- Ma quanti mercenari combattono in Ucraina a fianco dell’attore-statista Zelesky? Il messaggio un po’ oscuro di Sputnik Italia
- Mario Draghi positivo al Covid. Ennesima dimostrazione che i celebrati vaccini ani-Covid non vaccinano, nel senso che non controllano il virus, che continua a farsi i cabbasisi propri. Che succederà?
- Da Roma in Sicilia. Per la precisione a Palermo. Dove va in scena l’operetta oscena (fa pure rima) della Lega di Salvini & Minardo diventata orlandiana grazie all’accordo con la mezza Forza Italia di Gianfranco Miccichè
Ma quanti mercenari combattono in Ucraina a fianco dell’attore-statista Zelesky? Il messaggio un po’ oscuro di Sputnik Italia
MATTINALE DI TUTTO e di più, quello di oggi, dopo le vacanze di Pasqua. Inevitabile il passaggio sulla guerra in Ucraina, dove si registra un’alta presenza di mercenari al servizio dell’Ucraina. Supponiamo a libro paga inglese e americano. Osservando il grande, immenso dispiegamento di armi messi in campo dagli ucraini la domanda è inevitabile: che sarebbe successo se Putin non avesse preso l’iniziativa? Nonostante il quantitativo industriale di armi e gli aiuti da parte dell’Occidente industrializzato – in testa Stati Uniti, Regno Unito e Italia, che si stanno dimostrando Paesi ferocemente anti-russi – l’attore-statista, Zelensky, sempre più nervoso dalla possibile reazione russa all’affondamento dell’’incrociatore “Moskva”, perde terreno. Il Fatto Quotidiano scrive, citando un analista russo, che l’incrociatore sarebbe stato affondato da missili NATO dati agli ucraini. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa nelle scorse ore ha messo le mani avanti raccontando di possibili provocazioni su larga scala con numerose vittime nelle regioni di Zaporozhye, Nikolaev, Odessa, Sumy e Kharkiv. I russi parlano di più di 70 gruppi mobili su veicoli tra i battaglioni nazionalisti che progettano di sparare contro chiese e chiese ortodosse la notte di Pasqua, per poi incolpare le forze armate Russe. Tutto questo, fino ad ora, non si è verificato. Sulla rete va un video impressionante su quanto avvenuto a Mariupol, di fronte all’acciaieria Ilycha. L’acciaieria per settimane era stata teatro di una guerra spietata. Vi hanno trovato posto i militari ucraini e reparti della guardia nazionale. Lungo il viale giacciono da giorni cadaveri di civili in avanzato stato di decomposizione. Ci sono testimonianze di civili che raccontano di persone, per lo più operai della fabbrica, uccisi dai cecchini ucraini appostati nell’acciaieria. Sempre sulla rete scorrono immagini di bombe che cadono su Leopoli, immagini di prigionieri di guerra, battaglie in corso nel Donetsk. E una battaglia anche dalle parti di Borovaya. Anche qui gli ucraini avrebbero avuto la peggio e molti di loro sarebbero stati catturati. E’ una guerra corpo a corpo, quella che va in scena in queste ore. Ribadiamo, con la presenza non soltanto di tante armi occidentali, ma di tanti mercenari occidentali. Questo articolo è frutto di una ricerca su tanti giornali non soltanto italiani. Tra questi anche Sputnik Italia che, ieri sera, ha scritto qualcosa che ci ha un po’ inquietato: “Oggi nel Donbas si decide il destino della Russia. E il destino dell’Ucraina è già stato deciso. Da chi? La logica dello sviluppo storico”.
Mario Draghi positivo al Covid. Ennesima dimostrazione che i celebrati vaccini ani-Covid non vaccinano, nel senso che non controllano il virus, che continua a farsi i cabbasisi propri. Che succederà?
Un’altra notizia di queste ore degna di nota è che il presidente del Consiglio Mario Draghi è positivo al Covid. Fin qui tutto normale: ennesima dimostrazione che i celebrati vaccini anti-Covid – tanto celebrati dallo stesso Draghi – sono vaccini che non vaccinano, dal momento che nulla possono contro un virus ad alta deriva antigenica. Ma questo vale per chi ha studiato la Microbiologia, disciplina un po’ complicata che mal si addice alle semplificazioni e alle certezze scientifiche tanto al chilo, tipo vaccini anti-Covid buoni per tutte le varianti di un Coronavirus… Ma la preoccupazione non è questa: la preoccupazione del sistema di potere ultra-vaccinista – che poi è lo stesso sistema di potere che ha armato gli ucraini contro i russi – sta nella possibile evoluzione della malattia. Fino ad ora, grazie a Dio, tutto è nella norma e il capo del Governo italiano è asintomatico. E noi tutti ci auguriamo che rimanga asintomatico, perché se così non dovesse essere sarebbe un bel problema che vi lasciamo immaginare… Sempre in materia di Covid c’è da chiedersi perché non la variante Omicron, ma le sotto-varianti di Omicron – che sono tante e in continua evoluzione – fanno così paura ai cinesi e adesso anche al Governo dell’India. Mentre le stesse sotto-varianti sembrano non interessate all’Occidente e ai belligeranti della guerra in Ucraina. Un punto in comune c’è: almeno fino ad ora queste sotto-varianti creano problemi solo ai fragili, cioè alle persone per lo più anziane colpite da altre malattie. E’ una tesi che il professore Andrea Crisanti – che, lo ricordiamo, è un docente di Microbiologia – ripete da qualche settimana. Resta da capire – lo ribadiamo – perché i cinesi sono così spaventati dal momento che – almeno fino ad ora – queste sotto-varianti non creano ospedalizzazioni tra le persone non fragili. Sanno qualcosa che noi non sappiamo? E cosa?
