Il terzo polo di Calenda e Renzi perde ‘pezzi’ in Sicilia: Unità Siciliana si chiama fuori (e non appoggia il candidato presidente Armao)

17 agosto 2022
  • L’ordine del giorno approvato Consiglio Nazionale di Unità Siciliana 
  • Giudizio negativo sullo scioglimento anticipato delle Camere 
  • Negativo il giudizio sull’operato di Carlo Calenda in Sicilia
  • Ci potrebbero essere candidati di Unità Siciliana nelle liste per le elezioni regionali siciliane 
  • Lo scenario nazionale 

L’ordine del giorno approvato Consiglio Nazionale di Unità Siciliana 

Il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi perde ‘pezzi’ in Sicilia. Le cronache politiche di queste ore registrano una rottura tra Unità Siciliana da una parte e Azione e Italia Viva dall’altra parte, “forze politiche – si legge in una nota – con le quali Unità Siciliana aveva aperto per tempo una interlocuzione chiara e sincera, con incontri ripetuti nei quali ci si è sempre dichiarati disponibili a mettere a disposizione due anni di costruzione di rapporti con il mondo dell’associazionismo, delle professioni e del lavoro, impegnato per il cambiamento della Sicilia, chiedendo solamente chiarezza sui programmi e sugli impegni che si intendevano assumere con gli elettori”. Ma, a quanto pare, questa “chiarezza sui programmi e sugli impegni” è venuta meno. Così il Consiglio Nazionale di Unità Siciliana ha approvato un ordine del giorno presentato da Maurizio Ballistreri, Andrea Piraino, Salvatore Grillo, Pietro Busetta, Ninni Cuspilici, Giovanni Frazzica, Giancarlo Confalone, Francesco Salinitro, Salvatore Giunta, Massimo Curiale, Simone Bentrovato, Riccardo Vella, Angelo Spalletta, Gaetano Stroscio, Aldo D’Amico. 

Giudizio negativo sullo scioglimento anticipato delle Camere 

“Il Consiglio Nazionale – leggiamo nell’ordine del giorno -valuta negativamente lo scioglimento anticipato delle Camere che rinvia la volontà di destinare il 40% delle risorse al Sud nell’attuazione del PNRR, assieme all’approvazione del necessario provvedimento in materia di salario minimo legale, fondamentale per il contrasto al dumping e allo sfruttamento sociale, specie nel Mezzogiorno, mentre di positivo si deve registrare la fine dell’iter parlamentare dello sciagurato disegno di legge del ministro Gelmini sull’autonomia differenziata, nuovo tentativo per una secessione territoriale del Nord in forma soft, che porterebbe ad un’ulteriore divaricazione, sociale ed economica, del Paese. La crisi politica ha portato anche alle dimissioni del Presidente della Regione siciliana e alle elezioni anticipate per l’Assemblea regionale siciliana interrompendo i tempi di realizzazione del progetto di un soggetto politico di ispirazione sicilianista e autonomista, qual è Unità Siciliana, nell’ambito della più generale strategia meridionalista. Per Unità Siciliana – prosegue la nota – rimane attuale la proposta politica e programmatica di un’alleanza a favore della scelta strategica della perequazione tra le diverse aree del Paese, in termini di investimenti e di dotazione di infrastrutture, materiali e immateriali, per il rilancio dello spirito comunitario quale punto di equilibrio tra globale e locale, con al centro la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, quale strumento fondamentale per la realizzazione del Corridoio Scand-Med e per trasformare il Mezzogiorno nella piattaforma logistica, culturale, ambientale ed economica di un nuovo dialogo euromediteraneo”.

