- Ci dispiace ribadirlo: per gli incendi boschivi in Sicilia non c’è nulla di nuovo e di concreto sul fronte della prevenzione
- Dopo l’incendio di Stromboli la Regione si è ricordata che gli arcipelaghi della Sicilia non esistono soltanto per riempire di soldi del tasche dei monopolisti del mare
- La firma della convenzione con le ‘celebrità’
- Questi parlano di tutto, tranne che dell’unica cosa che serve alla Sicilia per prevenire gli incendi: l’assunzione di 30 mila operai forestali da dislocare in servizio H 24 in tutte le aree verdi dell’Isola. Le difficoltà storiche dei Vigili del Fuoco in Italia
- I numeri della commissione regionale Antimafia sugli incendi boschivi
- La saggezza della Comunità TerraeLiberAzione. I possibili incendi nei campi di grano
Ci dispiace ribadirlo: per gli incendi boschivi in Sicilia non c’è nulla di nuovo e di concreto sul fronte della prevenzione
Non sappiamo se e quando la temperatura, in Sicilia, salirà. Pare che stia per arrivare un’ondata di caldo. Quello che sappiamo che sugli incendi dei boschi leggiamo tante chiacchiere, ma manca l’unica soluzione razionale che noi auspichiamo dal Novembre dello scorso anno: l’assunzione di almeno 30 mila operai forestali da dislocare in tutte le aree verdi della nostra Isola. Soluzione che, a quanto pare, convince solo noi e qualche organizzazione sindacale seria, non certo la politica siciliana, che continua a perdersi in chiacchiere e in iniziative poco convincenti. Come la convenzione tra Regione siciliana e Vigili del Fuoco. Nulla contro i Vigili del Fuoco, ma questi ultimi, fino a prova contraria, entrano in azione quando le fiamme ci sono già, mentre alla Sicilia serve la prevenzione degli incendi, prevenzione che non c’è. Nel lungo comunicato del Governo regionale si annuncia il solito “coordinamento” e “squadre aggiuntive per contrastare i roghi”. Con rispetto parlando: chiacchiere a 360 gradi! “Promuovere un’azione sempre più efficace e coordinata di contrasto al fenomeno degli incendi – leggiamo nel comunicato della Regione – con l’impiego di tredici squadre aggiuntive di pronto intervento dei Vigili del Fuoco, da dislocare nelle province dell’Isola, oltre a personale specializzato nel coordinamento delle attività da destinare alla sala operativa regionale. Con l’obiettivo di limitare i danni al patrimonio naturalistico e migliorare la sicurezza della collettività è stata firmata questa mattina, a Palazzo Orléans, una convenzione tra la Regione siciliana e il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco-direzione della Sicilia, in accordo con il Ministero dell’Interno, che impegna le istituzioni a collaborare nelle attività regionali di prevenzione e lotta attiva agli incendi, con il coinvolgimento del Corpo forestale della Regione siciliana e del sistema di volontariato di Protezione Civile regionale”.
Dopo l’incendio di Stromboli la Regione si è ricordata che gli arcipelaghi della Sicilia non esistono soltanto per riempire di soldi del tasche dei monopolisti del mare
“Questa convenzione – prosegue il comunicato del Governo regionale – sigla un rapporto di collaborazione essenziale per la lotta agli incendi. È importante averlo fatto oggi – sottolinea l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro – data di partenza della campagna antincendio 2022 che, per volontà del presidente Musumeci, è stata anticipata di quindici giorni. Prendiamo in carico una serie di incombenze nuove, soprattutto nella tutela delle isole minori più importanti, e garantiamo una presenza dei Vigili del Fuoco, in rete con il Corpo forestale della Regione e la Protezione civile regionale, per salvaguardare cittadini e turisti in questa Estate che si preannuncia molto calda. Ci sarà anche un distaccamento apposito per l’isola di Vulcano, in ragione della delicata situazione causata dall’emissione di gas, e si è stabilita una maggiore sinergia delle forze in campo, senza guardare al colore delle divise, ma avendo come unico obiettivo quello di salvaguardare territorio, abitazioni, esseri umani e animali. Con il governo Musumeci la prevenzione e la presenza sul territorio sono garantite, ci affidiamo al senso di responsabilità dei cittadini, perché sappiamo che i mutamenti climatici potranno causare problemi questa Estate. Noi ci stiamo preparando adeguatamente”. Peccato che a Stromboli un incendio ‘cinematografico’ si è già ‘mangiato’ il 50 per cento el verde di questa isola: vabbé, non se l’aspettavano e stanno prendendo le contromisure modello Monastero di Santa Chiara: “Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro…“.
