I Comuni debbono restare fuori dalla prevenzione degli incendi, la Regione metta in campo 30 mila forestali/ MATTINALE 646

7 maggio 2022
  • Poco più di 12 ore di vento di Scirocco non possono provocare un inferno di fuoco. La politica siciliana continua a sottovalutare i cambiamenti climatici in corso 
  • Rispetto ai cambiamenti climatici in corso – con eventi sempre più estremi – Governo dell’Isola e Assemblea regionale siciliana sono assenti 
  • I terreni incolti della Sicilia che spesso prendono fuoco sono il frutto avvelenato del Set-Aside voluto da una fallimentare Unione europea
  • Pensare che il lavoro dell’operaio forestale sia un mestiere facile, che può essere esercitato da tutti, è un errore gravissimo

Poco più di 12 ore di vento di Scirocco non possono provocare un inferno di fuoco. La politica siciliana continua a sottovalutare i cambiamenti climatici in corso 

Poco meno di una giornata di vento i Scirocco con una temperatura non eccezionale – 27-28 gradi centigradi o giù di lì – e assistiamo a un incendio spaventoso ad Erice, all’incendio di un bosco in fiamme appena cinque anni fa – bosco di Casaboli a Pioppo – e a incendi a Cefalù. il messaggio che viene fuori da questa Caporetto primaverile all’insegna del fuoco è chiarissimo: o si cambia registro, o tra qualche mese, se dovessero ripresentarsi le temperature della scorsa Estate (noi abbiamo il dubbio che la prossima Estate, in Sicilia, potrebbero materializzarsi temperature maggiori di quelle della scorsa Estate: lo scorso anno, in Primavera, l’Antartide non aveva registrato un aumento di temperatura di 40 gradi, cosa che invece è successa quest’anno; lo scorso anno, a Gennaio, il Po non era in secca, quest’anno sì; lo scorso anno, nel Nord Europa, non c’erano i segnali di siccità che si registrano oggi. Lo scriviamo e lo ribadiamo: c’è, da parte della politica siciliana, la sottovalutazione dei cambiamenti climatici in corso. Dispiace scriverlo, ma ci sembra di stare rivivendo la Primavera dello scorso anno, quando i segnali di un’Estate siccitosa c’erano tutti ma si è fatto poco o nulla per prevenire gli incendi che sono stati rovinosi, se è vero che nella nostra Isola sono andati in fumo quasi 80 mila ettari di boschi. Quest’anno i segnali che si avvertono sono i gran lunga peggiori di quelli dello scorso anno e assistiamo ad atteggiamenti di incoscienza da parte della politica siciliana.

Rispetto ai cambiamenti climatici in corso – con eventi sempre più estremi – Governo dell’Isola e Assemblea regionale siciliana sono assenti 

Lo scorso 30 Marzo Governo dell’Isola e Assemblea regionale siciliana hanno dato prova di totale inconsistenza politica in materia di cura dei boschi e di prevenzione degli incendi negli stessi boschi: “Invece di aumentare le giornate lavorative e di migliorare il servizio di tutela dei boschi e dei corsi d’acqua il Governo e il Parlamento dell’Isola si accingono a ridurre le ore di lavoro e a rendere ancora più precario il lavoro di questo personale“. Il Governo regionale dice di avere potenziato con nuove assunzioni il Corpo Forestale. Bene. Impossibile chiedere al Corpo Forestale della Regione siciliana di presidiare le aree verdi della Sicilia 24 ore su 20 ore da Maggio a Novembre, perché non c’è il personale. Ma che in meno di 24 ore di Scirocco – quindi per una giornata – il Corpo Forestale non sia riuscito a prevenire gli incendi non è tollerabile. Da quello che ci risulta ci sono già degli operai forestali avviati al lavoro; si doveva organizzare un servizio di vigilanza mettendo insieme il personale del Corpo Forestale e gli operai forestali avviati al lavoro. E’ stato fatto questo? O sono andati tutti a a casa dopo le ore di servizio ordinario? Lo dichiamo al Governo regionale e ai vertici del Corpo Forestale: così non funziona: poco più di 12 ore di Scirocco non possono provocare un mezzo cataclisma.

