Regione siciliana, verso le dimissioni del presidente Musumeci per ‘stanare’ Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo?

22 aprile 2022
  • Lo scriviamo dallo scorso Dicembre: il Bilancio regionale 2022 non si può approvare. Già è stato forzato l’esercizio provvisorio, ora è difficile approvare una manovra con tagli per 900 milioni di euro in campagna elettorale. Toccherà ai tre commissari previsti dallo Statuto? 
  • I problemi contabili che l’assessore Gaetano Armao non ha risolto. Il vero nodo sono i precari di Regione e Comuni: sono troppi e lo Stato li reputa incompatibili con i circa 160 mila siciliani che percepiscono il Reddito di cittadinanza
  • Il gioco delle tre carte con i 300 milioni di IVA  
  • Forza Italia di Gianfranco Miccichè e la Lega, se dovesse andare in porto l’accordo tra Fratelli d’Italia, UDC di Lagalla e renziani, potrebbero addirittura ritirare il loro candidato sindaco, Francesco Cascio

Lo scriviamo dallo scorso Dicembre: il Bilancio regionale 2022 non si può approvare. Già è stato forzato l’esercizio provvisorio, ora è difficile approvare una manovra con tagli per 900 milioni di euro in campagna elettorale. Toccherà ai tre commissari previsti dallo Statuto? 

L’abbiamo scritto lo scorso Dicembre e ribadito quattro mesi fa: approvare il Bilancio della Regione siciliana, quest’anno, è impossibile (qui il nostro articolo del 18 Gennaio: “Forse Governo e Ars a casa ad Aprile”). In questo scenario le dimissioni del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sono quasi matematiche: per questioni contabili, ma anche per questioni politiche. Dicono che l’Assemblea regionale siciliana approverà la legge di stabilità (leggere Bilancio e Finanziaria): noi non ci crediamo, perché riteniamo un autogol approvare una manovra economica e finanziaria con 900 milioni di euro di tagli. E’ probabile che i 70 deputati di Sala d’Ercole decidano di affidare l’approvazione della legge di stabilità ai tre commissari previsti dallo Statuto. Per poi andare al voto, con molta probabilità a Luglio. Così, almeno, la vediamo noi. a meno che non decidano, come hanno fatto lo scorso anno, di approvare una manovra con 900 milioni di euro di soldi che non ci sono. Proviamo adesso a riassumere i problemi contabili e politici che dovrebbero portare alla fine anticipata di sei mesi dell’attuale legislatura.

I problemi contabili che l’assessore Gaetano Armao non ha risolto. Il vero nodo sono i precari di Regione e Comuni: sono troppi e lo Stato li reputa incompatibili con i 160 mila siciliani che percepiscono il Reddito di cittadinanza

Sotto il profilo contabile, a causa dei tagli alle finanze regionali da parte del Governo nazionale, la Regione siciliana presenta oggi un disavanzo fisso di 900 milioni di euro all’anno. Perché Roma penalizza così la Sicilia? In parte è stato voluto dal passato Governo regionale di centrosinistra: sapendo che avrebbe perso le elezioni, questo schieramento politico ha massacrato le finanze regionali per mettere in difficoltà il Governo di centrodestra. Ci sono, poi, altri due elementi: i risultati molto modesti ottenuti dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che in cinque anni ha intavolato una trattativa con Roma fallimentare su tutta la linea. Serviva un po’ di fantasia e anche qualche rischio in più: per esempio, un’operazione di Helicopter Money: ma queste ed altre strategie (moneta complementare) non sono nelle corde dell’attuale Governo e dell’attuale assessore. Il secondo elemento è che Roma sostiene che in Sicilia, tra uffici della Regione e Comuni, si pagano troppo precari. Non a caso il Governo nazionale ha impugnato la noma sulla stabilizzazione dei precari ASU e ha bloccato il rinnovo dei contratti dei precari in tanti Comuni. La posizione del Governo nazionale – spiace ammetterlo – non è sbagliata. Lo Stato, in Sicilia, paga già 160 mila percettori del Reddito di cittadinanza (per la precisione, poco meno dell11% sono titolari della Pensione di cittadinanza, il restante 89% sono titolari del Reddito di cittadinanza). La Sicilia non può continuare a pagare – contemporaneamente – 160 mila percettori del Reddito di cittadinanza, i precari della Regione e le decine e decine e decine di migliaia di precari dei circa 390 Comuni dell’Isola!