La firma della convenzione con le ‘celebrità’
Ancora il comunicato stampa della presidenza della Regione siciliana: “Oltre all’assessore Cordaro, a firmare la convenzione il Prefetto di Palermo Giuseppe Forlani (per conto del Ministero dell’Interno), il direttore dei Vigili del Fuoco Sicilia Ennio Aquilino, il dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile Salvo Cocina, il comandante del Corpo forestale Giovanni Salerno”. Ancora il comunicato: “Quest’anno potremo contare sulla geolocalizzazione delle squadre presenti sul territorio e su satelliti geostazionari che consentiranno di dare l’allarme direttamente alla Sala operativa unificata permanente – aggiunge il comandante Aquilino -. Abbiamo rafforzato la presenza per lo spegnimento anche distaccando un aeromobile su Catania, curando la formazione dei volontari di Protezione civile, che potranno intervenire autonomamente per aggredire subito i piccoli incendi e abbattere così i tempi di intervento dal momento dell’avvistamento delle fiamme. Siamo arrivati pronti all’avvio della campagna antincendio, grazie alla sensibilità e all’impegno dimostrati dal presidente Musumeci. Speriamo di vincere questa guerra”. Ancora il comunicato del Governo regionale: “Con un investimento di quasi 2 milioni di euro del bilancio regionale, dal 10 Giugno al 10 Settembre di quest’anno, si procederà a un potenziamento della Sala operativa unificata permanente (Soup) della Regione con personale dei Vigili del Fuoco, mentre la direzione delle operazioni di spegnimento sarà in capo al personale del Corpo forestale e a quello del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Tra gli enti è previsto uno scambio di dati in tempo reale e di statistiche. Oltre al personale già regolarmente in servizio, è previsto il potenziamento del dispositivo di soccorso dei Comandi dei Vigili del Fuoco della Sicilia con squadre antincendio boschivo aggiuntive, dotate di automezzi e attrezzature dedicate e presidi temporanei, in servizio diurno dalle 8 alle 20, estensibile in caso di situazioni di pericolo. Nel dettaglio, ci saranno 13 squadre aggiuntive, composte da 5 vigili, da distribuire sul territorio siciliano, con particolare attenzione alle piccole isole: 1 rispettivamente ad Agrigento, a Caltanissetta, a Catania, a Enna, a Ragusa e Siracusa, 2 a Messina-Vulcano, 3 a Palermo-Ustica, 2 a Trapani-Favignana”.
Questi parlano di tutto, tranne che dell’unica cosa che serve alla Sicilia per prevenire gli incendi: l’assunzione di 30 mila operai forestali da dislocare in servizio H 24 in tutte le aree verdi dell’Isola. Le difficoltà storiche dei Vigili del Fuoco in Italia
Come potete notare, ci sono tutti, tranne il personale che serve veramente per prevenire gli incendi: gli operai forestali da dislocare in tutte le aree verdi dell’Isola con servizio H 24. Così come il candidato Sindaco di Palermo del centrodestra, Roberto Lagalla, con il Tram in via Libertà rischia di giocarsi l’elezione a primo cittadino, il presidente della Regione siciliana uscente, Nello Musumeci, continuando a sottovalutare i cambiamenti climatici rischia di giocarsi la rielezione. A nostro modesto avviso, se le temperature saranno uguali a quelle della scorsa Estate (e potrebbero essere ancora più calde) i problemi potrebbero esserci lo stesso. Tra l’altro, di recente ci siamo occupati dei Vigili del Fuoco. A noi risulta che In Europa, in media, opera un Vigile del Fuoco ogni mille e 500 abitanti, mentre in Italia opera un Vigile del Fuoco per ogni 15 mila abitanti. Nel nostro Paese, insomma, opera un numero esiguo di Vigili del Fuoco e in Sicilia, addirittura, se ne contano meno che nelle altre Regioni italiane. In Italia si trovano i soldi per tutti: per il Reddito di cittadinanza, per la guerra in Ucraina, per il sostegno alle industrie automobilistiche ma non ci sono mai i soldi per assumere nuovi Vigili del Fuoco e per pagarli decentemente. Ecco, in sintesi’ la ‘radiografia’ dei Vigili del Fuoco in Italia: “Per la cronaca, i Vigili del Fuoco in Italia sono circa 29 mila. Considerato il personale che opera negli uffici, il personale che opera stabilmente nei porti e negli aeroporti (per ovvi motivi è un personale che deve assicurare il servizio H 24) e il lavoro distribuito in sei ore con quattro turni al giorno, ecco che si arriva ai 4 mila Vigili del Fuoco giornalmente operativi in tutto il territorio nazionale. Secondo gli standard europei dovrebbero essere almeno 