- Se oltre a osservare il teatro di guerra in Ucraina si guarda agli scenari economici non è difficile vedere la cisi dell’area del dollaro e la fine imminente dell’area dell’euro
- L’Italia di Mario Draghi? In circa tre mesi di guerra in Ucraina è ormai un’economia assistenziale che ‘brucia’ solo risorse e aumenta il debito pubblico
- Man mano che andrà avanti la guerra in Ucraina Occidente industrializzato e, soprattutto, l’Unione europea diventeranno sempre più economicamente marginalizzati
- Tra i leder politici italiani il solo Giuseppe Conte è contro la guerra
Se oltre a osservare il teatro di guerra in Ucraina si guarda agli scenari economici non è difficile vedere la cisi dell’area del dollaro e la fine imminente dell’area dell’euro
Brutte notizie in questo MATTINALE che dedichiamo alla guerra in Ucraina. Una guerra che, purtroppo, si va estendendo in Europa. Paesi che dovrebbero restare neutrali, di fatto, partecipano allo scontro in atto, facendo da base operativa alla NATO. E’ il caso della Polonia che, da qualche giorno, ammassa truppe sul confine con la Bielorussia. Ovviamente, la Bielorussia risponde a propria volta ammassando truppe sul confine con la Polonia. E’ inutile girarci attorno: quando gli eserciti si preparano e si fronteggiano la guerra è alle porte. Alla NATO – che insieme all’Europa ha riempito l’Ucraina di armi e anche di mercenari – l’idea che la Russia continui ad affacciarsi nel Mar Nero per portare vanti le proprie attività commerciali non va proprio giù. In più c’è anche la rabbia che la Russia, fino ad oggi, non sia stata toccata dal cambiamenti climatici ed ha quasi pronta una grande produzione di cereali e, in generale, di prodotti agricoli da vendere al mondo, mentre negli Stati Uniti la siccità continua a colpire molte aree ad agricoltura estensiva. La guerra in atto, già dopo circa tre mesi, ha provocato effetti economici disastrosi. L’economia francese si sta fermando, l’economia spagnola è in rallentamento, l’Italia, che appena tre mesi addietro annunciava aumenti del Prodotto Interno Lodo (PIL) di oltre il 6%, non solo ha un PIL ormai negativo, ma per ragioni clientelari non può interrompere l’enorme flusso di risorse che ogni mese viene ‘bruciato’ dal Reddito di cittadinanza (che in realtà è un Reddito a ‘babbo morto’, sia perché è stato organizzato alla carlona, sia perché ormai l’economia italiana va indietro e con l’economia ferma i posti di lavoro da assegnare eventualmente ai percettori del Reddito di cittadinanza non ci sono), da Centri di accoglienza per migranti, da chi accoglie i profughi ucraini (900 euro al mese circa per ogni profugo), della Cassa integrazione e di tutti gli ammortizzatori sociali la cui entità cresce di giorno in giorno. Per non parlare dell’acquisto di ingenti quantitativi di armi da inviare in Ucraina per la gioia di chi le fabbrica(ricordiamo che in Italia, in alcuni casi, i fabbricanti di armi editano giornali, cioè fanno informazione!).
L’Italia di Mario Draghi? In circa tre mesi di guerra in Ucraina è ormai un’economia assistenziale che ‘brucia’ solo risorse e aumenta il debito pubblico
Di fatto, il Governo di Mario Draghi, in tre mesi di guerra, ha trasformato l’Italia in un’economia assistita, dove l’unica industria che gira a pieno ritmo è quella delle armi acquistate dallo Stato e regalate all’Ucraina. Di fatto, l’unico leader politico che si sta opponendo a questa follia è Giuseppe Conte, che peraltro non ha dietro tutto il Movimento 5 Stelle. Nel MATTINALE di ieri abbiamo riportato le dichiarazioni di un piccolo commerciante artigianale siciliano che ha spiegato, numeri alla mano, che con le bollette di gas e della luce il suo esercizio commerciale, forse, arriverà a Dicembre, poi chiuderà. E’ un caso emblematico, perché con le attuali bollette di luce e gas, un po’ tutto il sistema delle Piccole e Medie Imprese (PMI) dell’Italia, chi più chi meno, è sotto pressione. Le cronache di guerra ci consegnano una scenario semplice: l’Ucraina piena di armi – e a quanto pare anche di mercenari, soprattutto inglesi – che formalizza la richiesta di ingresso nell’Unione europea e nella NATO; questo avviene dopo otto lunghi anni di guerra degli ucraini contro non la minoranza, ma la maggioranza della popolazione che vive in Ucraina, perché il 56% è forse più della popolazione ucraina è filo russa: immediata la reazione russa con l’inizio della guerra. Tutti siamo portati a pensare allo schema della Russia che ‘aggredisce’ l’Ucraina. Ma questo è lo schema militare. Nelle guerre, dietro gli schemi militari, ci sono le motivazioni economiche. Così scopriamo che mentre infuria la guerra in Ucraina l’area del dollaro va diventando sempre più fragile, mentre l’area dell’euro tiene per scommessa. Cina, Russia, India, buona parte dei Paesi africani e alcuni Paesi del Sudamerica ormai fanno a meno del dollaro negli scambi internazionali. Sappiamo tutti che dietro la Russia c’è la Cina; così sorge il dubbio che gli americani e un po’ tutto l’Occidente industrializzato siano stati attirati in una sorta di ‘trappola’. Perché di fatto, invece di occuparsi di un’economia stagnante in tutto l’Occidente industrializzato, gli americani sono impegnati a investire in armi da trasferire in Ucraina. Parlano i fatti di queste ore. Vediamoli per grandi linee.
