- Il 18 Maggio di un anno fa ci lasciava Franco Battiato
- “…non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire per paura di scoprire libertà che non vuoi avere…”
- Il Genio dell’Etna
di Mario Di Mauro
Il 18 Maggio di un anno fa ci lasciava Franco Battiato
Un anno fa, tra cosmismo e nichilismo, trasmigrava il più grande, colto e influente Artista siciliano di tutti i tempi: Battiato Francesco detto Franco o Süphan Barzani. Non l’ho mai considerato un “amico”, anzi: da buoni “vicini di casa” che scambiavano qualche fugace ma colta “battuta”, scorreva macari una certa reciproca e delicata antipatia. Tranne una volta, e ne ho già detto ricordandolo criticamente ma con riconoscenza sul quotidiano La Sicilia, quando se ne ritornò nel Cosmo in forma di Luce e nell’Unità dello Spirito Santo: oltre le Porte dello spavento supremo. (http://www.terraeliberazione.net/2021/05/18/battiato/).
“…non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire per paura di scoprire libertà che non vuoi avere…”
Ma di Francesco Battiato ribattezzato “Franco” dai suoi discografici milanesi -come tante altre persone- mi portu r’intra, mi porto dentro “stimoli intellettuali” che non furono solo lampi e interferenze nello Spettacolo della Vita. E la mia intima “Traccia di Franco” ho deciso di metabolizzarla con catanese liscìa: non condivido in Nulla il nichilismo di Francesco, ma mi rimetto divertito gli occhiali da Sole per avere più carisma e sintomatico mistero, tanto siamo esseri immortali caduti nelle tenebre, destinati a errare; nei secoli dei secoli, fino a completa guarigione. Con o senza occhiali, cosa cambia? Grazie Maestro! Solo un Siciliano che guardava alle cose della Vita e del Mondo dalla Cima dell’Etna poteva insediarsi nelle CoScienze di moltitudini, lasciandoli comunque “liberi”, tanto “non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire per paura di scoprire libertà che non vuoi avere” (da: ‘Il silenzio del rumore’, ‘Pollution’ 1972).
Il Genio dell’Etna
A prescindere: “più diventa tutto inutile, e più credi che sia vero; e il giorno della Fine non ti servirà l’Inglese”. Me lo medito in Silenzio, oltre l’ombra della Luce avvolta nelle nebbie della banalità del Male che segna l’Epoca demenziale in cui ci sta toccando vivere. E infine… Uno che ha concepito “La Cura” ha posto l’asticella dell’ Amor poetico “a larga diffusione” ad altezze “vediche 4.0” che appaiono inarrivabili per tutto il Secolo XXI: “Supererò le correnti gravitazionali – lo spazio e la luce per non farti invecchiare”. Buon Viaggio, caro Genio dell’Etna. Le Domande che ci hai lasciato, senza risposte, costituiscono un Tesoro di dubbi e di libertà profonda. Grazie!
Foto tratta da Billboard Italia
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