e la domanda agricola mondiale del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e sui rapporti sulla produzione di colture in arrivo mercoledì”.
Anche in Europa prezzi all’insù. I timori che l’Africa rimanga senza il grano del Mar Nero
Anche in Europa ieri i prezzi sono saliti alle stelle. “I fattori geopolitici – leggiamo sempre nel report di Puglisi – rimangono quindi il fattore chiave nei nostri mercati, il che sconvolge qualsiasi analisi fondamentale. Pertanto, nonostante la domanda sul mercato fisico sia attualmente molto debole, con conseguente deterioramento delle basi, i futures sono fortemente aumentati. Il prezzo del grano è balzato di 16,25 €/ton per chiudere a 364,25 €/ton. Il mais è salito di €10,25/ton chiudendo a 346,75/ton. I prezzi della colza sono aumentati di €13/ton, attestandosi a €642,5/t.”. Anche in Russia i prezzi del grano sono in leggero aumento. Il perché lo spiega sempre Puglisi: “L’indebolimento del rublo nei confronti del dollaro e le limitate offerte dal mercato interno hanno spinto i prezzi al rialzo. Gli agricoltori preferiscono vendere il frumento da foraggio e aumentare gradualmente le offerte”. Dobbiamo prendere atto che viviamo in un mo0ndo molto strano dove liberismo e globalizzazione colpiscono i redditi degli agricoltori dei Paesi dove i costi di produzione sono più elevati rispetto ai costi di produzione dei paesi economicamente sviluppati. Ma i cambiamenti climatici e, adesso, la guerra in Ucraina se, da un lato, creano problemi di rifornimenti di grano ai Paesi economicamente meno sviluppati come l’Africa, dall’altro provoca un aumento dei prezzi del grano e di altri prodotti agricoli che, in teoria, dovrebbe giovare agli agricoltori. E’ così? Sì e no. In alcuni casi gli agricoltori europei, ad esempio, ‘respirano’ un po’, in altri casi non ‘respirano’ affatto perché nel mondo si è scatenata un’inflazione che non risparmia gli agricoltori. Nel Sud Italia e in Sicilia, ad esempio, tanti agricoltori che producono grano duro, si chiedono fino a che punto, quest’anno, è opportuno seminare il grano duro per l’esplosione dei costi di produzione, dalle sementi ai fertilizzanti, dalle lavorazioni agricole meccanizzate (leggere aumento dei costi del carburante agricolo) ai diserbanti. Insomma, per concludere, la situazione si va complicando per tutti. Con molta probabilità, bloccare in un modo o nell’altro la guerra in Ucraina sarebbe la soluzione migliore (in queste ore ci stanno riflettendo anche i governanti degli Stati Uniti d’America che, nonostante i ripetuti innalzamenti dei tassi di interesse, non riescono a venire a capo dell’inflazione) con buona pace delle grandi multinazionali delle armi che si stanno facendo i classici ‘bagni’…
Foto tratta da Sicilia Agricoltura
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