60 mila! Così, quando esplode un’emergenza i Vigili del Fuoco sono costretti a lavorare per 24 ore di fila e anche di più senza potere riposare. In Calabria, lo scorso anno, durante gli incendi estivi, i Vigili del Fuoco sono stati costretti a lavorare per 36 ore di fila. Una follia! Non solo lavorano in condizioni di grande disagio e di grandi rischi (che sono ovviamente maggiori quando si va ad affrontare un’emergenza in pochi e spesso senza avere avuto la possibilità di riposare), ma vengono pagati pochissimo e – questa è veramente incredibile – il loro lavoro non viene considerato usurante. In più debbono pagarsi, a propria spese. l’assistenza sanitaria. Un capitolo a parte merita l’assurdità dei precari. Lo Stato, per ‘risparmiare’, invece di assumere nuovi Vigili del Fuoco, adeguando gli organici agli standard europei, tiene ‘al laccio’ migliaia di precari che vengono chiamati solo per le emergenze per un massimo di 14 giornate all’anno. Va da sé che a questo personale non è assicurata alcuna tutela, pur svolgendo un lavoro rischioso. Lo Stato italiano che combatte il ‘caporalato’ in agricoltura, stigmatizzando il fatto che il personale che lavora nei campi senza contratto viene pagato poco e non ha tutele, paga poco i precari dei Vigili del Fuoco e non gli assicura alcuna tutela! Un Paese ‘coerente’, l’Italia, di ‘grandi principi morali’…” (qui un nostro articolo sui Vigili del Fuoco). In Sicilia, lo ribadiamo, la situazione, per i Vigili del Fuoco, è addirittura sotto la media nazionale, che è già bassissima! Come faranno i Vigili del Fuoco della Sicilia ad assicurare tutti i servizi illustrati nel comunicato stampa del Governo regionale non lo sappiamo: è evidente che ci siamo persi qualcosa…
I numeri della commissione regionale Antimafia sugli incendi boschivi
Di incendi si è occupata anche la Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, che ha approvato la relazione conclusiva dell’indagine sugli incendi dolosi. A presentare tale relazione è stato il parlamentare regionale, Giuseppe Compagnone. Prendiamo atto che l’onorevole Compagnone è l’unico che ha citato le due parole ‘magiche’: “cambiamenti climatici”. Sollecitando un “salto in avanti”. Dopo di che c’è la solita sviolinata sulla “mafia dei pascoli” e sui maneggi per arraffare i fondi europei. Cose in parte vere che, però, non affrontano il vero nodo degli incendi boschivi non in Sicilia, ma in tutto il mondo. Secondo Compagnone, “non basta certamente limitarsi ad anticipare la stagione antincendio, occorre anche garantire maggiore efficienza all’attività di prevenzione e contrasto agli incendi tramite alcuni interventi che appaiono non più rinviabili. Una nuova politica del personale del Corpo forestale in divisa, che garantisca il pieno soddisfacimento del fabbisogno, sia in termini numerici sia in termini di età media dei lavoratori. Gli sforzi in tal senso fatti nel corso dell’ultimo anno dal Governo regionale per incrementare il numero di agenti in divisa, seppur apprezzabili, sono ancora ben lontani dal poter garantire un effettivo miglioramento della capacità di risposta al fenomeno degli incendi che, purtroppo, si è già presentato nelle prime settimane di Maggio”. Il riferimento è agli incendi che hanno già funestato Erice e le aree verdi intorno a Monreale. Anche il parlamentare cade nella solita retorica come “migliorare da subito il coordinamento, soprattutto a livello locale fra istituzioni, forze dell’ordine, volontariato al fine di rendere quanto più continuo e capillare il controllo del territorio che, di certo, è l’unico vero deterrente capace di prevenire l’odioso fenomeno degli incendi dolosi”. Il problema è che il controllo del territorio non si effettua con i volontari, ma con gli operai forestali che conoscono il territorio e, in quanto professionisti del settore, sanno quello che debbono fare e non improvvisano, come continua a fare – con rispetto parlando – l’attuale Governo regionale. La Commissione Antimafia fornisce dati che non ci stupiscono, ma che rafforzano la nostra convinzione circa l’esigenza di assumere, senza perdere ancora tempo, almeno 30 mila operai forestali per affrontare gli ultimi venti giorni di Primavera e i quattro mesi estivi. La Commissione Antimafia scrive nella relazione finale che nel 2021 ci sono stati 135 incendi al giorno in 2 mesi. “Nell’Estate del 2021, in Sicilia ci sono stati 8.133 incendi, con una media di 135 roghi al giorno solo