- La strategia di Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè per le elezioni di Palermo e per le elezioni regionali questa volta potrebbe naufragare, perché imperniata su molto fumo e poco arrosto
- Ma dove sono tutti ‘sti voti di Forza Italia in Sicilia? La realtà racconta l’esatto contrario
- La nostra previsione su Palermo: se il partito di Giorgia Meloni terrà la barra del timone dritta si andrà al ballottaggio: e al ballottaggio non andranno né il candidato del centrosinistra, Franco Miceli, né il candidato di Miccichè, cioè Francesco Cascio
La strategia di Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè per le elezioni di Palermo e per le elezioni regionali questa volta potrebbe naufragare, perché imperniata su molto fumo e poco arrosto
Le notizie politiche, a Palermo, in queste ore sono due. La prima notizia è che non il centrodestra ma Forza Italia di Gianfranco Miccichè e la Lega hanno già vinto le elezioni comunali. La seconda notizia è che il centrosinistra ‘ferroviar-orlandiano’ con Franco Miceli candidato sindaco ha già vinto le elezioni. Le due notizie sono in apparente contraddizione, ma in realtà si riunificano all’insegna degli appalti del Tram, 600 o 700 milioni di euro milioni di euro da spendere allegramente – dicono con la ‘consulenza’ degli ex ‘miglioristi’ dell’ex Pci – per finire di distruggere la città. I ‘buchi’ di Bilancio provocati dai fallimentari 15 Km di Tram al Bilancio del Comune e alle società comunali, il vero ‘buco’ nei conti del Comune di cui non si sa nulla, le oltre mille bare accatastate al cimitero di Santa Maria dei Rotoli, le periferie abbandonate, le strade e i marciapiedi che cadono a pezzi, la munnizza che ristagna per settimane nelle strade tra topi e scarafaggi, i quartieri lasciati al buio, illuminati solo dagli esercizi commerciali che, piano piano, vanno chiudendo, le strutture sportive distrutte dall’incuria, le circa 2 mila e 500 famiglia di senza casa ignorate da una politica dedita solo ad affari & appalti, insomma, tutto questo ed altro passa ormai in secondo piano. Tutto dimenticato. Metabolizzato. Che piaccia o no ai palermitani – considerati alla stregua di sudditi – si procederà con lo schema orlandiano, da Leoluca Orlando, disastroso sindaco uscente di una città allo sbando. Sì, a Palermo comandano sempre Orlando e Miccichè. e i cittadini sono chiamati ad obbedire. Non ha importanza se a vincere sarà il quasi sessantenne Francesco Cascio (ripescato per l’occasione dagli archivi polverosi di Forza Italia), o il quasi settantenne Franco Miceli. L’importante che non venga meno lo schema Palermo-Miccichè-Orlando. Per quale motivo i palermitani dovrebbero votare Cascio e Miceli, che rappresentano la vecchia e decrepita politica cittadina non si capisce: ma così hanno deciso Gianfranco Miccichè e Leoluca Orlando, per la regia di Raffaele Lombardo, che è una sorta di Federico Fellini della politica siciliana. Ma talvolta anche i grandi registi possono ‘toppare’. Il progetto prevede anche due ‘accoppamenti’: accoppare, politicamente parlando, Fratelli d’Italia, partito che a Palermo ha alzato troppo la testa e che, a differenza della Lega dei due ‘geni’ – Matteo Salvini e Nino Minardo – si è rifiutata di sottomettersi al duo Miccichè-Orlando; e l’accoppamento – sempre politico – del presidente della Regione siciliana uscente, Nello Musumeci. Volendo, è un doppio accoppamento politico per Fratelli d’Italia, che in un colpo solo perderebbe a Palermo e il Governo regionale.
Ma dove sono tutti ‘sti voti di Forza Italia in Sicilia? La realtà racconta l’esatto contrario
Questo è lo schema. Noi ci limitiamo a porre una domanda: i protagonisti di questo pastrocchio sono sicuri che la doppia operazione, che prevede il coinvolgimento del PD alla Regione, credono veramente che i moderati palermitani voteranno in massa Cascio? E perché dovrebbe andare così? Ma chi è Cascio, alla fine? Un ex parlamentare sicuramente abile, già presidente del Parlamento siciliano e più volte assessore regionale e anche ex parlamentare nazionale. Ma se a un certo punto è uscito di scena un motivo ci sarà: o si esce di scena perché si è ‘vincenti’? Forse ai tempi di Cincinnato, ma non a Palermo e in Sicilia. Insomma, è un ripescaggio che fa comodo a Miccichè e ai suoi soliti giochi trasformisti. Il fatto che Miccichè e la sua banda si siano tirati dietro la Lega, che per l’occasione ha cambiato nome trasformandosi in Prima l’Italia, non significa che l’operazione andrà a buon fine. Anzi. Leggiamo su tanti giornali che Forza Italia sarebbe il primo partito in Sicilia e a Palermo. Questa è una sonora balla. In politica i voti si contano ad uno ad uno: e si contano dopo l’apertura delle urne e non prima! E questa inesorabile legge della politica dovrebbero conoscerla anche Miccichè e Cascio, che in queste ore, sulle percentuali di Forza Italia in Sicilia e a Palermo, si ‘sbuccazziano’ assai, ma proprio assai. Certo, si possono fare i raffronti. Con le recenti elezioni comunali in Sicilia, per esempio, dove non ci sembra che Forza Italia abbia brillato; e dove non ha brillato proprio Miccichè, che ha spaccato il suo partito per provare gli inciuci con il PD, inciuci miseramente naufragati. Ma il vero raffronto va fatto con le ultime elezioni europee, che sono le elezioni ‘politiche’ per antonomasia. Dove Forza Italia è andata malissimo: un solo eurodeputato grazie agli oltre 70 mila voti di Berlusconi capolista: senza il leader di Forza Italia in lista, conti alla mano, gli azzurri non avrebbero preso nemmeno un seggio, altro che primo partito in Sicilia!
La nostra previsione su Palermo: se il partito di Giorgia Meloni terrà la barra del timone dritta si andrà al ballottaggio: e al ballottaggio non andranno né il candidato del centrosinistra, Franco Miceli, né il candidato di Miccichè, cioè Francesco Cascio
Cosa vogliamo dire? Che in queste ore Miccichè millanta una forza politica-elettorale che non ha. I ‘famosi’ voti di Forza Italia in Sicilia non sono altro che la sommatoria di vari potentati e personalità locali che verrebbero eletti in qualunque partito. Non solo. In questo momento Forza Italia in Sicilia è dimezzata: metà sta con Miccichè, l’altra metà sta nel Governo della Regione e appoggia il presidente uscente Musumeci che Miccichè, Lombardo adesso anche la Lega vorrebbero defenestrare. Ma non sarà facile, perché – sempre a nostro modesto avviso – Musumeci non ha motivo per non ricandidarsi. Quanto a Palermo, gli appelli di Miccichè e Cascio al centrodestra cittadino per ‘riunificarsi’ con lo stesso Cascio candidato sindaco sono semplicemente tragicomici. Per due motivi. In primo luogo, perché chi ha fatto opposizione in questi anni alla disastrosa amministrazione di Orlando non può certo andarsi ad ‘addizionare’ con chi, in questi anni, ha invece retto il gioco dell’attuale sindaco uscente, cioè con Miccichè. Direte: lo ha fatto la Lega: e infatti – sempre secondo il nostro modesto avviso – la Lega in versione ‘miccicheana-orlandiana’, alle elezioni comunali di Palermo, prenderà una batosta micidiale: forse arriverà ad eleggere uno al massimo due consiglieri comunali, ma sarà comunque una debacle, accentuata dal fatto che a Roma Salvini è ormai uno dei cavalier serventi di Mario Draghi, il peggiore Presidente del Consiglio della storia della Repubblica italiana. In secondo luogo Miccichè e Cascio, come già accennato, in termini elettorali, non sono affatto irresistibili. Alle ultime elezioni europee il candidato di Forza Italia che ‘correva’ (‘correre’, in termini elettorali significa prendere voti) era Giuseppe Milazzo: che infatti è stato l’unico eletto nella lista di Forza Italia. Ma Milazzo, in queste elezioni comunali, non ci sembra che ‘corra’ per Forza Italia: o forse abbiamo letto male i manifesti che danno Giuseppe Milazzo candidato al Consiglio comunale per Fratelli d’Italia? In più, il parlamentare nazionale, Francesco Scoma – che Miccichè aveva indicato come vice sindaco di Cascio (dando Cascio come già eletto…) – si è chiamato fuori. E questo significa voti in meno per Cascio. Ultima notazione: la balla sulla necessità di ‘riunificare’ il centrodestra per vincere a Palermo. A Palermo, per ora, contiamo almeno quattro-cinque candidati di peso. A meno che i leader di Fratelli d’Italia non impazziscano e si accodino a Miccichè, la candidata di questa forza politica, Carolina Varchi, non ci sembra per niente debole; idem per Roberto Lagalla (appoggiato dall’UDC e anche da Italia Viva di Davide Faraone, che non sarà più candidato); e ‘quattro fili’ se li mangia anche Fabrizio Ferrandelli che pesca nell’elettorato socialista e radicale e anche nel mondo cattolico); e Francesca Donato, parlamentare europea in carica, la prima ad aver iniziato la campagna elettorale; poi Totò Lentini, che i suoi voti li ‘sbanca’ sempre. Poi ci sono gli altri candidati: per esempio, Ciro Lomonte, appoggiato da Siciliani Liberi, Italexit e il Popolo delle famiglie. E poi altri candidati ancora. Insomma, per dirla con chiarezza: non ci sembra che, con tutti questi candidati, ci possa essere un’elezione al primo turno: con molta probabilità si andrà al ballottaggio. Facciamo una previsione: ancora a nostro modesto avviso, al ballottaggio non arriverà Miceli e non arriverà Cascio, perché i palermitani non ne possono più dell’orlandismo, del Tram, degli appalti a ruota libera per opere pubbliche inutili che devastano la città economicamente e servono solo a chi li gestisce… Basta!
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