La notizia sembra incredibile. Perché al di là di un accordo Stato-Regione che penalizza tantissimo la nostra Regione, fino ad oggi i 900 milioni di Euro e i 500 milioni di Euro che dovrebbero arrivare da Roma sono considerati restituzione di una quota dell’IRPEF a valere sull’articolo 36 dello Statuto. Così c’è scritto nel disegno di legge di variazioni di Bilancio approvato dalla Giunta Crocetta e pronto per l’Aula. Se la tesi dei grillini risulterà essere vera, Sala d’Ercole si accingerebbe ad approvare una legge con ‘numeri’ falsi, ai limiti dell’illegalità. Musumeci e gli indipendentisti contestano il nuovo ‘Patto’ Renzi-Crocetta
Sembra incredibile. Da uno studio effettuato dal Movimento 5 Stelle emerge che i 900 milioni di Euro che lo Stato ha erogato alla Regione nel Dicembre dello scorso anno sarebbe, in realtà, un prestito! Una somma che la Regione dovrà restituire con un ulteriore mutuo.
Leggiamo nel comunicato diramato dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars:
“Sarà un mutuo vero e proprio da rimborsare con tanto di interessi quello che permetterà di restituire allo Stato la tranche di 900 milioni trasferiti da Roma all’interno dell’accordo da un miliardo e 685 milioni firmato ieri tra Stato e Regione. A togliere ogni dubbio è il dossier sulla legge di stabilità 2015 realizzato congiuntamente dai servizi del Senato e della Camera, sul finanziamento dei contributi alle regioni Sicilia e Valle d’Aosta”.
“Il comma 689 delle legge 208/2015, infatti – scrivono sempre i grillini – prevede che il contributo di 900 milioni attribuito alla Regione siciliana sia restituito con accantonamenti crescenti di 9,9 milioni per il 2016, 14,8 milioni per il 2017, 18,2 milioni per il 2018 e 21,2 milioni di Euro a decorrere dal 2019”.
“Quella che il governo Crocetta, Faraone e il PD hanno spacciato per una grande vittoria – dice il deputato regionale Giancarlo Cancelleri – in realtà è l’ennesimo bluff di questo Governo, con ricadute sanguinose sulla pelle dei siciliani. Innanzitutto una quota parte sarà da restituire con gli interessi. La concessione di gran parte della restante porzione, 500 milioni circa, invece, è subordinata a una serie di prescrizioni e di politiche lacrime e sangue che, ovviamente, lasceranno il segno sulla pelle dei siciliani”.
“L’accordo che ancora una volta – aggiunge Cancelleri – ci viene fatto passare sulla testa, bypassando il Parlamento (siciliano ndr) prevede, tra le altre cose, dal 2017 al 2020, la riduzione strutturale della spesa corrente in misura non inferiore al 3 per cento e il completo recepimento della legge del Delrio. Cosa che, di fatto, azzera tre anni di lavoro a Sala d’Ercole”.
“L’accordo – dice il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Francesco Cappello – di fatto congela lo Statuto speciale fino alla prossima legislatura, visto che il Governo regionale non ha il coraggio di metterlo in pratica, e quello nazionale non ha la forza di abolirlo. E tutto questo in cambio di briciole e di grandi privazioni per i siciliani. Continuiamo a contribuire in misura rilevante al risanamento delle ‘casse’ dello Stato in cambio del nulla. I siciliani sono la merce di scambio per la sopravvivenza di questo Governo regionale. Ci chiediamo: come mai la Valle d’Aosta, pure a Statuto speciale, sempre nel medesimo tavolo, abbia raggiunto notevoli vantaggi economici a differenza nostra?”.
“Di fatto – commenta il parlamentare Sergio Tancredi, altro esponente grillino – si congelano le entrate della Sicilia ad un livello che ne garantisce la mera sopravvivenza, senza possibilità di sviluppo e di recupero del gap economico pluriennale imposto dallo Stato con la compiacenza della politica siciliana”.
La rivelazione dei grillini lascia di stucco. Se quanto scrivono è vero, sarebbe interessante capire come replicherà l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, che invece ha sempre affermato che questi 900 milioni e i 500 milioni di Euro che dovrebbero arrivare a Luglio sono un’erogazione e non un prestito. Per la precisione, questo miliardo e 400 milioni, stando all’accordo raggiunto a Roma, farebbero parte di una quota dell’IRPEF a valere sull’articolo 36 dello Statuto.
Certo, le condizioni che lo Stato sta imponendo alla Regione siciliana in cambio di questi 500 milioni di Euro sono dure e per certi versi irricevibili. Ma che – almeno per 900 milioni – si tratti di un prestito è una novità che leggiamo solo adesso. Una novità che fa a pugni con il disegno di legge di variazioni di Bilancio che sarebbe già stato approvato dalla Giu7nta di Rosario Crocetta e che dovrebbe essere pronto per l’Aula.
In questo disegno di legge il miliardo e 400 milioni viene iscritto tutto come IRPEF. Se 900 milioni di Euro – come scrivono i grillini nel loro comunicato – si configurerebbero come un prestito, la Giunta avrebbe approvato un disegno di legge falso e Sala d’Ercole si accingerebbe ad esaminare e ad approvare una legge di variazioni di Bilancio altrettanto falsa.
