- Ieri Giuseppe Lupo, parlamentare regionale uscente del PD, da sempre tra i più votati nel collegio di Palermo, ha ritirato la sua candidatura alle elezioni regionali
- Lo ‘strano’ caso di Valentina Scialfa
Ieri Giuseppe Lupo, parlamentare regionale uscente del PD, da sempre tra i più votati nel collegio di Palermo, ha ritirato la sua candidatura alle elezioni regionali
Ieri nel PD siciliano è successo di tutto. Angelo Villari, storico dirigente della sinistra post comunista catanese (per la precisione al mondo della Cgil della provincia etnea), ha lasciato il suo partito e ha aderito a Sicilia Vera di Cateno De Luca, lista nella quale è candidato alle elezioni regionali siciliane. Villari avrebbe dovuto essere il candidato di punta del Partito Democratico nel collegio di Catania alle elezioni regionali ma è stato incredibilmente bloccato perché, da ex assessore comunale della Giunta di centrosinistra di Enzo Bianco, è finito sotto processo per i ‘buchi’ finanziari del Comune (questo avviene mentre si sta cercando di capire se Enzo Bianco potrà ricandidarsi a Sindaco di Catania dopo le dimissioni del primo cittadino di centrodestra, Salvo Pogliese). Sempre ieri, a Palermo, Giuseppe Lupo, parlamentare regionale uscente del PD, da sempre tra i più votati nel collegio del capoluogo siciliano, ha deciso di non ricandidarsi. La storia è sempre la stessa: Lupo è coinvolto in una vicenda giudiziaria in attesa di processo e la candidata del PD alla presidenza della Regione siciliana, Caterina Chinnici, non vuole in lista candidati con “procedimenti penali pendenti”. Insomma, una ‘squalifica’ prima ancora di conoscere il responso della Magistratura. Del resto, in un Paese che ha approvato la legge Severino – dove il semplice coinvolgimento in una vicenda giudiziaria suona come un marchio di infamia, a prescindere dall’esito finale della vicenda processuale – non c’è da stupirsi di nulla. Il dato politico di questa storia allucinante è che il PD siciliano – in un passaggio politico ed elettorale difficilissimo e causa degli errori marchiani commessi dal segretario nazionale, Enrico Letta – è riuscito a mettere fuori gioco quelli che sarebbero stati tra i candidati più forti a Catania (Angelo Villari, che adesso porterà i suoi voti alla lista Sicilia Vera e al suo candidato alla presidenza della Regione, Cateno De Luca) e a Palermo (Giuseppe Lupo).
Lo ‘strano’ caso di Valentina Scialfa
Ora, a parte la contraddizioni di Valentina Scialfa – anche lei ex assessore comunale del Comune di Catania – che è candidata alle elezioni politiche nazionali in Sicilia e di Giuseppe Lupo, che è stato candidato al Consiglio comunale di Palermo alle recenti elezioni comunali (a quanto pare, le ‘regole morali’, nel PD siciliano, valgono per alcuni e non valgono per altri e cambiano a seconda della competizione elettorale…), ci permettiamo di fare una previsione. Noi non facciamo sondaggi – che peraltro negli ultimi anni hanno solo fatto sorridere – ma andiamo ‘a naso’. Ebbene, considerato quello che stiamo vedendo in queste ore, abbiamo la sensazione che alle elezioni regionali siciliane il PD, il Movimento 5 Stelle e il Movimento Centopassi di Claudio Fava, sommando i voti, non arriveranno al 15%. La nostra nostra previsione si basa su alcune semplici considerazioni. In primo luogo, l’effetto Cateno De Luca, le cui liste, alle elezioni regionali siciliane, prenderanno tanti voti. In secondo luogo, la crisi del PD nazionale e del PD siciliano. Alle elezioni politiche nazionali, tanti elettori di sinistra voteranno Unione Popolare di Luigi De Magistris. Poiché si andrà con l’election day, nello stesso giorno – il 25 Settembre – si voterà anche per le elezioni regionali. Ecco, noi pensiamo che saranno veramente pochi gli elettori di sinistra che voteranno Unione Popolare alle elezioni nazionali e PD alle elezioni regionali siciliane. La maggioranza degli elettori di Unione Popolare alle nazionali, alle elezioni regionali siciliane non voterà né per il PD, né per il Movimento 5 Stelle; molti di questi elettori, alle elezioni regionali voteranno De Luca (più per penalizzare il centrodestra che per sostenere lo stesso De Luca) e, forse, qualcuno – ma non troppi – voterà per la lista Centopassi. Non troppi, perché ormai nell’immaginario dei siciliani Claudio Fava si identifica con il PD e con Caterina Chinnici: e questo gli farà perdere voti. I grillini siciliani, da parte loro, non solo non prenderanno i voti dei tanti elettori che alle elezioni politiche nazionali voteranno Unione Popolare, ma perderanno tantissimi voti, perché tantissimi siciliani hanno capito di che pasta sono fatti. Giuseppe Conte, a Roma, alle elezioni nazionali, potrebbe anche raggiungere il 10%, ma il Sicilia il suo partito franerà (basti ricordare quello che hanno combinato i grillini in agricoltura con lo scippo delle risorse Feasr a Sud e Sicilia per favorire gli agricoltori del Nord Italia: una vergogna!). La morale – che poi è la nostra previsione – è che PD, grillini e Centopassi, messi insieme, alle elezioni regionali non raggiungeranno il 15%: ciò significa che due di questi tre partiti non potrebbero non rientrare nella nuova Assemblea regionale siciliana.
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