- Poniamo questa domanda al Governo italiano che si sta giustamente mobilitando per i profughi ucraini, ma che non ha mostrato lo stesso impegno per altri profughi e per i senza casa italiani
- Le dichiarazioni di Nino Rocca e Tony Pellicane, da sempre in prima fila in difesa degli ultimi di Palermo
- Le famiglie di Palermo – una quarantina – che vivono in un immobile in viale Michelangelo che dovrà essere riconsegnato al proprietario hanno diritto a vivere negli immobili confiscati alla mafia o si debbono arrangiare in strada?
Poniamo questa domanda al Governo italiano che si sta giustamente mobilitando per i profughi ucraini, ma che non ha mostrato lo stesso impegno per altri profughi e per i senza casa italiani
L’Italia si mobilita per accogliere i profughi che arrivano dall’Ucraina. La Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, fa sapere che a questi profughi verranno assegnati i beni confiscati alla mafia. “L’Agenzia nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) – dice la Ministra Lamorgese – ha avviato il censimento dei beni confiscati in gestione che possono essere destinati in tempi brevi, anche in via temporanea, per accogliere i profughi dall’Ucraina”. Sono già state avvertire le Prefetture dei vari territori per individuare gli immobili trasferiti ai Comuni fino ad oggi non utilizzati per essere “impiegati nell’ambito della rete di protezione e tutela messa in campo per fronteggiare l’emergenza umanitaria”. Insomma il Governo di Mario Draghi sta mettendo il massimo impegno “per dare risposte concrete a chi fugge dal teatro di guerra e soprattutto alle persone più fragili, come donne e bambini”. Eh sì, per i profughi che arrivano dalla guerra in Ucraina. E per i profughi che arrivano in Italia da altre guerre? Nulla contro i profughi ucraini, ma una domanda ci sembra d’obbligo: come mai la mobilitazione che si sta mettendo in atto per i profughi che arrivano dall’Ucraina non è stata messa in moto per altri profughi arrivati in Italia da altri teatri di guerra? Così, giusto per capire: in Italia ci sono profughi di guerra di serie A e profughi di guerra di serie B?
Le dichiarazioni di Nino Rocca e Tony Pellicane, da sempre in prima fila in difesa degli ultimi di Palermo
Lo scorso 7 Marzo abbiamo letto e riportato un post su Facebook di Nino Rocca che, da sempre, si occupa degli ultimi di Palermo che, a proposito dei profughi ucraini in arrivo ha detto: “Attenzione! Tutto ciò non deve farci dimenticare le urgenze che attraversano il nostro territorio. Famiglie… senza casa che rischiano di finire per strada. Ed ancora le emergenze che vengono da lontano come quelle degli Afgani, degli extracomunitari che scappano con mezzi di fortuna dai campi di concentramento della Libia, le emergenze che arrivano sino a noi da Paesi lontani da cui la gente scappa per la fame e per le guerre. Tutte queste categorie di sfortunate persone italiane e stranieri meritano di essere accolti, in considerazione della loro condizione emergenziale. Non possiamo farci fuorviare dai ritmi dei mass-media e orientarci ora verso gli uni e dopo verso gli altri senza tener conto che di fronte alla emergenza, alla sofferenza non ci sono categorie di serie A e categorie di serie B” (qui per esteso la nostra intervista a Nino Rocca). A proposito dei beni confiscati alla mafia pronti per essere assegnasti ai profughi ucraini si pronuncia Tony Pellicane che, insieme con Nino Rocca, si occupa da sempre degli ultimi di Palermo. Nino Rocca e Tony Pellicane da anni chiedono che i beni confiscati alla mafia vengano assegnati ai senza casa del capoluogo siciliano: “Assoluto rispetto per i profughi che arrivano dall’Ucraina… ma questa decisione non farà altro che scatenare guerre tra poveri, a Palermo c’è un’emergenza abitativa che si trascina da vent’anni e non mi risulta che siano stati adottati provvedimenti che potessero accelerare l’assegnazione di immobili confiscati alla mafia alle oltre 2 mila e 500 famiglie che sono in graduatoria d’emergenza abitativa, come non mi risulta che provvedimenti del genere siano mai stati adottati per profughi provenienti da altre nazioni e/o in favore dei tanti migranti che arrivano con un barcone per poi finire nei centri di accoglienza/carceri”.
Le famiglie di Palermo – una quarantina – che vivono in un immobile in viale Michelangelo che dovrà essere riconsegnato al proprietario hanno diritto a vivere negli immobili confiscati alla mafia o si debbono arrangiare in strada?
Non sappiamo cosa succederà nelle altre città italiane. Sappiamo che in Italia ci sono oltre 13 milioni di poveri, dei quali 5 milioni indigenti. Ma non sappiamo se in altre città italiane ci sono senza casa e altri profughi in attesa di un tetto che si vedranno sorpassati dai profughi ucraini. Sappiamo che a Palermo – come ricordano Nino Rocca e Tony Pellicane – ci sono 2 mila e 500 famiglie che sono in graduatoria d’emergenza abitativa, cioè in attesa di una casa. Sappiamo anche che Palermo è la ‘Capitale’ della mafia e qualche bene confiscato alla mafia ci dovrebbe essere. “Tutti i profughi – ha detto qualche giorno fa Nino Rocca – debbono stare sullo stesso piano: senza casa palermitani, profughi arrivati dall’Afghanistan, libici, tunisini, marocchini e, adesso, anche gli ucraini”. Sarebbe singolare se i beni confiscati alla mafia mai assegnati ai senza casa di Palermo e, in generale, ai senza casa italiani e mai assegnati ai profughi arrivati in Italia da altri teatri di guerra venissero assegnati ai profughi ucraini. Sul Giornale di Sicilia leggiamo che tanti cittadini di Palermo sono pronti a ospitare i profughi ucraini. Ci sono cittadini pronti a “mettere mano al portafogli e pagare b&b o qualunque altro alloggio” (qui per esteso l’articolo del Giornale di Sicilia). Assolutamente da ammirare questi cittadini. Però dobbiamo prendere atto che a Palermo ci sono sempre 2 mila e 500 famiglie senza tetto. C’è, per esempio, il caso – sempre a Palermo – di circa quaranta famiglie che occupano un immobile in viale Michelangelo e che dovranno lasciare tale immobile che dovrà essere restituito al legittimo proprietario. Queste famiglie – ribadiamo, una quarantina di famiglie – meritano o no di andare ad abitare negli immobili confiscati alla mafia o si debbono arrangiare in strada?
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