a Luglio e Agosto. Secondo i dati forniti dell’European forest fire information system (Effis) dall’inizio del 2021 sono andati in fumo nell’Isola oltre 78 mila ettari di territorio (esattamente il doppio dei 36 ettari del 2020) pari al 3,05% della superficie dell’intera Regione. Numeri che impongono una riflessione e che hanno indotto la Commissione Antimafia regionale a svolgere un’accurata indagine “al fine di individuare quali possono essere le cause che muovono le mani criminali di chi, dolosamente, appicca un incendio”. In realtà, non sono dati nuovi e sono scenari che nella Primavera dello scorso anno erano stati in arte previsto, anche se nessuno immaginava il disastro ambientale dell’Estate dello scorso anno. L’allarme era stato lanciato dalle organizzazioni sindacali nella Primavera del 2021 e, in particolare, dal Sifus, che ha presentato una raffica di querele al Governo regionale. Ma non è servito a nulla. la Sicilia ha perso quasi 80 mila errati di boschi con danni gravi all’agricoltura in generale e agli allevamenti di animali in particolare. I responsabili? I piromani. E quest’anno siamo punto e a capo. Con i cambiamenti climatici che incombono: caldo e altri eventi avversi. Nel Nord Italia, ad esempio, dopo che la siccità invernale ha provocato circa un miliardo di euro di danni in agricoltura è arrivata una mega-grandinata che ha completato il disastro. Speriamo bene…
La saggezza della Comunità TerraeLiberAzione. I possibili incendi nei campi di grano
Sempre a nostro modesto avviso, vale la pena di legge quanto ha scritto su “Il Fuoco buono e quello cattivo” la Comunità TerraeLiberAzione: “Ricordando l’eroico Andrea Di Stefano di Paternò, caduto nella guerra del fuoco del 2021. Da anni urliamo che il caos della ‘Sicilia bruciata’ non è inscenato da una ‘regia unica’, da una ‘Spectre piromane’: da un ‘gomblotto’. Semmai c’è di peggio: il caos della ‘Sicilia bruciata’ è determinato da una pluralità di interessi – sia miliardari, che miserabili: interessi oggettivamente convergenti –nel perseguimento dei propri specifici fini. Questa è la nostra Tesi (e non da ora): un’unica e malefica Forza Mentale che agita una pluralità di pupi criminali. Da una utile indagine della Commissione Antimafia regionale, sollecitata dal coordinamento ‘Salviamo i Boschi’ – che TerraeLiberAzione sostiene – si ricava ora che nell’Estate del 2021, in Sicilia ci sono stati 8.133 incendi, con una media di 135 roghi al giorno solo a Luglio e Agosto.
Secondo i dati forniti dell’European forest fire information system (Effis) dall’inizio del 2021 sono andati in fumo nell’Isola oltre 78 mila ettari di territorio (esattamente il doppio dei 36mila ettari del 2020) pari al 3,05% della superficie dell’intera Regione. Saremmo curiosi di conoscerne i metodi di rilevamento e i criteri di valutazione. E sarebbe il caso di precisare con più forza che non tutti questi ‘incendi’ sono dolosi, in tal caso saremmo perduti! Anzi: buona parte di questi ‘incendi’ sono utili e necessari alla rigenerazione naturale della Terra, per quanto andrebbero regolamentati con più intelligenza”. Il riferimento è alle operazioni agronomiche che prevedono anche la bruciatura delle stoppie che non sono certo ‘incendi’. Non è che hanno conteggiato anche queste operazioni colturali? Infatti nel comunicato di TerraeLiberAzione si legge: “Oppure preferite i bombardamenti aerei per irrorazione di glifosato e affini? Nell’Arcipelago di Trinakria, generato dal Fuoco dei suoi Vulcani, agiscono regolarmente un Fuoco amico e un Fuoco nemico. Un Fuoco buono e uno cattivo. Far confusione non aiuta la necessaria Guerra contro piromani e organizzazioni criminali non prive di collegamenti eversivi. Intanto procedono gli iter autorizzativi dei mega-park fotovoltaici… nelle nebbie speculative e colonialiste ‘per combattere i cambiamenti climatici’!. Al tragicomico non c’è mai fine, specie nelle colonie perdute a sé stesse. Anche il Sole e il Vento ci fottono. Vuoi vedere che, prima o poi, arresteranno i contadini c’addhuminu u focu per la salutare “ristucciata”?. Da non dimenticare altri due possibili scenari: gli incendi nei campi di grano (in questo momento storico, con la crisi alimentare mondiale che incombe sarebbero follia) e gli incendi nel verde limitrofo ai centri abitati. Ricordiamo che, lo scorso anno, un incendio, in Sicilia, ha incenerito 300 ettari circa di grano!
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