Il PD? Una nuova Democrazia Cristiana con qualche difetto in più rispetto alla prima

2 ottobre 2022
  • Le copie, di solito, vengono peggio dell’originale

di Enzo Guarnera 

Dopo la sconfitta elettorale non c’è ancora alcun segnale di autocritica radicale 

Caro PD,
faccio una premessa: non ti ho mai votato.
E adesso capirai perché.
Mi rivolgo a te, quale entità metafisica, perché sono certo che darai ascolto alle mie parole molto più dei tuoi dirigenti in carne ed ossa.
Perché essi sono, politicamente, degli incapaci, dei “minus habens”, soggetti autoreferenziali e talora narcisisti.
Quando ti hanno fatto nascere, oltre 15 anni fa, avresti dovuto rappresentare una novità nel desolante panorama politico del nostro Paese.
Invece sei nato male, già vecchio.
Correnti interne che si fronteggiavano per la conquista dei posti di potere, e i vari capi e capetti, provenienti da diverse esperienze, in corsa per gli incarichi politici e istituzionali più elevati e di prestigio.
La società civile, quella vera ed esterna, lontana dalle vecchie logiche, è rimasta fuori.
Sono mancati la voglia e il coraggio di farti nascere come un organismo nuovo, aperto a quei cittadini che si sono allontanati dalla politica, e che andavano rimotivati attraverso un ampio processo di partecipazione democratica.
Essi dovevano essere i protagonisti di un percorso di rinnovamento.
Ha prevalso la vecchia partitocrazia, quella che ha separato, e continua a separare, il “palazzo” e la sua nomenclatura dai bisogni reali e dalle aspettative delle persone.
Sei diventato una sorta di nuova Democrazia Cristiana, con qualche difetto in più rispetto alla prima.
Le copie, di solito, vengono peggio dell’originale.
La politica nuova è possibile solo se a costruirla sono donne e uomini nuovi, lontani dalle logiche di potere personale, animati da spirito di servizio.
Bisogna inventare altri strumenti e percorsi per cambiare il nostro Paese.
Occorre costruire un progetto che, a partire dalle realtà locali, determini un ricambio della classe dirigente, che sia giovane non solo anagraficamente ma, soprattutto, nella testa e nel cuore.
Donne e uomini per i quali la ricerca del bene collettivo sia l’unica ragione dell’impegno politico.
Il vizio che era all’origine della tua nascita ha prodotto metastasi, e con il tempo è diventato un cancro che ha totalmente devastato la tua identità.
Hai perduto male le ultime elezioni.
E cosa fanno i vari capi e capetti?
Invece di invertire totalmente la rotta, facendo adesso ciò che andava fatto 15 anni fa, hanno cominciato la corsa per occupare il posto del nefasto Letta.
Nessun segnale di radicale autocritica.
E allora, caro PD, cosa dirti?
Puoi sperare in un miracolo, per esempio nella occupazione di tutte le tue sedi, quelle poche rimaste, da parte di giovani che mandino a casa le cariatidi che le hanno abusivamente occupate.
Utopia?
Certo che lo è.
Ma, come dicevano alcuni, l’utopia va sempre coltivata.
Perché essa può andare al potere.
In bocca al lupo, caro PD.
Evviva il lupo!
Con amicizia, ma solo per te!

Foto tratta da Corriere della Calabria 

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