Palermo: che fine fanno i soldi dell’imposta di soggiorno?

26 giugno 2016

Lo chiede al Comune di Palermo la Confesercenti con il suo presidente, Mario Attinasi. Questi soldi dovrebbero essere spesi per il decoro della città, ovvero per renderla più accogliente. Ma le cose stanno veramente così? Altra domanda di Confesercenti: “Che fine ha fatto l’Authority del Turismo, creata dall’attuale Amministrazione comunale, i cui risultati attendiamo ormai da troppo tempo?”. E come vengono spesi, chiediamo noi, negli altri Comuni siciliani ‘sti soldi?

Come vengono spesi a Palermo i soldi dell’imposta di soggiorno? Lo Chiede la Confesercenti del capoluogo siciliano. Domanda legittima: ‘sti soldi vengono spesi per potenziare le attività turistiche o finiscono, ad esempio, nel calderone della spesa corrente? O, magari, nel gruzzolone dei debiti fuori bilancio, tanto gettonati dal Comune di Palermo al Comune di Catania?

Il tema sollevato da questa organizzazione sindacale, infatti, andrebbe esteso a tutti i Comuni della Sicilia dove si applica tale imposta.

Della questione si è occupata la quinta commissione consiliare di Palazzo delle Aquile, la sede del Consiglio comunale della città. All’incontro erano presenti una delegazione di Confesercenti Palermo composta dal presidente Mario Attinasi, dalla consigliera di giunta, Liboria di Baudo, e dal coordinatore regionale Turismo, Salvo Basile.

“Abbiamo chiesto una convocazione in commissione – spiega Attinasi – perché vorremmo avere dal Comune di Palermo risposte serie ed esaustive su come in questa città vengono impiegati i proventi dell’imposta di soggiorno che, secondo il regolamento, dovrebbero servire a rendere Palermo più accogliente. La nostra associazione si era dichiarata contraria all’istituzione di un nuovo balzello per il rischio che gli incassi fossero destinati ad altro. Speriamo che il nostro timore sia infondato. Ringraziamo la commissione che si è mostrata disponibile al dialogo e sensibile al tema”.

“E’ previsto un altro incontro nuovamente fra due settimane – dice ancora Attinasi – ma vogliamo sapere quanti soldi sono stati incassati, quanti ne sono stati spesi e soprattutto come. Inoltre vorremmo capire perché, per una arbitraria interpretazione del regolamento, siano stati negati i fondi alle strutture ricettive che hanno eseguito lavori di ristrutturazione previsti dal regolamento. Abbiamo inoltre chiesto di sapere se è mai stato convocato il tavolo tecnico che, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, avrebbe dovuto stabilire le destinazioni dell’imposta. Finora su questo tema c’è stato il silenzio più assoluto. Chiediamo infine di conoscere a fondo il lavoro dell’Authority del Turismo, creata da questa Amministrazione, ma i cui risultati attendiamo ormai da troppo tempo”.

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