I terreni incolti della Sicilia che spesso prendono fuoco sono il frutto avvelenato del Set-Aside voluto da una fallimentare Unione europea

Questi sono fatti accaduti, oggettivi, sotto gli occhi di tutti. Il presidente della Regione siciliana chiama in causa i terreni incolti. Dimenticando che se esistono terreni incolti è perché, da decenni, l’Unione europea paga gli agricoltori proprio per tenere i terreni incolti: il regolamento comunitario si chiama Set-Aside: regolamento varato per limitare la produzione di grano in Europa, per consentire al grano tenero e al grano duro canadese di invadere l’Europa per avvelenare mezzo mondo con il glifosato e con le micotossine DON. Questi sono fatti oggettivi. Per decenni si ricorreva alla bruciatura delle stoppie, proprio per liberare i terreni dalle erbe secche; ma questo non si fa quasi più proprio perché si teme che il fuoco si propaghi. Quindi i proprietari dei terreni incolti, a proprie spese, con i costi del gasolio alle stelle, dovrebbero eliminare meccanicamente tutte le erbe secche, magari su sollecitazioni dei sindaci. Considerato che Monreale è il Comune più esteso della Sicilia, il sindaco di Monreale, invece di amministrare la sua città, dovrebbe passare la Primavera e l’Estate ad occuparsi dell’eliminazione delle erbe secche nei terreni! Ma i signori della regione siciliana dicono vero o scherzano? Hanno contezza dei problemi del mondo agricolo e del territorio? E poi con quali risorse economiche i Comuni dovrebbero occuparsi del territorio? E se è così perché la Regione siciliana non elimina l’assessorato regionale all’Agricoltura e l’assessorato al Territorio e Ambiente?

Pensare che il lavoro dell’operaio forestale sia un mestiere facile, che può essere esercitato da tutti, è un errore gravissimo

Vorremmo dire al presidente della Regione che, con questa ‘filosofia’ agronomico-amministrativa – totalmente sbagliata – tra tree mesi, in Sicilia, non rimarrà un albero. Non stiamo scherzando. I Comuni non hanno né le risorse, né il personale specializzato per occuparsi delle aree verdi. Al massimo – ma spesso non fanno nemmeno questo: vedere il Comune di Palermo – si dovrebbero occupare del verde cittadino e del verde che si trova a ridosso delle abitazioni. Pensare che il lavoro dell’operaio forestale sia un mestiere facile, che può essere esercitato da tutti, è un errore gravissimo. L’operaio forestale deve conoscitore del ciclo delle piante, sa quando e come deve intervenire. Non si improvvisano gli interventi nei boschi. Ma bisogna mettere gli operai forestali nelle condizioni di poter lavorare. Noi, dal Novembre dello scorso anno – dopo aver visto cosa è successo la scorsa Estate nei boschi della Sicilia e dopo aver visto cosa è successo lo scorso Autunno con le alluvioni – proponiamo l’assunzione di almeno 30 mila operai forestali per provare a fronteggiare quello che potrebbe succedere tra metà Giugno e Ottobre tra possibili incendi boschivi e possibili alluvioni. In conclusione, al presidente della Regione diciamo: delle aree verdi – compresi, anzi soprattutto i terreni incolti – debbono occuparsi gli operai forestali, non i Comuni; semmai gli operai forestali debbono raccordarsi con i Comuni nelle opere di prevenzione del fuoco e delle alluvioni. Se non si farà così, da qui a Novembre, in Sicilia, potrebbe succedere di tutto. I cambiamenti climatici – con eventi estremi sempre più violenti – sono una realtà. Infilare la testa sotto la sabbia e giocare a scaricabarile è follia.

Foto tratta da SUD TV

 

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