Rallenta la ‘locomotiva economica europea’ (leggere Germania). Guai in arrivo per l’Europa, Italia in testa

6 maggio 2022
  • In parte il rallentamento è dovuto alla pandemia (pesano anche le incognite delle varianti non coperte dai ‘mirabolanti’ vaccini delle multinazionali), in parte alla guerra in Ucraina. E, in parte, alla caduta della domanda al consumo 
  • In Germania c’è anche un altro problema: la possibile crisi del settore edile che scatenerebbe un disastro economico e sociale  

In parte il rallentamento è dovuto alla pandemia (pesano anche le incognite delle varianti non coperte dai ‘mirabolanti’ vaccini delle multinazionali), in parte alla guerra in Ucraina. E, in parte, alla caduta della domanda al consumo 

La ‘locomotiva economica dell’Unione europea’ comincia a rallentare. Sì, la Germania delle automobili e dell’export senza fine frena. In parte sono gli effetti della pandemia (che peraltro presenta il punto interrogativo delle nuove varianti che si fanno beffa dei vaccini anti-Covid fin qui utilizzati per la gioia delle multinazionali farmaceutiche), in parte sono gli effetti della guerra in Ucraina, dove a pesare sono le sanzioni alla Russia che danneggiano anche l’economia europea. così la produzione tedesca è crollata di quasi il 40% (dato Marzo 2022, ‘fresca fresca’, si direbbe in Sicilia). In Germania si aspettavano un calo dell’1, al massimo dell’1,5%: invece la ‘botta’ in testa è stata violentissima e i teutonici non sanno cosa dire a se stessi. Il ‘casino’ economico è totale. Ci sono problemi logistici. Ma non è solo una questione legata alle catene di approvvigionamento interrotte a causa del Covid e, adesso, dalla guerra. C’è anche un problema legato alla riduzione della domanda al consumo. Di per sé il concetto di esportazione senza fine caro ai liberisti è una grandissima minchiata e, tra pandemia e Covid, i problemi si accentuano, perché in un’atmosfera di grandi tensioni politiche ed economiche internazionali la domanda al consumo si riduce, soprattutto per i beni non essenziali. In un clima di insicurezza economica e sociale crescente i consumi si orientano sui beni essenziali.

In Germania c’è anche un altro problema: la possibile crisi del settore edile che scatenerebbe un disastro economico e sociale  

Scrive scenariecnomici.it: “In calo la produzione di beni di investimento (-6,6%), intermedi (-3,8%) e beni di consumo (-1,5%) mentre le costruzioni crescono dell’1,1%. Rispetto a un anno prima, la produzione industriale è scesa del 3,5%. I prezzi energetici si sono fatti sentire alla fine, con le produzioni più energivore che sono state fermate perché non più economicamente interessanti”. A questo si è aggiunto “il blocco dell’export verso la Russia, per le sanzioni (e ricordiamo quanto sia importante l’export della componentistica auto, le cui destinazioni sono attualmente fabbriche chiuse). Tra l’altro non si è ancora sentito l’effetto della crisi sul settore edile, sul quale cadrà come un macigno l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, ormai è evidente, per Luglio”. Gli effetti negli altri Paesi dell’Unione europea? Disastrosi. A cominciare dall’Italia, dove l’aumento dei tassi d’interesse da arte della Banca Centrale Europea, a causa del sistema folle che hanno creato per la cosiddetta ‘monetazione’, rischia di fare saltare i delicati equilibri sul grande imbroglio ‘europeista’ del debito pubblico italiano. In tutto questo caos c’è anche lo spettro della Russia con i cabbasisi rotti che potrebbe interrompere da un giorno all’altro la fornitura di gas all’Europa per ‘girarlo’ alla Cina (che è molto interessata a questa prospettiva: scenario che sembra impossibile fare capire ai ‘geni’ della Commissione europea). Ah, dimenticavamo l’ultima ‘genialata’ della stessa Commissione europea: lo stop al petrolio russo, con i ‘distinguo’ di alcuni Paesi europei dell’Est. Il petrolio russo rimarrà sul groppone del Paese di Putin o da quelle parti sanno già a chi venderlo?

 

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