- Il dato dei 4 milioni di famiglie che nel Mezzogiorno (e quindi anche in Sicilia) sono in condizioni critiche lo tira fuori da Cgia di Mestre
- Questo succede perché il Nord continua a derubare Sud e Sicilia
- Lo scippo a Sud e Sicilia dei fondi del Pnrr e de FEASR
- Prima dello scoppio della guerra in Ucraina la Cgia di Mestre ha stimato l’aumento delle bollette di gas e luce in 70 miliardi di euro per il 2022. Adesso la situazione è in peggioramento, ma il Governo Draghi ha stanziato soltanto 20 miliardi di euro
- Il gas in Sicilia dovrebbe costare la metà, le bollette elettriche idem, la benzina e il gasolio dovrebbero costare non più di 60-70 centesimi di euro al litro. Invece paghiamo tutto a prezzo pieno
Il dato dei 4 milioni di famiglie che nel Mezzogiorno (e quindi anche in Sicilia) sono in condizioni critiche lo tira fuori da Cgia di Mestre
Mentre il Governo di Mario Draghi sostenuto da PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali aumenta le spese militari e invia armi in Ucraina, in Italia ci sono 4 milioni di famiglie circa che debbono scegliere: o pagare le bollette o mangiare. A rivelarlo è un report della Cgia di Mestre. Per a cronaca, la Cgia di Mestre è un’organizzazione sindacale che eroga servizi alle imprese e si fa promotrice di battaglie sindacali a sostegno del lavoro autonomo e degli imprenditori, ma è nota anche per il proprio ufficio studi economici e statistici che è all’avanguardia in Italia e in Europa. Come ora illustreremo, la Sicilia è una delle regioni italiane con una grande presenza di famiglie che si ritrovano in grandissima difficoltà economica. E questo è paradossale, perché la Sicilia avrebbe a disposizione il proprio gas e il proprio petrolio che dovrebbe essere messo a disposizione dei cittadini siciliani a prezzi bassi. Invece la Regione siciliana finto-Autonoma ma sostanzialmente ascara ha ceduto il proprio gas e il proprio petrolio a gruppi nazionali che si fanno solo gli affari propri. In queste ultime settimane questi gruppi hanno incassato utili stratosferici, scaricando sulla Russia di Putin la responsabilità dell’aumento del costo del gas: notizia completamente destituita di fondamento: ma in un’Italia dove ci sono giornali che scrivono addirittura che Putin dovrebbe essere ammazzato la disinformazione è ormai la regola. Ma andiamo con ordine. Dall’ufficio studi arriva in queste ore una nota sullo scenario energetico in Italia, con riferimento alle famiglie. “Prima il Covid, ora il caro bollette, il forte rincaro generale dei prezzi e dei carburanti stanno mettendo a dura prova la tenuta economica delle famiglie italiane, in particolar modo di quelle che si trovano nella condizione di povertà energetica”, si legge nel report della Cgia di Mestre. L’ufficio studi economici e statistici di questa organizzazione “stima che in Italia ci siano 4 milioni di nuclei in difficoltà. Famiglie che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici: ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici, etc.Vista la scarsa disponibilità economica, spesso questi nuclei sono costretti a scegliere: o si mette assieme il pranzo con la cena o si pagano le bollette. Le famiglie più a rischio sono quelle con un elevato numero di componenti, vivono in abitazioni datate e in cattivo stato di conservazione, il capofamiglia è giovane, spesso indigente e/o immigrato”.
Questo succede perché il Nord continua a derubare Sud e Sicilia
Leggendo il report della Cgia di Mestre ci accorgiamo che il Sud e la Sicilia sono penalizzati. Ci spieghiamo meglio: siccome il Nord Italia drena risorse a Sud e Sicilia, nel Sud e nella Sicilia, ovviamente, trionfa la cosiddetta povertà energetica, ovvero il numero di famiglie che o mangia o paga le bollette di luce e gas. Nel Sud e in Sicilia “la frequenza della povertà energetica – leggiamo nel report della Cgia di Mestre – oscilla tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie di quel territorio. In Campania, ad esempio, il range va da almeno 519 mila nuclei in difficoltà a quasi 779 mila, in Sicilia da poco più di 481 mila a 722 mila e in Calabria da poco oltre le 191 mila fino a quasi 287 mila unità. Altrettanto critica è la situazione in altre regioni del Centrosud che registrano una frequenza della povertà energetica medio alta: tra il 14 e il 24 per cento. In questa fascia notiamo la Puglia, con un numero di famiglie che oscillano tra le 223 mila e le 383 mila e la Sardegna, con una forchetta che varia da quasi 102 mila fino a poco più di 174 mila. Tra le regioni che, invece, si trovano nella fascia medio bassa (tra il 10 e il 14 per cento di frequenza), scorgiamo il Lazio, il Piemonte, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. Tra le realtà, infine, meno interessate da questo fenomeno, dove la forchetta oscilla tra il 6 e il 10 per cento, notiamo la Lombardia, il Veneto, l’Emila Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige”. Tradotto in parole semplici: nel Nord Italia il numero delle famiglie che o pagano le bollette o mangiano è contenuto; nel Sud e in Sicilia il numero delle famiglie che o pagano le bollette o mangiano è alto. Nel report si legge anche che la situazione è più critica tra i lavoratori autonomi, che sono stati i più penalizzati dalla pandemia.
Lo scippo a Sud e Sicilia dei fondi del Pnrr e del FEASR
Cosa bisognerebbe fare per ridurre, nel Sud e in Sicilia, il numero di famiglie che o mangiano o pagano le bollette di luce e gas? Una cosa semplicissima: evitare quello che succede dal 1860: e cioè che il Nord derubi il Sud e la Sicilia. Ma questo è impossibile. Basti pensare che l’80% dei fondi del Pnrr andrà al Nord e il 20% al Sud e alla Sicilia. Un’assurdità, perché i 193 miliardi del Pnrr sono stati erogati dall’Unione europea perché una parte dell’Italia – il Sud e la Sicilia – presentano rispetto al Nord un divario infrastrutturale ed economico. Invece il Governo Draghi appoggiato da PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali ha deciso di erogare l’80% di questi fondi al Nord e il 20% a Sud e Sicilia. E possiamo stare certi che, alle prossime elezioni comunali siciliane (tra poco più di due mesi si voterà in oltre 100 Comuni della nostra Isola), ci saranno siciliani che voteranno per gli esponenti di questi partiti. E la stessa cosa avverrà il prossimo Novembre, quando si voterà per eleggere il nuovo presidente della Regione siciliana e la nuova Assemblea regionale siciliana. Sì, avete letto bene: ci saranno siciliani che voteranno per PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali, molti di loro perché non sanno nulla del Pnrr, mentre tanti altri siciliani lo sanno e li votano lo stesso. Così come ci saranno agricoltori siciliani che, sia alle imminenti elezioni comunali, sia alle elezioni regionali di Novembre voteranno i candidati di questi partiti, nonostante il fatto che questi partiti hanno scippato una parte del FEASR (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Regionale) alle Regioni del Sud e alla Sicilia per darlo alle Regioni del Nord. Gli elettori siciliani di questi partiti, quando leggeranno questo articolo – se lo leggeranno – troveranno una motivazione per giustificarsi.
Prima dello scoppio della guerra in Ucraina la Cgia di Mestre ha stimato l’aumento delle bollette di gas e luce in 70 miliardi di euro per il 2022. Adesso la situazione è in peggioramento, ma il Governo Draghi ha stanziato soltanto 20 miliardi di euro
Tornando all’energia, la Cgia di Mestre scrive: “Ora, comunque, bisogna sostenere economicamente tutte le famiglie, soprattutto quelle più in difficoltà: rammentiamo che il Governo ha introdotto il bonus bollette, tagliando significativamente il peso dei costi di energia elettrica e gas per le persone con un ISEE inferiore alle 8.265 euro. Soglia, quest’ultima, che è stata innalzata a 12 mila euro con il decreto anti-rincari del 21 marzo scorso”. Il Governo Draghi sta aiutando solo le famiglie che non potrebbero pagare le bollette e, aiutando tali famiglie, aiuta anche i gestori che non sarebbero stati pagati. Ma non c’è alcun aiuto per tutte le altre famiglie in difficoltà. Anzi, il Governo Draghi sta provvedendo ad affossare famiglie e imprese con la rateizzazione elle bollette: “Sempre sul fronte della bollette di luce e gas è stata data la possibilità alle utenze domestiche di rateizzarne i pagamenti, sono stati azzerati gli oneri di sistema e l’IVA è scesa al 5 per cento. Dall’estate scorsa il Governo Draghi ha messo a disposizione di famiglie e imprese quasi 20 miliardi di euro contro il caro energia/carburante. Una cifra
sicuramente importante, ma ancora insufficiente a mitigare efficacemente i rincari che sono avvenuti in questi ultimi 9 mesi”. Solo che la stessa Cgia di Mestre, nel Gennaio di quest’anno, quindi ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina, ha scritto che l’aumento del costo delle bollette, in questo 2022, aumenterà a 70 miliardi di euro: ne consegue che i 20 miliardi di euro stanziati dal Governo Draghi coprono meno di un terzo dell’aumento delle bollette prima dello scoppio della guerra. Con la Russia di Putin – che per replicare alle sanzioni dell’Unione europea ha imposto il pagamento del gas in rubli – la situazione peggiorerà.
Il gas in Sicilia dovrebbe costare la metà, le bollette elettriche idem, la benzina e il gasolio dovrebbero costare non più di 60-70 centesimi di euro al litro. Invece paghiamo tutto a prezzo pieno
Chiudiamo con la Sicilia. La centrale elettrica di Termini Imerese ha chiuso la parte che produceva energia con kerosene e produce energia solo con il gas. Per la precisione, ci dice Mario Pagliaro, chimico del Cnr ed esperto in materia di energia, produce energia con il gas siciliano estratto a Gagliano Castelferrato. Il gas è siciliano ma lo gestiscono Eni ed Enel in cambio di royalty bassissime. Così i siciliani pagano il proprio gas ad un prezzo esorbitante! Lo stesso discorso vale per il petrolio. In Sicilia si estrae il petrolio dal mare che viene raffinato ad Augusta e e a Milazzo. Anche in questo caso le royalty per la Sicilia sono bassissime. “Dovrebbe intervenire la Regione siciliana per porre con forza tale questione a Roma”, ci dice Pagliaro. Ci sono stati politici siciliani che hanno provato a porre la questione? Sì, due presidenti della Regione: Rino Nicolosi e, in parte, anche Raffaele Lombardo. E sono stati entrambi penalizzati. Cosa resta ai siciliani del petrolio estratto in Sicilia e raffinato sempre in Sicilia? L’inquinamento di Milazzo e delle aree vicine, l’inquinamento di Augusta e zone vicine, migliaia e migliaia di persone che si ammalano ogni anno per l’inquinamento. E tantissimi morti. Il gas in Sicilia dovrebbe costare la metà, le bollette elettriche idem, la benzina e il gasolio dovrebbero costare non più di 60-70 centesimi di euro. Invece paghiamo tutto a prezzo pieno. Vi risulta che nell’attuale dibattito politico per le elezioni regionali si affronti questo tema? A noi non sembra: si parla solo di poltrone. E – lo ribadiamo – i siciliani voteranno per i partiti che non hanno mai affrontato tale questione: PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali. Contenti di essere di ‘sinistra’ o di ‘destra’. E gabbati.
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