- I morti, nella città costiere di Durban, fino a questo momento, sono oltre 400, più una sessantina di dispersi. Centinaia di scuole distrutte dalla furia della pioggia. Idem per strade e ponti
- L’inondazione che ha colpito il Sudafrica dovrebbe fare riflettere un’Unione europea impegnata a fornire armi all’Ucraina…
- Ci piacerebbe sbagliarci, ma in Sicilia, se si presenteranno eventi meteorologici estremi, sarà un disastro. Soprattutto a Palermo per le piogge. Le parole pronunciate dall’ecologo Silvano Riggio cinque anni fa
I morti, nella città costiere di Durban, fino a questo momento, sono oltre 400, più una sessantina di dispersi. Centinaia di scuole distrutte dalla furia della pioggia. Idem per strade e ponti
I cambiamenti climatici colpiscono ancora. Questa volta è toccato al Sudafrica dove fino ad ora i morti sono oltre 400. si teme che il numero possa aumentare, se è vero che si contano una sessantina di dispersi. I testimoni riferiscono di una pioggia di “una violenza mai vista”. Le piogge hanno colpito Durban, città costiera della provincia del KwaZulu-Natal a est del Sudafrica, luogo noto per le sue influenze africane, indiane e coloniali. La furia dei temporali ha devastato strade, ponti, scuole, ospedali e abitazioni. Danni anche nel porto della città. Le perturbazioni non sono finite, anche se l’intensità della pioggia sembra rallentata. Le previsioni dicono che la situazione si dovrebbe normalizzare Mercoledì. “Si tratta di una calamità. Il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, in visita nei nei territori colpiti dagli eventi climatici estremi ha parlato senza mezzi termini di una “catastrofe di enormi proporzioni”. Il Governo ha dichiarato lo stato di calamità e sono in corso le operazioni per aiutare gli sfollati.
L’inondazione che ha colpito il Sudafrica dovrebbe fare riflettere un’Unione europea impegnata a fornire armi all’Ucraina…
L’inondazione che ha colpito il Sudafrica dovrebbe fare riflettere. Ricordiamo che, la scorsa Estate – si era in Luglio – una violenza inondazione ha colpito il Nord Europa provocando danni ingenti. In Autunno è stata la volta di alcune aree della Sicilia e, precisamente, Catania e dintorni e Siracusa e dintorni. E, sempre in Sicilia, un paio di mesi prima, tra Luglio e Agosto, un caldo torrido – con un media di 40 gradi centigradi e punte di quasi 50 gradi, le più alte temperature registrare in Europa – ha accompagnato l’esplosione di incendi, in parte dolosi, che hanno incenerito quasi 80 mila ettari di aree verdi. Come scriviamo da oltre sei mesi, per fronteggiare i cambiamenti climatici in corso occorrerebbero almeno 30 mila operai forestali per presidiare il territorio on un servizio H24. Per prevenire gli incendi, ma anche per intervenire su fiumi e corsi d’acqua, che ormai esondano ad ogni pioggia di media intensità, perché il territorio è abbandonato da almeno un trentennio. Invece, da quello che abbiamo capito, Maggio passerà senza gli interventi di prevenzione degli incendi in molte aree della Sicilia. Nella speranza che non si preseti qualche sciroccata. A Palermo c’è il problema delle piogge, visto che la città è stata amministrata con i piedi. Lo scriviamo adesso a futura memoria: a Palermo, ieri, una pioggia di media intensità ha provocato allagamenti. Se a Palermo dovesse materializzarsi una pioggia come quella che lo scorso anno ha colpito Catania la situazione diventerebbe estremamente problematica in tante aree della città a cominciare da Partanna Mondello e Mondello.
Ci piacerebbe sbagliarci, ma in Sicilia, se si presenteranno eventi meteorologici estremi, sarà un disastro. Soprattutto a Palermo per le piogge. Le parole pronunciate dall’ecologo Silvano Riggio cinque anni fa
Queste cose noi le scriviamo dal 2017. E da allora, ogni anno la situazione è peggiorata. Cinque anni fa le parole dell’ecologo Silvano Riggio “Sta succedendo quello che è stato previsto trent’anni fa: una specie di espansione del clima del deserto del Sahara. La Sicilia, soprattutto la Sicilia occidentale, è investita in pieno da questo fenomeno… la desertificazione della Sicilia è stata prevista trent’anni fa. E’ la politica che ha ignorato questo problema. Ora, però, gli effetti cominciano ad essere pesanti”. E a proposito di Palermo: “I problemi legati a scelte scellerate del passato – penso al ‘Sacco’ di Palermo degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo passato – si sommano ai problemi attuali, ovvero alla desertificazione. La crescita di Palermo è stata patologica, esponenziale. E continua ad essere tale. Quasi come un cancro…la città in buona parte è ‘cementificata’. Le rare piogge – che tra l’altro portano acqua carica di veleni – fanno poco. Il verde che dovrebbe filtrare l’acqua e alimentare la falda, a Palermo, è ben poca cosa. E quel poco che c’è – abbiamo citato l’esempio degli alberi tagliati per fare posto al Tram – viene pure in parte smantellato. Così mentre la falda si salinizza, la città ‘cementificata’, con poco verde, quando il sole picchia diventa invivibile. E la situazione peggiorerà di anno in anno, soprattutto, lo ripeto, nella parte occidentale dell’isola”… a Palermo si continuano a tagliare gli alberi per fare posto agli appalti milionari del Tram, si continua a ‘cementificare’ il territorio a colpi di varianti urbanistiche. Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”.
Foto tratta da METEO.IT
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