Il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, ci viene a raccontare, dopo gli incendi, che non ci sarà tolleranza per i piromani. Ma non avrebbe dovuto dirlo prima? Detto questo, il vero problema dell’emergenza incendi e di tutte le altre emergenze della Sicilia è proprio l’emergenza: nel nome della quale si possono spendere ‘carrettate’ di fondi pubblici senza controlli, aggirando le leggi. E’ così per i rifiuti, per l’acqua, per i boschi che prendono fuoco e per tutto il resto
Ammesso ma non concesso che in Sicilia, quasi ubbidendo ad uno oscuro istinto, 500 farabutti, come li ha chiamati il sindaco metropolita Leoluca Orlando (uno per ciascun incendio), abbiano deciso, come un sol uomo, di seminare il terrore nell’Isola e dare fuoco alla Sicilia approfittando dello Scirocco. Ammettiamo anche che questi 500 farabutti siano forestali stagionali, quelli che, avendo “le carte macchiate” non sono stati riconfermati per la stagione appena iniziata. E che quindi, per puro spirito di vendetta, non avendo nessuna speranza di essere assunti, abbiano orchestrato e messo in atto un unico disegno criminoso.
Bene. E’ mai possibile che la preparazione di un piano così gigantesco non abbia avuto una falla? Che nessuna soffiata sia arrivata nella fase organizzativa? Che nessuno sapesse? Non è prevedibile in presenza di licenziamenti di pregiudicati una reazione violenta? E questi pregiudicati, proprio perché pregiudicati, non sono facilmente individuabili e i loro movimenti facilmente controllabili? Non sono peggio dei terroristi? Non hanno fatto più danni di un solo attentato?
Ma fa più chic combattere l’ISIS che i piromani.
La verità vera è che il concetto di prevenzione, la cultura della prevenzione è assolutamente estranea al DNA degli italiani. La regola è “amara a cu tocca”; è questo residuo di fatalismo una delle madri della nostra incultura, della nostra miseria morale e della nostra incapacità di diventare una nazione civile.
Che oggi il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, mi venga a dire che non ci sarà tolleranza per i piromani fa indignare. PRIMA bisogna agire, non DOPO. E’ come se la Polizia stradale, invece di posizionarsi prima di una curva pericolosa per evitare incidenti, si metta dopo la curva per multare chi l’abbia tagliata.
Torniamo ai forestali. Non c’è niente di più pericolosamente criminogeno di una situazione in cui l’illegalità, il privilegio, le amicizie “regolano” un servizio pubblico, specialmente uno di estrema importanza come quello antincendi. Il male è contagioso: tutti si credono in diritto, proprio così, in diritto di violare il diritto. Tu non mi assumi più dopo tanti anni e tanti voti perché qualcuno, non tu, che lo sapevi e che te ne sei fregato, ha scoperto che sono stato un piromane? Bene, io ti incendio il bosco.
Una cosa va sempre ricordata sempre. Quando la pubblica amministrazione spenderà più risorse per la prevenzione ne spenderà di meno per la ricostruzione. Anche ammesso che la spesa fosse uguale ci sarebbe il vantaggio di non perdere vite umane e beni materiali.
Ma l’emergenza è la madre di tutte le corruzioni Lo dico senza tema di smentite e assumendomene tutta la responsabilità: chi sottrae risorse alla prevenzione e le carica sull’emergenza è un delinquente, un mascalzone e un farabutto. Se qualche magistrato che sa leggere nel bilancio della Regione e negli atti parlamentari si prendesse la briga e si cavasse il gusto di andare a leggere come sono distribuiti i soldi tra interventi di emergenza e interventi di potrebbe gettare in carcere metà dell’Assemblea regionale siciliana.
Ricordatevelo: il rombo dei Canadair è musica per le orecchie di questi maledetti.
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