Negativo il giudizio sull’operato di Carlo Calenda in Sicilia

Qui arriva la parte che riguarda la Sicilia: “In questo quadro si deve registrare come in Sicilia i programmi di Unità Siciliana non abbiano trovato riscontro da parte di Azione e Italia Viva, forze politiche con le quali Unità Siciliana aveva aperto per tempo una interlocuzione chiara e sincera, con incontri ripetuti nei quali ci si è sempre dichiarati disponibili a mettere a disposizione due anni di costruzione di rapporti con il mondo dell’associazionismo, delle professioni e del lavoro, impegnato per il cambiamento della Sicilia, chiedendo solamente chiarezza sui programmi e sugli impegni che si intendevano assumere con gli elettori. A fronte di questa disponibilità si è avuta una risposta di improvvisa chiusura sia sulla costruzione dei programmi, sia sul nome del Presidente da proporre ai siciliani, facendoci trovare innanzi alla scelta non annunciata né discussa, piovuta come al solito dall’alto, del numero due del governo regionale di centrodestra uscente contro le cui politiche di mera gestione dell’esistente, che ha portato all’aggravamento di tutti gli indici socio economici della Regione, ci battiamo con motivata convinzione”. Il riferimento è a Gaetano Armao, vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Economia che è stato indicato candidato del terzo polo alla presidenza della Regione. “Inoltre – leggiamo sempre nel comunicato di Unità Siciliana – non è stato costruito un tavolo regionale, probabilmente perché ritenuto inutile dalle segreteria nazionali, non si è voluto concordare neppure il programma e il simbolo, mentre si apprende, sempre dalla stampa, che la componente facente capo a Calenda ripropone nelle liste personaggi che hanno segnato negli ultimi anni l’ulteriore arretramento socio-economico della Sicilia, sostenendosi con clientelismo e gestendo così la presenza di Forza Italia in Sicilia, dando un chiaro connotato di deleterio trasformismo e di continuità con la peggiore politica siciliana”.

Ci potrebbero essere candidati di Unità Siciliana nelle liste per le elezioni regionali siciliane

“A fronte di questi fatti – prosegue il comunicato – il Consiglio Nazionale evidenzia l’impossibilità di un’alleanza nella nostra Regione con quello che in Italia viene presentato come un polo nuovo e diverso a cui abbiamo guardato con speranza, mentre ribadisce l’esigenza di una presenza nell’Assemblea regionale siciliana di propri rappresentanti per consentire alle domande della Sicilia che lavora, produce, studia e progetta, di essere presenti nel dibattito parlamentare. Sulla base di queste considerazioni il Consiglio Nazionale di Unità Siciliana ritiene comunque auspicabile un impegno elettorale di propri iscritti per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana nelle liste di soggetti politici terzi, attraverso i quali riuscire a svolgere nel prossimo parlamento regionale la funzione di rappresentanti del lavoro del nostro Movimento. Gli uomini e le donne di Unità Siciliana potranno, quindi, impegnarsi direttamente nelle prossime elezioni regionali a titolo personale e resteranno nel Movimento se avranno ottenuto espressa e motivata autorizzazione dal segretario nazionale e dal presidente di Unità Siciliana, a cui avranno dichiarato la loro volontà, nel caso di elezione, di attenersi alle regole del nostro Movimento e di muoversi in sintonia con l’impegno politico che Unità Siciliana intende mantenere e rafforzare all’indomani dell’appuntamento elettorale. Ovviamente rimane eguale mandato al Presidente e al Segretario per un eventuale accordo nelle ultime battute con altri movimenti presenti nella campagna elettorale nel quale venga garantito il quadro fondamentale del nostro programma”.

Lo scenario nazionale 

“Il Consiglio Nazionale – conclude il comunicato – in merito alle elezioni nazionali conferma l’impegno di muoversi su quel livello in sintonia con Mezzogiorno Federato e delega i propri rappresentanti a verificare che venga garantita la nostra dichiarata volontà di essere parte nella costruzione di una forza politica nuova e diversa che tenda a realizzare l’unità sostanziale del Paese attraverso la scelta di equiparare i territori nelle infrastrutture e nei servizi. Il Consiglio Nazionale di Unità Siciliana ritiene questo requisito indispensabile per avere titolo di rappresentanza delle istanze del Mezzogiorno ormai fortemente radicate nelle coscienze di milioni di donne che sognano una nuova grande opportunità di sviluppo dell’intero Paese”.

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