- Insomma, se non è l’inizio della fine del mondo è qualcosa che gli somiglia
- Caldo e incendi rilanciano il prezzo del grano
- In Italia gli incendi somigliano a un bollettino di guerra
- In Campania si sta verificando quanto previsto dal Sifus in polemica con la Regione di Vincenzo De Luca
Insomma, se non è l’inizio della fine del mondo è qualcosa che gli somiglia
Se non è la fine del mondo è qualcosa che un po’ gli somiglia. Caldo e fuoco in tante aree del Pianeta. Scenari biblici attesi, se è vero che i cambiamenti climatici sono in corso. Ma l’uomo li continua ad ignorare. Recita la Genesi: “Il Signore dunque fece piovere sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco dal cielo. Distrusse quella città e tutto il distretto, sia gli abitanti delle città che la vegetazione del suolo”. Ma chi è che oggi è disposto a prendere in considerazione gli avvertimenti della Bibbia? Anche la scienza viene snobbata. Ci sono scienziati che da anni ammoniscono sui pericoli dell’aumento della C02 e altri che affermano che l’anidride carbonica può avere effetti limitato e che l’innalzamento delle temperature sulla Terra dipende da altri fattori, Sole in testa. Nel dubbio, gli uomini mettono da parte Bibbia e scienza e vanno avanti senza la benché minima prevenzione. Poi, però, l’emergenza arriva e si procede in ordine sparso, nella confusione totale. In Europa, al 20 Luglio – cioè oggi – si contano già 340 mila ettari di boschi andati in fumo. Le temperature sono elevate, si va da 35 a 45-47 gradi. Si procede inseguendo le emergenze. Fuoco nel Nord Europa, in Francia, in Portogallo, in Spagna, in Turchia, in Italia, in Grecia (dove si contano 51 incendi nelle ultime ore). Non si conoscono, in questo momento, in danni all’agricoltura. Il prezzo del grano, nelle ultime settimane, era in discesa grazie alle notizie che sì, la siccità ha colpito anche una parte degli Stati Uniti d’America e il Canada, senza intaccare in modo sensibile le produzioni di grano di questi due Paesi. Però, adesso, il fuoco che sta sconvolgendo mezzo mondo potrebbe far cambiare, almeno in parte, lo scenario, anche perché non sappiamo cosa succederà in questi ultimi giorni di Luglio, ad Agosto e a Settembre.
Caldo e incendi rilanciano il prezzo del grano
Scrive nel suo report di ieri l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi: “La preoccupazione che le temperature soffocanti e la siccità in Europa questa settimana possano danneggiare i raccolti di mais è stata alla base della maggior parte dell’aumento dei prezzi del grano. Un raccolto di mais più basso, infatti, significa una domanda potenzialmente maggiore di grano nei mangimi. I prezzi sono stati sostenuti anche dalla forte domanda internazionale dopo il calo dei prezzi della scorsa settimana e la mancanza di progressi nelle trattative per la creazione di un corridoio marittimo sicuro per le esportazioni di grano dell’Ucraina”. In poche righe Puglisi ci fa capire quanto sia complicato, oggi, a causa della presenza di variabili spesso incontrollate e incontrollabili, ‘leggere’ l’andamento del mercato internazionale del grano. L’analista dei mercati mondiali ci dà anche una notizia particolare, legata sempre all’andamento climatico: “I bassi livelli dell’acqua dopo il recente clima secco continuano a impedire alle navi mercantili di navigare a pieno carico sul fiume Reno in Germania. Il livello dell’acqua è sceso di nuovo durante il fine settimana e le acque poco profonde stanno ostacolando la navigazione sull’intero fiume in Germania a sud di Duisburg e Colonia. Le acque poco profonde provocano supplementi sulle tariffe di trasporto, aumentando i costi per i proprietari delle merci”. La siccità non crea problemi solo alle colture, ma colpisce anche la logistica: così un fiume di solito navigabile, fondamentale per il trasporto delle merci, diventa sempre meno navigabile a causa della siccità, rendendo difficile e più costoso il trasporto delle merci.