Man mano che andrà avanti la guerra in Ucraina Occidente industrializzato e, soprattutto, l’Unione europea diventeranno sempre più economicamente marginalizzati
L’argomento principale che tiene banco in queste ore nel Congresso degli Stati Uniti è il programma lend-lease per l’Ucraina. Si tratta dell’invio in Ucraina di grandi lotti di armi moderne. Agli osservatori attenti non sfugge un dato che è politico, economico e militare insieme: mentre Stati Uniti d’America e Unione europea si preparano ad alzare il livello della guerra in Ucraina, il mondo economico e monetario non-dollaro si organizza per dare vita a scambi economici e commerciali con regole monetarie diverse da quelle tradizionali. Di fatto, il grano ucraino che alimentava il Nord Africa comincia ad essere sostituito dal grano prodotto in India. Proprio in queste ore i primi carichi di grano indiano sono arrivati in Egitto. Non è facile rendere economico il trasporto del grano e, in generale, dei cereali dall’India al Nord Africa. E’ evidente che la guerra in Ucraina ha reso possibile questa linea commerciale fino a pochi mesi fa considerata troppo onerosa. Man mano che la guerra in Ucraina andrà avanti assisteremo a nuovi equilibri economici e commerciali che renderanno sempre più marginali l’Unione europea e lo stesso Occidente industrializzato. I fatti reali sono sotto gli occhi di tutti. La guerra in Ucraina sta per raggiungere un nuovo livello di scontro, sempre più elevato. Anche perché gli americani sono convinti che per fermare la crisi del dollaro serve la guerra. Di fatto, un ‘pezzo’ di sofisticati armamenti americani sta per essere trasferito nel teatro di guerra ucraino. In Ucraina attendono armi pesanti americane, compresi gli aerei F-16. A quanto pare da giorni, in Ucraina sono presenti gli istruttori che stanno formando i piloti. Di fatto, la NATO è scesa in guerra contro la Russia ed è inevitabile che si porti dietro i Paesi che fanno parte della stessa NATO, Unione europea in testa. L’Unione europea, invece di rilanciare l’economia, pensa alla guerra e, possibilmente, a farsi togliere il gas dalla Russia.
Tra i leder politici italiani il solo Giuseppe Conte è contro la guerra
E l’Italia? Ribadiamo: solo Giuseppe Conte – che sembrava il meno ‘politico’ dei leader italiani – sta tenendo una posizione politica non guerrafondaia. Conte ha detto a chiare lettere che l’articolo 51 della carta dell’Onu riconosce come legittimo l’esercizio dell’autotutela dell’Ucraina, ma l’obiettivo non può essere la distruzione della Russia, perché questo porterebbe dritti dritti alla terza guerra mondiale. Spiace essere franchi, ma Conte è l’unico leader politico italiano che ha capito che il livello dello scontro armato sta diventando pericoloso ed economicamente insostenibile. Gli italiani che plaudono all’invio di armi in Ucraina si renderanno conto di quello che sta succedendo solo quando, oltre alle armi, la NATO comincerà a chiedere anche militari italiani da mandare al fronte di guerra. Intanto i russi – e probabilmente i cinesi che sono alleati dei russi – proseguono su più fronti. Come come abbiamo già accennato, quello che avrebbe dovuto essere solo uno scontro economico e monetario – rendere sempre meno centrale l’area del dollaro nel mondo – subisce un’accelerazione. Qualche giorno fa il semplice annuncio che la Russia si accingeva a interrompere la fornitura del gas a Polonia e Bulgaria ha determinato un aumento del prezzo del gas. Questo è avvenuto mentre l’Occidente faceva di tutto per bloccare l’aumento del prezzo del petrolio! Ad eccezione di Conte, impressiona l’incoscienza dei governanti italiani che chiedono interventi militari sempre più forti contro la Russia, cioè contro un Paese che potrebbe interrompere da un momento all’altro la fornitura del gas finendo di bloccare quello che resta dell’economia italiana. Il tutto senza considerare gli obiettivi sensibili italiani che potrebbero essere colpiti da un pieno coinvolgimento dell’Unione europea nella guerra, a cominciare dal MUOS di Niscemi e Sigonella in Sicilia. Gli italiani sono così, le cose le vedono sempre dopo. E’ stato così con la prima guerra mondiale quando gli ‘interventisti’ – appoggiati da casa Savoia – sfilavano per le strade inneggiando alle armi (oggi vanno in televisione). Idem per “il posto al Sole” di Mussolini in Africa e poi con la seconda guerra mondiale. Per capire le guerre gli italiani hanno bisogno dei morti e dei lutti. E non imparano mai niente.
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