Il gioco delle tre carte con i 300 milioni di IVA  

I 900 milioni di euro che mancano per ‘chiudere’ il Bilancio la Regione li deve recuperare – questa è la posizione romana – tagliando gli sprechi. Piaccia o no ai sindacati e alla politica siciliana tutta, di maggioranza e di opposizione, li sprechi sono rappresentati – oggettivamente rappresentati – dalla pletora di precari che affolla gli uffici pubblici della Sicilia. il problema si badi, si è posto anche lo scorso anno, quando il Parlamento siciliano ha approvato una manovra con un ‘buco’ di circa 900 milioni di euro. Chi ha pagato questo ‘buco’ nel 2021? I cittadini siciliani in termini di minori servizi e gli operai forestali (non a caso lo sorso anno, in Estate, in Sicilia sono andati in fumo quasi 80 mila ettari di boschi). Quest’anno né il Governo, né l’Assemblea regionale siciliana dovrebbero avere interesse ad approvare un Bilancio con un ‘buco’ di 900 milioni di euro, perché perderebbero solo voti. Tra l’altro – coma mai avvenuta prima – il Governo ha piazzato nel Bilancio 300 milioni di euro che non ci sono: o meglio, si tratta dell’IVA che la Regione non vorrebbe trasferire allo Stato, dimenticando il particolare che è lo Stato che incassa l’IVA della Sicilia e poi ne gira una parte – misera! – alla Regione. Quindi, lo Stato non dovrebbe ‘girare’ l’IVA alla Regione. Morale: mossa inutile, messa in atto forse perché ormai si deve andare alla fine anticipata della legislatura.

Forza Italia di Gianfranco Miccichè e la Lega, se dovesse andare in porto l’accordo tra Fratelli d’Italia, UDC di Lagalla e renziani, potrebbero addirittura ritirare il loro candidato sindaco, Francesco Cascio

Poi c’è l’aspetto politico: non sappiamo come finirà con le elezioni comunali di Palermo. Noi abbiamo auspicato che Fratelli d’Italia e Roberto Lagalla trovino un’intesa per liberare Palermo dalla vecchia politica di centrodestra targata Forza Italia di Miccichè e di un centrosinistra che, con la candidatura di Franco Miceli, sta riproponendo programmi (Tram) e personaggi legati al disastroso sindaco uscente, Leoluca Orlando. Forza Italia di Gianfranco Miccichè e la Lega, se dovesse andare in porto l’accordo tra Fratelli d’Italia, UDC di Lagalla e renziani, potrebbero addirittura ritirare il loro candidato sindaco, Francesco Cascio. Questo perché Forza Italia e Lega sono divisi al proprio interno. A nostro modesto avviso, con undici o dieci candidati sindaco nessuno dovrebbe raggiungere il 40% necessario per essere eletto al primo turno. A meno che – ed è quello che noi non escludiamo – mezza Forza Italia e mezza Lega, invece di fare votare per il candidato di Miccichè, Cascio, decidano, sottobanco, di fare votare per il candidato di Fratelli d’Italia, UDC di Lagalla e renziani, che dovrebbe essere lo stesso Lagalla: in questo caso Lagalla o il candidato di Fratelli d’Italia, UDC e renziani potrebbe anche essere eletto al primo turno. Che c’entra , allora, il Comune di Palermo. con la Regione? Dimettendosi, il presidente della Regione Musumeci costringerebbe Gianfranco Miccichè e la parte di Forza Italia che ancora lo segue e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo a scoprire le carte: i due, a questo punto, invece di fare ‘melina’ fino a Settembre-Ottobre dovrebbero dire ora se per le elezioni regionali stanno con il centrodestra o se vogliono riprovare a fare il solito inciucio con il PD…

Foto tratta da Magazine Le vie dei Tesori

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