In Italia gli incendi somigliano a un bollettino di guerra
Anche in Italia gli incendi boschivi non danno tregua. Scrive l’ANSA: “Nelle ultime ore le fiamme dividono in due l’Italia, con tutti i treni interrotti per un paio d’ore sulla linea Roma-Firenze per un vasto incendio di sterpaglie e bosco nell’Orvietano. Un altro dei tanti maxi roghi, sul Carso, ha portato alla chiusura dell’autostrada A4 nel percorso che va da Redipuglia a Lisert, con il personale in servizio alla barriera autostradale costretto ad evacuare sotto l’intervento dei Vigili del fuoco, impegnati a spegnere le fiamme anche con elicotteri e canadair. Circa 100 gli evacuati a causa dell’incendio sulle colline di Massarosa, in Versilia. Fiamme anche a Bolzano e nel Palermitano”. Spunta la parola “sterpaglie”. Se ne deduce che il problema delle erbe e degli arbusti secchi abbandonati – invito a nozze per i criminali che appiccano il fuoco – non è solo un problema siciliano. Incendi nel Lazio a Roma, a Fiano Romano e a Tor di Quinto. “La circolazione ferroviaria è ripresa alle ore 19 sulla linea Alta Velocità Firenze-Roma – scrive sempre l’ANSA – dopo lo stop, dalle 16.55, fra Chiusi e Orvieto per un incendio in prossimità dei binari”. Le sterpaglie e le erbe secche anche attorno ai binari danno la misura dell’abbandono in cui versa il territorio italiano. Così la totale assenza di prevenzione e di programmazione degli interventi per scongiurare gli incendi crea problemi – e possibili pericoli – anche per chi viaggia in treno. Incendi in Friuli Venezia Giulia, nell’area del carso triestino, altra dimostrazione di abbandono del territorio. Incendi in Versilia, dove torna la parola “sterpaglie”.
In Campania si sta verificando quanto previsto dal Sifus in polemica con la Regione di Vincenzo De Luca
Siamo rimasti colpiti dalle notizie che giungono dalla Campania. Dove nei giorni scorsi il Sifus ha polemizzato con la regione amministrata dal PD di Vincenzo De Luca. Il 15 Luglio abbiamo letto un post su Facebook del segretario nazionale del Sifus, Maurizio Grosso, dove si critica l’organizzazione del servizio antincendio messo a punto dalla Regione Campania. Il post del 15 Luglio annuncia che i vertici del Sifus “Venerdì 22 Luglio – cioè dopodomani – alle ore 10,30” saranno “presso il Tribunale di Napoli per depositare un esposto/querela contro il piano antincendio boschivo targato De Luca”. Ecco la cronaca di ieri dell’ANSA, a proposito degli incendi in Campania: “La Protezione civile della Regione Campania è al lavoro per fronteggiare un incendio che si è sviluppato poco fa a Maddaloni, alle porte di Caserta e a pochi metri dal Santuario di San Michele. La Sala operativa regionale, sentito il direttore operazioni spegnimento della stessa protezione civile, ha inviato un elicottero regionale. Sempre nel casertano, la Protezione civile segnala incendi a San Felice a Cancello dove sono operative squadre di Sma Campania ed un elicottero e Roccamonfina dove sono attivate squadre della locale Comunità Montana. Intanto a Lettere prosegue la lotta al vasto incendio che si è sviluppato ieri è stato coinvolgendo più fronti: sono 3 gli elicotteri regionali sul posto insieme ad un Canadair della flotta nazionale. Altri incendi che la Protezione civile sta contrastando con elicotteri regionali sono al momento attivi a Siano in provincia di Salerno ed Arpaia nel beneventano”. A buon intenditor poche parole… L’ANSA informa che sono “in totale sono 15 le richieste ricevute dal Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della Protezione civile per incendi boschivi: 4 dalla Campania, 3 rispettivamente da Lazio e Calabria, una ciascuna da Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Puglia e Sicilia”. In Sicilia – dove quest’anno non ci sono state ancora temperature proibitive – i danni da incendi non sono quelli dello scorso anno, anche se cominciano a destare preoccupazione. Ma l’Estate siciliana, come ricorda Tomasi di Lampedusa, è lunga e arriva fino a Novembre…
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