- Secondo la politica siciliana, un’autorizzazione della Regione dovrebbe ‘congelare’ il sequestro del depuratore consortile dei Comuni di Priolo Gargallo, di Mellilli e dell’agglomerato industriale di Siracusa disposto dalla Magistratura. A noi questa tesi bizzarra non ci convince proprio
- Le due domande
- Noi ci auguriamo che la Magistratura continui a tutelare i cittadini che vivono, soffrendo, in questo angolo di Sicilia trasformato in un’inferno da industriali e politici rapaci
Secondo la politica siciliana, un’autorizzazione della Regione dovrebbe ‘congelare’ il sequestro del depuratore consortile dei Comuni di Priolo Gargallo, di Mellilli e dell’agglomerato industriale di Siracusa disposto dalla Magistratura. A noi questa tesi bizzarra non ci convince proprio
Leggiamo, strombazzata qua e là, una notizia che offende la Giustizia e l’intelligenza. La notizia è che il depuratore consortile dei Comuni di Priolo Gargallo, di Mellilli e dell’agglomerato industriale di Siracusa potrà riprendere a funzionare, ammesso che si sia mai fermato. Il depuratore, gestito dal gruppo Ias, è stato posto sotto sequestro da parte degli agenti del Nictas (Nucleo ambientale) della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Secondo i magistrati, l’impianto di depurazione dei reflui dell’area industriale siracusana e dei Comuni di Melilli e Priolo Gargallo inquinerebbe l’aria e il mare. Provvedimento ineccepibile, perché è da anni che l’inquinamento devasta queste contrade provocando, appunto, inquinamento, tantissime malattie e tanti morti. La politica e i sindacati hanno avallato e continuano ad avallare questa follia al grido di “L’operai travagghianu...”. E pazienza se ci sono inquinamento a bizzeffe, malattie a iosa tra la popolazione e tanti morti denunciati da anni da un sacerdote, don Palmiro Prisutto (qui una nostra intervista a don Palmiro Prisutto). La Magistratura ha disposto la sospensione per un anno “dall’esercizio di qualsiasi mansione all’interno delle società coinvolte nell’indagine, nonché presso imprese concorrenti o comunque operanti nel medesimo settore produttivo” dei vertici dell’Ias e delle società cosiddette grandi utenti (Versalis, Sonatrach Raffineria Italiana, Esso Italiana, Sasol Italy, Isab, Priolo Servizi) che nel depuratore immettono i loro reflui industriali” (qui un articolo de lasiciliaweb). L’impianto biologico consortile è gestito dal gruppo Ias, sigla che sta per Industria acque siracusane. Come avviene quasi sempre in Sicilia quando ci sono di mezzo l’inquinamento ambientale e la salute dei cittadini, la Magistratura si è sostituita alla politica per fermare uno scempio che va avanti da decenni. Ora leggiamo che la politica vorrebbe aggirare un provvedimento adottato dalla Magistratura! Un’autorizzazione e un paio di prescrizioni e, oplà!, sequestro dell’impianto di depurazione sbloccato. Quindi un’autorizzazione della Regione ‘congela’ un provvedimento adottato dalla Magistratura…
Le due domande
Ribadiamo: a nostro modesto avviso, questo atto dell’amministrazione regionale offende la Giustizia e l’intelligenza. Proviamo a illustrare il perché. L’assessorato regionale al Territorio e Ambiente è intervenuto rilasciando l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Secondo il Governo regionale, quest’autorizzazione dovrebbe consentire la ripresa dell’attività dell’impianto di depurazione. Da qui due domande. Prima domanda: l’impianto di depurazione dei Comuni di Priolo Gargallo, di Mellilli e dell’agglomerato industriale di Siracusa è stato sequestrato perché inquinava o perché mancava l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia)? Seconda domanda: se l’impianto inquinava perché mancava l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), perché tale autorizzazione non è stata rilasciata prima del sequestro dell’impianto da parte della Magistratura? “Con questo provvedimento – dice l’assessore regionale al Territorio e all’ambiente, Toto Cordaro – è stata concessa all’amministrazione giudiziaria del depuratore l’autorizzazione alle emissioni e allo scarico nel rispetto delle normative vigenti, fissando criteri di qualità dei reflui industriali e garantendo la tutela della salute dei cittadini. Il nostro atto permette di scongiurare il rischio di blocco delle attività produttive del polo petrolchimico, al contempo pretende l’adeguamento della struttura alle prescrizioni più elevate in materia. Un risultato raggiunto grazie alla collaborazione fra tutte le Istituzioni del territorio, a cominciare dalla Prefettura di Siracusa”. Con un linguaggio degno del grande Gorgia da Lentini, l’assessore Cordaro – che non caso nella vita fa l’avvocato penalista – tenta di rigirare la ‘frittata’: dice che l’autorizzazione successiva al sequestro dell’impianto da parte della Magistratura “permette di scongiurare il rischio di blocco delle attività produttive del polo petrolchimico”. Ma la Magistratura ha già disposto il blocco del depuratore per un anno!
Noi ci auguriamo che la Magistratura continui a tutelare i cittadini che vivono, soffrendo, in questo angolo di Sicilia trasformato in un’inferno da industriali e politici rapaci
La verità è che nell’area industriale di Siracusa le imprese, da decenni, fanno il bello e il cattivo tempo. Lo hanno fatto riempendo di mercurio di mare di Augusta e continuano a farlo. Anche ad Augusta – lo ricordiamo – fu un giovane magistrato a mettere in discussione un ‘modello industriali’ che finiva con il sacrificare il mare (e quindi gli interessi della collettività) agli interessi delle imprese. E la stessa cosa avviene con il depuratore dei Comuni di Priolo Gargallo, di Mellilli e dell’agglomerato industriale di Siracusa. Noi ci auguriamo che la Magistratura continui a tutelare i cittadini che vivono, soffrendo, in questo angolo di Sicilia trasformato in un’inferno da industriali e politici rapaci. Sì, anche politici, perché da decenni si vocifera di interessi di soggetti politici nell’area industriale di Siracusa solo parzialmente venuti fuori. E ci auguriamo anche che la Magistratura faccia luce sul perché questa benedetta Autorizzazione integrata ambientale (Aia) sia venuta fuori solo dopo il sequestro dell’impianto e non prima, visto che è così importante….
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