- Per la cronaca, Mauro Crisafulli è l’inventore delle case a 1 euro
- La scommessa sull’Albergo diffuso
- Alimena paradigma dello spopolamento delle aree interne della nostra Isola. La difficoltà di coinvolgere la politica siciliana sul rilancio delle aree montane. Il paradosso della Sicilia che brucia miliardi di euro per i grandi appalti con ‘annessi & connessi’ e non riesce a pensare alle cose reali che servono per lo sviluppo locale
Per la cronaca, Mauro Crisafulli è l’inventore delle case a 1 euro
Quando ci riusciamo damo sempre con piacere spazio ai Comuni siciliani nelle aree interne purtroppo abbandonati da una politica miope. Segnaliamo il Comune di Alimena, porta meridionale delle Madonie, sia per il suo fascino, sia perché da qualche giorno un nostro amico, Mauro Crisafulli, è stato nominato esperto per lo sviluppo locale e del marketing territoriale. Di Mauro ci siamo occupati quando abbiamo raccontato la storia delle abitazioni vendute a un euro. Iniziativa che ha avuto grande successo in Sicilia, contribuendo a frenare l’abbandono di tante aree della nostra Isola. Quando lo scorso anno abbiamo intervistato Mauro Crisafulli ci ha detto: “E’ vero ‘Case ad un euro’ è un mio prodotto di marketing territoriale, partorito nel lontano 2009, allorquando, in qualità di amico e consulente del prof Vittorio Sgarbi, lo proposi per il Comune di Salemi, laddove il critico d’arte era il primo cittadino. Da allora sono tanti i Comuni che hanno sposato l’iniziativa, che in alcuni piccoli borghi è riuscita ad evitare il totale spopolamento e l’emigrazione di tanti giovani che hanno realizzato case vacanze e bed e breakfast”.
La scommessa sull’Albergo diffuso
Oggi Mauro è impegnato nell’iniziativa “Albergo diffuso”. Ci dice che è un progetto già in cantiere: “E’ necessario e fondamentale – precisa – che i cittadini si riapproprino del senso di appartenenza. Vivere nel borgo, nel paese, non può essere e non deve essere una scelta di resistenza (o peggio l’esito penoso di una mancanza di alternative). Occorre lavorare per un cambiamento generale, di ampia portata, che renda ben accette e che supporti forme diverse di vita, che ne faccia oggetto di scelte possibili. Bisogna costruire vivibilità: vivere nel borgo non deve essere una scelta contro la modernità, ma una scelta resa possibile dalla revisione e dal ripensamento dei suoi presupposti. Il turismo è certamente un asset importante per il rilancio dei piccoli centri, ma non può essere l’unico: è fondamentale una visione dello sviluppo locale integrata in cui il turismo possa svolgere la funzione di attivatore di sistema per il rafforzamento di nuove economie multipolari capaci di valorizzare, in particolare, i settori di specializzazione economica e produttiva dei diversi territori”.
Alimena paradigma dello spopolamento delle aree interne della nostra Isola. La difficoltà di coinvolgere la politica siciliana sul rilancio delle aree montane. Il paradosso della Sicilia che brucia miliardi di euro per i grandi appalti con ‘annessi & connessi’ e non riesce a pensare alle cose reali che servono per lo sviluppo locale
Oggi Alimenta conta poco meno di 2 mila abitanti. Come tanti, troppi Comuni della aree interne della nostra Isola, per lo più montani o collinari, Alimena presenta come elemento comune lo spopolamento: ovvero una riduzione della popolazione che inizia negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso e continua fino ai giorni nostri. Negli anni ’50 e ’60 del secolo secolo scorso ad Alimenta vivevano oltre 5 mila persone; poi è iniziato il declino. Una piccola stabilizzazione degli abitanti di questo Comune si è verificata dai primi anni ’70 ai primi anni ’80, quando la popolazione si è stabilizzata intorno a 3 mila e 600 abitanti circa; poi il declino è ricominciato e oggi la popolazione non arriva a 2 mila abitanti. Cosa fare per rilanciare questi luoghi? Non è facile. Basti pensare alle difficoltà che stanno incontrando i protagonisti delle Zone Franche Montane della Sicilia. Dove lo Sato e la Regione siciliana si accapigliano per 100 milioni di euro. Creare agevolazioni fiscali per chi va a investire nelle aree montane della nostra Isola dovrebbe essere una priorità della politica siciliana. Invece assistiamo al lancio elettorale di opere per decine e decine di miliardi di euro – tram di qua, ferrovie di là, Passanti ferroviari, Circumetnee, strade, autostrade – e poi non si trovano 900 milioni di euro per chiudere il Bilancio regionale e 100 milioni di euro per le aree montane della Sicilia! A cosa servono il Passante ferroviario di Palermo e la Circumetnea se poi nel capoluogo siciliano e a Catania c’è solo economia di sopravvivenza senza idee innovative? In questa realtà non è facile inventare il marketing territoriale. Sappiamo tutti che, spesso, non è solo una questione di soldi. Anche se è fuori discussione che, oggi, in Sicilia, si stenta a trovare fondi per le cose ovvie, mentre per i grandi appalti i miliardi di euro si trovano sempre. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di enorme spreco di denaro pubblico. Ci sono opere pubbliche in Sicilia i cui lavori durano decenni: per esempio, gli appalti ferroviari di Palermo e Catania, o gli eterni lavori nell’autostrada Catania-Palermo, o Palermo-Agrigento, opere senza fine dove gli operai, di fatto, trovano un posto di lavoro a vita e vanno anche in pensione senza che le opere siano completate, opere che in Giappone vengono realizzate in pochi mesi o, al massimo, in un paio di anni. Alimena – che è il borgo da dove siamo partiti con questo articolo, che è diventato lo spunto per una riflessione sulle aree interne della nostra Isola – c’entra poco o nulla con queste logiche aberranti. Anche se, forse, sull’autostrada della vergogna Palermo-Catania, ormai da anni, in Sicilia ci incappano in tanti. In ogni caso auguri al nostro amico Mauro.
Foto di Alimena tratta da Wikipedia
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