Non sono state fatte le attività di prevenzione mentre i lavoratori antincendio, avviati ieri, sono sprovvisti dei mezzi per intervenire negli incendi odierni. Una vergogna che non può restare impunita
E’ l’inferno. La Sicilia, stretta dalla morsa di un vento di scirocco impetuoso, è in fiamme. A Catania, a Messina, un po’ ovunque le fiamme stanno distruggendo boschi e macchia mediterannea. Gravissima la situazione a Palermo, dove Montepellegrino avvolto dal fuoco, restituisce agli occhi un immagine spettrale. A Monreale i bambini di un asilo sono stati portati in ospedale per le esalazioni di fumo. Pesantissima la situazione sulle Madonie, ma anche a Cefalù dove il fuoco scende verso il lungomare.
Immagini drammatiche arrivano da tutta l’Isola. E la solita domanda, mentre la tragedia continua a consumarsi, si ripropone nella testa di tutti: di chi è la colpa? Davvero il colpevole si chiama scirocco? Certamente è un fattore, ma non si può dare la colpa ad un vento tanto previsto quanto gestibile in ogni dove. Né si può ridurre il tutto all’azione di qualche criminale che certamente c’è.
Premessa: l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, ha fatto sapere che “la campagna anti incendio in Sicilia è partita ieri come prevede la legge, il periodo va dal 15 giugno al 15 ottobre. I gruppi antincendio del gruppo Forestale – aggiunge l’assessore – stanno operando in tutte le zone colpite dagli incendi”.
Tutto qui? No. Non può restare impunita questa vergogna. Come minimo- se non saranno provate responsabilità di altro tipo- questo governo regionale deve dimettersi, subito. Tutto gli stanno perdonando, ma la distruzione del territorio non può essere perdonata. Non ci sono risorse e forse per questo tutto quello che doveva essere fatto (tutte le opere di prevenzione) non è stato fatto? Siete colpevoli due volte: la prima per avere accettato supinamente di farvi ridurre al lastrico dal Governo nazionale senza proferire verbo, la seconda perché la vostra ignavia ascara ha arrecato danni enormi all’ambiente e messo a rischio la vita dei Siciliani.
Le responsabilità sono chiare, come evidenziano sindacati e gli stessi forestali: “La Sicilia brucia e il governo regionale si accorge sempre in ritardo che bisogna intervenire. E’ colpevole, ancora una volta, di gestire in maniera sbagliata risorse, settore e forestali” dice Giuseppe La Bua, segretario della Uila Palermo, che aggiunge: “Da mesi, e in maniera pressante, chiediamo di predisporre interventi antincendio. Abbiamo anche presentato una proposta di riforma del settore per utilizzare al meglio fondi e personale. La Regione, però, è stata troppo distratta e come sempre occupata nei soliti giochi di potere. E intanto i boschi muoiono”.
Anche la UGL mette i puntini sulle ì: “Ci risiamo, mentre il governo regionale tra burocrazia e finanziamenti che non arrivano dal governo centrale continua a risparmiare, la Sicilia brucia”.
“Da quanto abbiamo appreso – dice Giuseppe Messina – le perizie sono state approvate con ritardo dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione. Questo ha comportato l’avvio, da circa 20 giorni soltanto, degli operai 151sti che, in tutta la Sicilia, sono oltre 4 mila e 200 e una parte dei 101sti che, complessivamente, nell’Isola sono circa 3 mila e 900. Mentre restano ancora al palo gli 8 mila settantottisti, con conseguente ritardo nelle operazioni di prevenzione antincendio”.
“La conseguenza di tutto ciò – rimarca il sindacalista – è quella che che le cronache registrano, nelle ultime ore, danni causati dalla ritardata attività di prevenzione antincendio e viali parafuoco”.
“Da oggi – aggiunge, Franco Arena, Segretario regionale dei forestali dell’UGL – è attivo in tutta la Sicilia il servizio antincendio boschivo alle dipendenze del Corpo Forestale della Regione siciliana e sono stati avviati settemila operatori della fascia di garanzia di 151 giornate ed i forestali 151isti che si scontreranno con una realtà infuocata a causa, per l’appunto, della scarsa attività di prevenzione che aumenterà i pericoli nelle operazioni di spegnimento”.
Ancora una volta l’inadeguatezza del governo regionale, intento solo a risparmiare ad ogni costo per fare ingrassare il Governo nazionale, impoverisce la Sicilia ridotta oramai ai minimi termini, in cenere.
“A parte i mezzi di informazione che svolgono egregiamente il loro lavoro, mostrando la devastazione in atto nella terra di Sicilia a causa degli incendi, c’e’ il silenzio assordante di chi dovrebbe chiedere solo scusa. Non è solo un problema di danno economico ma il danno vero è incalcolabile, è il danno ambientale. Queste sono le parole del Funzionario regionale del Corpo Forestale, Gaetano Guarino.
Vincenzo Figuccia, deputato regionale di Forza Italia aggiunge qualche dettaglio: “Mentre Palermo e diversi territori della provincia sono avvolti dalle fiamme, i lavoratori antincendio, avviati ieri, sono sprovvisti dei mezzi per intervenire negli incendi odierni. E’ un fatto gravissimo ciò che sta succedendo: molti tra i 3500 addetti allo spegnimento delle fiamme sono bloccati perché nessuno gli ha messo a disposizione autobotti ed altri mezzi. Qualcuno nel governo Crocetta dovrebbe trarne le conseguenze. Ci sono già due autostrade chiuse tra Palermo e Messina e Palermo e Mazara del Vallo, con gravi rischi per l’incolumità pubblica. Ed è chiuso pure l’ambulatorio dell’ospedale di Cefalù circondato dalle fiamme. Ci spieghino dal governo regionale di chi è la responsabilità di avviare i lavoratori antincendio e non metterli in condizione di lavorare con i mezzi appropriati”.
Commenta anche il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella: “Spiace riscontrare per l’ennesima volta come l’amministrazione regionale, che avrebbe dovuto attivare da mesi le attività di prevenzione incendi, anche in questo caso si sia dimostrata incapace di arginare un fenomeno previsto e prevedibile. Nei mesi passati, i forestali dell’Azienda Foreste Demaniali avrebbero dovuto predisporre i viali tagliafuoco nei boschi per arginare i prevedibili incendi e scongiurare il rischio che le fiamme si propagassero fino nei centri abitati, come invece è avvenuto. Di tutto ciò non è stato fatto assolutamente nulla, i boschi sono stati lasciati allo stato selvaggio e gli operai non sono stati mandati in tempo a causa dei ritardi nelle assunzioni. Un ritardo che si è protratto fino a pochi giorni fa per gli operai da impegnare nell’attività di spegnimento degli incendi che, a quanto mi risulta, in questo momento non sono impiegati nell’emergenza incendi perché impegnati nell’attività di formazione obbligatoria. Tutto questo è responsabilità politica di un’amministrazione scellerata, che dietro alle beghe di partito ha abbandonato una Regione a se stessa. I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti”.
Adesso si potrà solo tentare di arginare le fiamme, ma i danni sono enormi: tutto questo non può passare sotto silenzio, il Governo regionale non può passarla liscia. Le dimissioni sono doverose e sono comunque tardive, tanto quanto le azioni messe in campo contro gli incendi.
In tutto questo, qualcuno ha visto Crocetta? Lo sa che, ahinoi, è ancora lui il Presidente della Regione?
Se lo chiedono i parlamentari grillini in questo post : La Sicilia è in fiamme: Rosario Crocetta, dove sei?
Mentre il Presidente della Commissione Regionale Antimafia puntualizza che certamente c’è del dolo, ma ci sono anche gravissime omissioni della Regione come potete leggere qui: Sicilia in fiamme, Musumeci: “Gravi omissioni della Regione”
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