- Cento anni fa nasceva a Ravanusa Salvatore Lauricella, leader indiscusso per oltre 40 anni dei socialisti siciliani
- Il congresso socialista del Midas
- Nel 1981, appena tornato in Sicilia, Lauricella si schierò in modo autonomo a fianco di Pio La Torre nella battaglia per la pace
- Craxi e i craxiani, in Sicilia, contavano poco o nulla
Cento anni fa nasceva a Ravanusa Salvatore Lauricella, leader indiscusso per oltre 40 anni dei socialisti siciliani
Cento anni fa a Ravanusa, provincia di Agrigento, nasceva Salvatore Lauricella, leader storico dei socialisti siciliani. Altri giornali e blog hanno raccontato la vita di questo uomo politico. Noi, oggi, vogliamo tratteggiare alcuni aspetti di un grande protagonista della vita politica della nostra Isola per oltre un quarantennio, dagli anni ’50 agli anni ’90 del secolo passato. Lauricella è stato giovane sindaco di Ravanusa a 24 anni (molto legato alla sua cittadina, è stato sindaco per tanti anni e in più riprese), ha partecipato all’occupazione delle terre con i contadini negli anni ’50, non è mai stato molto convinto dell’operazione Milazzo tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 ed è stato tra i protagonisti del primo Governo di centrosinistra. Infatti, l’alleanza tra DC e PSI viene sperimentata in Sicilia nel 1960, con quasi due anni di anticipo sul Governo di centrosinistra nazionale. I meriti di Lauricella sono tanti e non si discutono. Erano gli anni della Cassa per il Mezzogiorno e Lauricella e Giacomo Mancini – figura di spicco del socialismo calabrese – hanno fatto tantissimo per il Sud. Però sarebbe ingiusto assegnare tutti i meriti delle infrastrutture realizzate nel Sud e in Sicilia al solo Partito Socialista Italiano: senza i Democristiani non ci sarebbero state le autostrade nel Sud, a cominciare dalla Salerno-Reggio Calabria.
Il congresso socialista del Midas
Leggendo qua e là i giornali e anche i post sulla rete notiamo una grande imprecisione: far passare Lauricella per craxiano. Lauricella in Sicilia è sempre stato autonomo, ma a livello nazionale il suo riferimento era Francesco De Martino, che era agli antipodi di Craxi. Chi scrive, negli anni in cui il milanese Benedetto ‘Bettino’ Craxi viene eletto segretario del PSI – 1976, congresso del Midas – era un giovane socialista. Craxi diventa segretario senza una maggioranza. Tutti i ‘capi’ del PSI, nel 1976, erano d’accordo sul ‘siluramento di Di Martino non perché fosse troppo a ‘sinistra’, ma perché troppo vicino al Pci negli anni in cui nei congressi nazionali del Partito comunista italiano si diceva che “i Partiti Socialisti dei Paesi europei andavano fatti a fette come il salame e mangiati ad uno ad uno”. il segretario del PSI avrebbe dovuto essere Enrico Manca, ma gli mancarono i voti. Designarono Craxi come “segretario di transizione”. Ma in meno di due anni Craxi fece le scarpe a tutti e si impossessò del partito con metodi stalinisti. Il paradosso di Craxi è sempre stato questo: si proclamava “Socialista autonomista e libertario” all’affacciata esterna, ma nella gestione del partito era più accentratore di Stalin.
Nel 1981, appena tornato in Sicilia, Lauricella si schierò in modo autonomo a fianco di Pio La Torre nella battaglia per la pace
Ho letto che Lauricella era craxiano. A me non risulta proprio! Nel 1981 Lauricella decide di ‘rientrare’ in Sicilia perché a Roma Craxi dava spazio solo ai ‘suoi’. Lauricella rientra in Sicilia, viene eletto deputato regionale. Grazie all’accordo con la DC – e con i mal di pancia’ dei socialisti siciliani craxiani – Lauricella viene eletto presidente dell’Assemblea regionale siciliana. erano, quelli, anni difficilissimi. Il 6 Gennaio del 1980 era stato trucidato l’allora presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, e nella Dc siciliana la confusione era totale. E c’era anche paura. Soprattutto dopo l’omicidio del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, mandato in Sicilia per combattere la mafia, omicidio a cui seguirono accuse strumentali e sbagliate rivolte alla DC siciliana, la situazione, nella Dc siciliana, era così confusa che i democristiani preferirono non celebrare il congresso regionale in vista del congresso nazionale che avrebbe portato Ciriaco De Mita alla segreteria del partito. Lauricella, appena tornato in Sicilia ed eletto presidente del Parlamento siciliano, si schierò subito con l’allora segretario regionale del PCI siciliano, Pio La Torre, che in Italia, a partire dalla Sicilia, aveva creato un vasto movimento popolare per la pace, contestando i missili Cruise americani che ufficialmente avevano base a Comiso, provincia di Ragusa, ma che in realtà erano sempre in giro per la Sicilia su mezzi gommati. Craxi, sui missili Cruise, non la pensava come Lauricella. E su questo punto lo scontro politico fu aspro.
Craxi e i craxiani, in Sicilia, contavano poco o nulla
Lauricella tirò dritto. Rimase con La Torre, anche se nel suo partito, in Sicilia, su questo punto, non mancavano i mugugni. Chi scrive, in quegli anni, partecipò ad alcune manifestazioni contro i missili di Comiso e in una di queste manifestazioni c’era Lauricella. Questi sono fatti storici. Dobbiamo dirlo, non c’è nulla di male anche se siamo sempre stati – e siamo sempre – socialisti: il PSI, nel 1981 – anche se in modo molto autonomo (molto diverso dal PD di oggi, di fatto ‘coricato’ sull’America di Biden!) – era schierato con il presidente americano Reagan: e la posizione di Lauricella in Sicilia dava molto fastidio a Craxi. Il problema – per Craxi – era che Lauricella, in Sicilia, nel suo partito, non era solo carismatico: era anche il più bravo di tutti: e i congressi del partito nell’Isola li vinceva sempre lui. I craxiani, in Sicilia, se si vuole usare una battura ironica, contavano quanto il due di coppe con la briscola a denari… Lauricella è sempre stato un teorico dell’apertura della Sicilia verso i Paesi del Mediterraneo. I primi accordi sulla pesca – negli anni in cui i tunisini e i libici sparavano sui motopescherecci siciliani – li ha voluti Lauricella. E’ stato Craxi, come dire?, a venire a Canossa, quando si rese conto che per gli americani l’Italia era solo una colonia che doveva obbedienza. Lo capì, il segretario nazionale del PSI, con i fatti di Sigonella (che vi abbiamo raccontato qui). Craxi, della Sicilia, non sapeva molto. Tant’è vero che raccoglieva i cimeli di Garibaldi che considerava un “eroe”. Di origini siciliane – San Fratello, Messina – Craxi guardava al Risorgimento da milanese, magari anche un po’ da savoiardo. Del resto, gli stessi socialisti del Sud – a parte Lauricella e Mancini – i vari Signorile, Formica e lo stesso siciliano Nicola Capria non sono mai stati grandi meridionalisti. Allora, almeno, non lo erano.
Foto tratta da Agrigento Oggi
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