Palermo, Cascio candidato sindaco e Scoma il suo vice: è la mossa di Miccichè (e del suo alleato storico Leoluca Orlando)

16 aprile 2022
  • Chi pensava che Forza Italia avrebbe liberato Palermo dall’orlandismo ha preso un abbaglio, perché il sindaco uscente gioca su due tavoli: con Franco Miceli nel centrosinistra e con Gianfranco Miccichè con mezzo centrodestra
  • I leghisti – che oggi si chiamano Prima l’Italia – pensano di potere prendersi la candidatura alla presidenza della Regione. Ma la strada sarà in salita, perché ci sembra difficile che il presidente uscente, Nello Musumeci, non si ricandidi
  • I palermitani comunque possono ancora salvarsi dall’orlandismo, non votando né Franco Miceli, né Francesco Cascio  

Chi pensava che Forza Italia avrebbe liberato Palermo dall’orlandismo ha preso un abbaglio, perché il sindaco uscente gioca su due tavoli: con Franco Miceli nel centrosinistra e con Gianfranco Miccichè con mezzo centrodestra

C’è chi dice che cinque candidati sindaco nel centrodestra di Palermo siano tanti. In realtà da oggi sono diventati quattro, perché Francesco Scoma, che era il candidato della Lega, si è ritirato. La marcia indietro della Lega ci può pure stare. E’ semplicemente incredibile, però, che il partito di Matteo Salvini sia andato in soccorso di Gianfranco Miccichè, coordinatore dimezzato (e forse più che dimezzato…) di Forza Italia in Sicilia e presidente uscente del Parlamento dell’Isola, storico alleato a Palermo del sindaco uscente, Leoluca Orlando. I leghisti andranno a sostenere la candidatura di Francesco Cascio, già presidente dell’Assemblea regionale siciliana, già assessore regionale, già parlamentare nazionale. Scoma, già Forza Italia, oggi leghista – questo l’accordo – se Cascio verrà eletto andrà a fare il vice sindaco. Su Cascio converge il gruppo di Saverio Romano, ex Cantiere Popolare, oggi nel gruppo di Noi con l’Italia. Non si sa se all’armata Brancaleone buona per tutte le stagioni si unirà pure la nuova Democrazia cristiana di Totò Cuffaro. Restano quattro i candidati sindaci del centrodestra: il citato Cascio, Roberto Lagalla (che a nostro avviso è il candidato più forte), sostenuto dall’UDC, da una parte di Forza Italia e dal Governo regionale di Nello Musumeci; Carolina Varchi di Fratelli d’Italia (che potrebbe essere la sorpresa); e Totò Lentini per gli Autonomisti di Lombardo.

I leghisti – che oggi si chiamano Prima l’Italia – pensano di potere prendersi la candidatura alla presidenza della Regione. Ma la strada sarà in salita, perché ci sembra difficile che il presidente uscente, Nello Musumeci, non si ricandidi

Stupisce la mossa della Lega di Salvini e di Nino Minardo (che è il coordinatore regionale della Lega in Sicilia). Come già accennato, Miccichè è stato in questi anni il grande alleato del disastroso sindaco di Palermo uscente. La Lega ha fatto opposizione a Orlando. Ma adesso si ritrova ad appoggiare il candidato di Miccichè, cioè del grande alleato di Orlando. La tesi che il centrodestra si sta riunificando per non fare vincere il candidato del PD e di Leoluca Orlando, Franco Miceli, non è credibile, perché con sei-sette candidati sindaci – alcuni peraltro di grande seguito elettorale – nessun candidato al primo turno potrebbe raggiungere il 40%, che è la percentuale richiesta in Sicilia per essere eletti, appunto, al primo turno. Non ci vuole una grande ‘scienza’, insomma, per capire che l’accordo che si sta delineando a Palermo attorno a Miccichè è un accordo di potere che ‘viaggia’ su due direttrici: i 600-700 milioni di euro per le nuove linee di Tram che dovrebbero finire di devastare la città e il ‘disarcionamento’ del presidente della Regione uscente, Nello Musumeci. Non è da escludere che abbiano promesso alla Lega la candidatura alla presidenza della Regione. In realtà, il gioco potrebbe essere più sottile, perché Musumeci non avrebbe motivo di ritirarsi. Così Minardo si ritroverebbe candidato alla guida della Sicilia contro Musumeci – che, lo ribadiamo, a nostro avviso non ha motivo di ritirarsi – e contro Cateno De Luca, che è molto più forte di quanto Miccichè e compagni immaginano. A questi tre si aggiungerebbe il candidato o i candidati di centrosinistra. Perché scriviamo i ‘candidati’ di centrosinistra? Perché se Miccichè riuscirà a prendersi il Comune di Palermo (ma non è detto che ci riesca) non escludiamo che molli la Lega di Minardo per ‘chiudere’ il solito accordo trasformista con il PD. In questo caso Claudio Fava e i grillini si ritroverebbero ‘prigionieri’ politici dell’asse Miccichè-PD e potrebbero presentare anche loro un proprio candidato, magari lo stesso Fava. Fantapolitica? Vedremo.

I palermitani comunque possono ancora salvarsi dall’orlandismo, non votando né Franco Miceli, né Francesco Cascio  

Intanto chi a Palermo – magari sostenendo la Lega – pensava di fare parte di un partito alternativo all’orlandismo, alla sinistra ‘ferroviaria’ e alla viabilità dell’assessore Giusto Catania si ritrova a dover votare un candidato sindaco – il citato Cascio – sponsorizzato dal signor Miccichè che è stato un grande alleato di Orlando. Votare Lega o Prima l’Italia pensando di votare in alternativa all’orlandismo è pura illusione. Quanto al sindaco uscente Orlando – che dovrebbe uscire di scena – si ritrova a giocare su due tavoli: con il candidato del centrosinistra Miceli e con il candidato di Miccichè, Cascio. Non c’è bisogno di aggiungere che con Miceli o con Cascio Palermo non ha alcuna speranza di voltare pagina. Non resta che sperare nella lungimiranza dei palermitani: se si vuole mettere veramente un punto con la vecchia politica di Palermo bisogna votare altri candidati.

Foto tratta da L’Opinione della Sicilia 

AGGIORNAMENTO: Francesco Scoma si ritira. Sini pintiu…    

 

 

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