Non ci resta che attendere cosa succederà in Aula. Dove i grillini avranno modo di illustrare la loro tesi che – lo ribadiamo – se rispondesse al vero – sarebbe devastante per la credibilità del Governo Crocetta e, soprattutto, per l’assessore Baccei.
Sul nuovo ‘Patto’ finanziario tra Governo Renzi e Governo Crocetta interviene il leader di Diventerà bellissima, Nello Musumeci:
“Crocetta – dice Musumeci – sarebbe capace di vendere cento cappotti di lana il giorno di Ferragosto. Riesce a trasformare in un successo quella che è una sciagura per le finanze della Regione. L’accredito dei cinquecento milioni alla Sicilia da parte di Renzi non è un regalo, ma un atto dovuto, con l’aggravante che per i prossimi anni faranno sputare sangue ai Siciliani, perché, di fatto, ciò comporterà la rinuncia a qualunque prerogativa finanziaria prevista dallo Statuto”.
“Di fronte a questo ennesimo bluff – conclude Musumeci – Crocetta ha il dovere di venire in Aula e dire al Parlamento con quali poteri ha ritenuto di svendere la dignità dell’Istituzione al tavolo del predatore Renzi. Se non siamo al collasso finanziario, poco ci manca”.
Sulla vicenda interviene anche il movimento indipendentista, Sicilia Nazione:
“Ci troviamo ancora una volta di fronte a un evidente “circonvenzione di incapaci politici – si legge nel comunicato di Sicilia Nazione -. Renzi obbliga l’imbelle Crocetta a firmare un ulteriore accordo che condanna la Sicilia all’asfissia finanziaria.
Dopo quello del 2014 che costò alle ‘casse’ siciliane oltre 5 miliardi, Crocetta fa il bis rinunciando ancora una volta ai contenziosi con lo Stato e agli altri diritti previsti dallo Statuto. Si tratta di un raggiro che costa alla Regione siciliana almeno altri 8 miliardi, e che in più determina anche una forte riduzione di quello che per Statuto toccherebbe alla nostra isola”.
“Questo avviene – prosegue la nota del movimento guidato da Gaetano Armao – nello stesso momento nel quale la Regione Valle d’Aosta (che evidentemente sa trattare) si fa riconoscere una quota delle accise. Siamo di fronte al tradimento e al totale azzeramento dell’Autonomia, avvenuto senza neanche coinvolgere il Parlamento siciliano che, a questo punto, assume, insieme con Commissione Paritetica, il triste ruolo di passacarte. Tutto ciò avviene nel connivente silenzio di esponenti di maggioranza e di opposizione, impegnati nel pensiero delle prossime elezioni e delle loro candidature e noncuranti della svendita del nostro Statuto e della nostra storia. Sicilia Nazione denuncerà in tutte le sedi l’accordo stipulato, lavorerà con determinazione per la sua cancellazione e per la difesa dei diritti storici della Sicilia e dei siciliani”.
“Sicilia Nazione – conclude la nota- preso atto che le forze politiche e i parlamentari non dispongono ancora di questo testo-capestro, ha provveduto ad inviarlo stamani alla posta elettronica di ciascun deputato, chiedendo che oggi Crocetta e Baccei spieghino il malfatto in Assemblea regionale siciliana”.
Interviene anche il professor Massimo Costa, leader del movimento indipendentista Siciliani Liberi: “Il Consiglio dei Ministri delibera solo 500 milioni a favore della Sicilia sui 10 miliardi che ci ruba l’Italia ogni anno. Apparentemente pone rimedio ad uno dei più recenti furti: lo spostamento del server degli stipendi dei dipendenti pubblici con il quale lo stato ha sottratto l’IRPEF dei dipendenti statali alla Sicilia. Ma non è così: non sta ridando il maltolto, lo computa come “grazioso regalo”, da rimodulare di anno in anno, a condizione che la Sicilia faccia TUTTO QUELLO CHE DICE ROMA”.
“E che dice Roma? Dice.-continua Costa- che ci dobbiamo fare calpestare letteralmente, con gli scarponi chiodati però. Dobbiamo, in aperta violazione dello Statuto, recepire tutte le norme nazionali per come ci dicono loro, altrimenti questi 500 milioni se li riprendono, quando gli pare, facendo saltare il bilancio di una Regione già nei fatti fallita. Cioè minacciandoci ancora una volta di toglierci quello che è nostro, una piccola parte di quello che è nostro e che ci viene sottratto. Ma quello che è peggio è che Crocetta, con questo accordo RINUNCIA DI NUOVO AL GETTITO DEL CONTENZIOSO COSTITUZIONALE CON LO STATO! In pratica in cambio di questi miserabili soldi (che sono nostri, non ci stancheremo mai di dirlo, a beneficio di qualche lettore distratto), tutta la potestà legislativa e finanziaria, anche quella che avrebbe una regione a statuto ordinario, viene girata al governo di Roma, né più né meno che un paese coloniale o un paese occupato militarmente da un altro paese”.
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