Sequestrate 4 zanne d’avorio di elefante in un albergo nel Palermitano

6 aprile 2022

PALERMO (ITALPRESS) – Sono quattro le zanne di Avorio grezzo, non lavorato, sequestrate dai Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo presso una struttura ricettiva di pregio nel palermitano. Le zanne, insieme ad altri manufatti sempre ricavati da parti di elefante, erano esposte al pubblico all’interno dei locali della struttura destinata ad ospitare eventi privati e costituivano una delle attrazioni, tanto da venire spesso immortalate dai clienti e postate sui social.
Attraverso l’attento e costante monitoraggio della rete, i militari specializzati del Nucleo Cites hanno effettuato un controllo di natura amministrativa per verificare la legale detenzione degli esemplari e l’esistenza dei certificati; tuttavia dalle risultanze fino ad oggi emerse, è stata constatata l’assenza della documentazione necessaria per la detenzione e l’esposizione al pubblico, desumendo pertanto che siano state illecitamente prelevate in natura. Tale circostanza, se confermata, integrerebbe gli estremi di un reato per il quale è prevista la pena dell’arresto da 6 mesi a 2 anni e un’ammenda da 15.000 a 150.000 euro.
L’avorio, infatti, è sottoposto alle tutele previste dalla Convenzione di Washington che disciplina il commercio internazionale di specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione, il cui sfruttamento commerciale (ma anche la sola detenzione) senza gli appositi certificati rilasciati dai 28 Nuclei Cites italiani (o dagli equipollenti uffici ubicati negli oltre 170 Paesi che hanno aderito alla Convenzione) configura un’ipotesi di reato.
Il rinvenimento è di particolare rilevanza sia per le dimensioni delle zanne, alte ciascuna più di due metri e di circa 20 chili di peso, sia per la circostanza che si tratta di zanne non lavorate, la cui disciplina è ancora più restrittiva di quella relativa all’avorio lavorato.
L’avorio grezzo – se di origine non certificata – potrebbe costituire infatti materia prima per realizzare nuovi manufatti, incrementando così il mercato illegale che, sia la normativa internazionale sia la normativa comunitaria, stanno sempre più restringendo. Da ultimo, infatti, solo nel dicembre 2021, l’UE ha ulteriormente inasprito la disciplina relativa al commercio di oggetti di avorio lavorato, prevedendo, anche per gli oggetti antecedenti il 1947, l’obbligo dell’apposito certificato Cites che, precedentemente alla modifica, poteva essere commercializzato se accompagnato da una perizia o comunque da documentazione che ne attestasse la realizzazione prima del 1947.
(ITALPRESS).

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti