- Il centrosinistra siciliano ha distrutto le finanze regionali e si è ‘masticata’ Palermo. Forza Italia in cinque di gestione dell’agricoltura siciliana ha prodotto solo macerie e clientele. E i siciliani vanno ancora dietro a questi politici per continuare a fasi massacrare
- La manifestazione degli agricoltori a Palazzolo Acreide passata quasi sotto silenzio
- In Sicilia Unione europea, Stato e Regione hanno dilapidato decine e decine di miliardi di euro per opere pubbliche faraoniche ancora incompiute e non si trovano 100 milioni di euro per le Zone Franche Montane
Il centrosinistra siciliano ha distrutto le finanze regionali e si è ‘masticata’ Palermo. Forza Italia in cinque anni di gestione dell’agricoltura siciliana ha prodotto solo macerie e clientele. E i siciliani vanno ancora dietro a questi politici per continuare a fasi massacrare
Tra la fine del 2017 e i primi giorni del 2018 Giuseppe Lumia, allora ancora parlamentare, girava come una trottola per cercare di acciuffare l’ennesima candidatura. L’idea di non essere più a Roma non gli piaceva affatto. Poi, piano piano, ha cominciato metabolizzare la sua uscita dal Parlamento nazionale. Ha lottato per non uscire dal ‘giro” Sì. Ma alla fine è andato a casa. Ciò che non riusciva a metabolizzare è accaduto. Una cosa del genere sta succedendo a Gianfranco Miccichè. Il coordinatore di Forza Italia in Sicilia – che in realtà in buona parte non si vuole più fare ‘coordinare’ da lui – è ormai prossimo ai settant’anni. E’ entrato in politica già grande, nel 1994. Anche lui, come Lumia tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, non vorrebbe mollare. Scalcia, tira fendenti, organizza riunioni, tesse trame, scioglie, organizza, riunisce, annuncia. Ma la realtà è che ha fatto il suo tempo. La politica ha le sue leggi ineluttabili. L’ultima sfuriata del Pelide Gianfranco è la sceneggiata è l’azzeramento delle Commissioni legislative dell’Assemblea regionale siciliana. Da presidente del Parlamento dell’Isola Miccichè le ha azzerate. Un atto di disperazione politica, quasi verghiano. Il Palazzo Reale di Palermo che diventa la “roba”. Peccato che Sala d’Ercole è ferma da almeno due anni. C’era solo una mezza legge di accompagnamento al Bilancio 2022 – che ancora non c’è – che era stata messa in piedi dal presidente della Commissione Finanze, Riccardo Savona, di Forza Italia come Miccichè ma lontano politicamente da Miccichè. S’affumò pure questa. Del resto, siamo a Marzo e la Regione siciliana si ritrova con un disavanzo fisso di 900 milioni di euro frutto delle ruberie romane. Risorse depredate agli ignari abitanti della nostra Isola. Soldi che i Governi di centrosinistra – nazionali e regionali – hanno tolto ai siciliani che, per ‘ringraziamento’, ancora li votano: non sono tanti, ma ci sono ancora siciliani che votano per il centrosinistra. Stoccolma è tra noi. Certo che i siciliani sono strani. Vanno ancora dietro a Forza Italia, un partito dove si parla solo di poltrone e di grandi appalti e dove dei problemi dei cittadini comuni – prezzo di benzina e gasolio alle stelle, bollette di luce e gas alle stelle, le famiglie che non arrivano più a fine mese, i ristoratori in gravissima crisi, i pescatori bloccati dal caro carburante, gli agricoltori con prezzi di sementi e fertilizzanti in crescita geometrica – non esistono. Forza Italia da cinque anni controlla l’assessorato regionale all’Agricoltura e ha prodotto solo disastri, abbandono e clientele. Ma i siciliani non vanno solo dietro a Forza Italia: vanno ancora dietro anche a un centrosinistra che ha distrutto una Regione siciliana regalando un sacco di fondi regionali a Roma e si è letteralmente ‘mangiata’ una città – Palermo – che definire ridotta ai minimi termini è un eufemismo.
La manifestazione degli agricoltori a Palazzolo Acreide passata quasi sotto silenzio
In queste ore c’è un’immagine che dà la misura quasi esatta del fallimento della politica siciliana in generale e di Forza Italia e del centrosinistra in particolare. Mentre dentro Forza Italia va in scena una furibonda lotta di potere con Miccichè che non si rassegna a mollare le poltrone di potere che dovrà lasciare comunque, mentre tra gli esponenti centrosinistra siciliano – tutte gente lì da almeno vent’anni, nessun rinnovamento – non c’è la benché minima autocritica sui danni che hanno provocato ai conti della Regione siciliana e al Comune di Palermo, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, cittadina dell’entroterra siciliano nota per i suoi balconi barocchi e per gli studi antropologici di Antonino Uccello, agricoltori e allevatori sono alla disperazione. “Trattori in piazza, la protesta di allevatori e agricoltori: ‘Impossibile andare avanti’”, titola SiracusaOggi.it. Dicono che lavorare i campi non conviene più. Costi di produzione troppo elevati. Sono preoccupati per la crisi del settore agricolo in generale e per la pesantissima crisi delle zone montane. Come notare, in Sicilia c’è uno stacco totale tra politica e realtà. La politica, in Sicilia, insegue se stessa, le proprie alchimie, le proprie miserie, le carriere personali. Dov’è forza Italia rispetto a questi problemi? E dove sono gli esponenti del centrosinistra siciliano rispetto ai problemi dell’agricoltura? Perché gli esponenti del centrosinistra non vanno a raccontare agli agricoltori siciliani come hanno votato al Parlamento europeo sull’invasione dell’olio d’oliva tunisino? Dove sono gli esponenti del centrosinistra siciliano rispetto ai problemi reali degl agricoltori e degli allevatori?
In Sicilia Unione europea, Stato e Regione hanno dilapidato decine e decine di miliardi di euro per opere pubbliche faraoniche ancora incompiute e non si trovano 100 milioni di euro per le Zone Franche Montane
Sulle aree montane della Sicilia è in corso una battaglia politica che va avanti da anni. 133 Comuni chiedono una cosa semplice: la fiscalità di vantaggio per consentire agli imprenditori di investire in questi territori, creare occupazione e interrompere lo spopolamento di queste zone cominciato negli anni ’50 del secolo passato. Le Zone Franche Montane sono una cosa importante. 133 sindaci su circa 390 sindaci della Sicilia sono un terzo degli amministratori locali. Ma all’attuale Governo siciliano delle aree montane della Sicilia non gliene può fregare di meno. Proprio non gliene fotte niente. La Regione siciliana, lo Stato, ‘Unione europea stanno investendo decine e decine di miliardi per opere pubbliche la cui realizzazione va avanti senza costrutto da decenni: la Circumenea, il Passante ferroviario di Palermo, l’Anello ferroviario di Palermo, i raddoppi ferroviari delle minchie che volano da 50 anni e forse più, la strada Palermo-Agrigento, la strada Agrigento-Caltanissetta, i lavori sull’autostrada Palermo-Catania che non finiscono mai, i lavori per l’autostrada-Penelope Siracusa-Gela, la Nord-Sud, ovvero il collegamento tra Mistretta e Gela che va avanti da settant’anni. Ci fermiamo qui ma si potrebbe continuare. Opere che hanno sminchiato un territorio – zone di grande pregio naturalistico, aree archeologiche, nel caso di Palermo hanno terremotato una città – per avere, di fatto, solo tante incompiute. E adesso hanno anche trovato un’altra montagna di soldi per la strada o autostrada – ‘u sannu sulu iddri chi minchia hannu a cumminari – Catania-Ragusa, per la quale sono già pronti altri vent’anni di appalti, di perizie suppletive e di variante, di ricorsi al Tar, al Ter, al Tir p’acchiappari picciuli e smittittiarli al grido “la Sicilia ha bisogno di infrastrutture”. Ebbene, in questo vorticoso giro di miliardi di euro e di imprese del Nord che piombano in Sicilia per partecipare al grande gioco dei lavori pubblici senza fine non si trovano 100 milioni di euro per le Zone Franche Montane della Sicilia! Eh già, perché i conti della Regione sono affidati all’avvocato Gaetano Armao, che è giurista, economista, amministrativista e tante altre ‘iste’. Secondo voi Armao ha il tempo di occuparsi delle aree montane siciliane? E’ pur sempre un esponente di quel partito inutile e dannoso che è Forza Italia in Sicilia e, in quanto tale, è in tutt’altre faccende affaccendato. Forse, tra incontri con Berlusconi, con Tajani, con Dell’Utri riuscirà a mettere giù il Bilancio regionale 2022. Forse.
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