Da Roma in Sicilia. Per la precisione a Palermo. Dove va in scena l’operetta oscena (fa pure rima) della Lega di Salvini & Minardo diventata orlandiana grazie all’accordo con la mezza Forza Italia di Gianfranco Miccichè
Chiudiamo questo MATTINALE con il ‘suicidio’ politico della Lega a Palermo e in Sicilia. La parte più divertente è sulle elezioni comunali di Palermo, previste tra meno di due mesi, cambiamenti climatici e sotto-varianti Omicron permettendo. La notizia, che dovrebbe interessare molto i cittadini palermitani stanchi del fallimento integrale dall’amministrazione comunale uscente di Leoluca Orlando, è che Lega – che per l’occasione ha cambiato nome e si chiama Prima l’Italia (con tanto di registrazione per evitare la raccolta delle firme) – dopo aver fatto opposizione al sindaco Orlando è diventata improvvisamente orlandiana. Saranno stati gli appalti milionari del Tram cittadino, sarà stata la promessa della candidatura alla presidenza della Regione siciliana per il coordinatore della Lega in Sicilia, il ‘geniale’ Nino Minardo, insomma come fu e come non fu la Lega, a Palermo, piaccia o no a chi ne fa parte, si è accodata al sindaco uscente tramite Gianfranco Miccichè. Eh sì, la Lega a Palermo, si è alleata niente poco di meno che con Gianfranco Miccichè, coordinatore dimezzato di Forza Italia in Sicilia (dimezzato perché mezza Forza Italia siciliana lo ha abbandonato). E Gianfranco Miccichè, in questi anni, è stato il grande alleato del sindaco Orlando. Miccichè ha proposto l’ex parlamentare nazionale ed ex presidente del parlamento siciliano, Francesco Cascio, come candidato sindaco di Palermo. Così l’orlandismo che i cittadini palermitani vorrebbero fare uscire dalla porta ora ha due finestre per rientrare: la finestra del centrosinistra con il candidato Franco Miceli e la finestra del finto centrodestra di Miccichè e la Lega, ovvero Cascio. Obiettivo: salvare i 600-700 milioni di euro di appalti del Tram di Palermo e il progetto dello stesso Tram in via Libertà. Per far decollare questo progetto, Forza Italia e i neo-orlandiani leghisti di quell’altro ‘genio’ di Salvini dovranno adesso ingannare i cittadini palermitani chiedendogli i voti contro Orlando per poi – ammesso che l’operazione gli riesca – andare a completare il Tram della stagione orlandiana. Il solito trasformismo alla “Pasta con le sarde” La cosa bella sapete qual è in questa storia? Che la promessa fatta da Miccichè a Salvini a Minardo è assolutamente vera: nel senso che Minardo – se Cascio verrà eletto sindaco di Palermo – verrà candidato alla presidenza della Regione siciliana. Sapendo che il presidente uscente di centrodestra, Nello Musumeci, si candiderà lo stesso, Miccichè e i suoi soliti alleati – in testa gli Autonomisti di Raffaele Lombardo – contano di spezzare il centrodestra e determinare l’elezione a presidente della Regione del candidato di centrosinistra, esattamente come fecero nel Novembre del 2012. Allora l’operazione riuscì per miracolo, solo perché nelle ultime 48 ore Lombardo e Miccichè portarono dalla loro parte mezza Forza Italia di Catania e dintorni; oggi dovrebbero essere più tranquilli perché hanno dalla loro pare la Lega. E Fratelli d’Italia? Messi nel sacco a Palermo e alla Regione. Tutto questo dovrebbe riportare Gianfranco Miccichè alla terza elezione a presidente dell’Assemblea regionale siciliana, mentre i leghisti resterebbero cu l’occhi chini e i manu vacanti! Che dire? Complimenti vivissimi a Salvini, a Minardo e ai leghisti di Palermo neo-orlandiani… Ribadiamo il nostro vaticinio: una frana elettorale della Lega prima a Palermo e poi n tutta la Sicilia. esagerazione? Vedremo. Ah, dimenticavamo, c’è Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione siciliana che tutto sottovalutano….
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