A due anni dal primo caso di Covid in Italia tra libertà negate e ‘succhiotti’ alle multinazionali farmaceutiche

21 febbraio 2022
  • La prima cosa che ci ha insegnato è che le multinazionali farmaceutiche, là dove possono, impongono il loro business con forme di fascismo sanitario
  • I decessi che si verificano dopo le vaccinazioni anti-Covid ci sono, ma non se ne deve parlare perché potrebbero limitare la diffusione degli stessi vaccini danneggiando il business
  • Gli unici soggetti che, fino ad oggi, hanno guadagnato con la pandemia sono le multinazionali farmaceutiche

La prima cosa che ci ha insegnato è che le multinazionali farmaceutiche, là dove possono, impongono il loro business con forme di fascismo sanitario

Esattamente due anni fa si registrava il primo caso di Covid in Italia. Tre giorni dopo il virus avrebbe fatto la sua comparsa in Sicilia con una turista lombarda arrivata a Palermo. Cosa ci hanno insegnato due anni di pandemia? A sentire le autorità politiche e sanitarie del nostro Paese siamo sulla strada giusta. Noi che, per definizione, non ci fidiamo delle ‘autorità’, riteniamo che lo scenario è tutto in divenire. In futuro andrà meglio? Andrà peggio? La scienza applicata alla medicina – per chi la segue veramente – non dà mai quasi certezze. Anche nei casi che sembrano facilmente risolvibili, è meglio riservarsi uno spazio per il dubbio. In due anni ne abbiamo viste tante. E, soprattutto, abbiamo visto molte considerazioni date per scientifiche ma che di scientifico hanno poco o punto. Ma la cosa più brutta che abbiamo visto – e che stiamo vivendo – è una sorta di fascismo sanitario da parte di chi crede di conoscere tutto e di sapere tutto su questa pandemia. Arroganza e presunzione. E un uso del potere insopportabile. Insopportabile la limitazione delle libertà personali con semplici atti amministrativi non approvati dal Parlamento, perché questo sono i DPCM, i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Insopportabile l’obbligatorietà di un vaccino che non impedisce la circolazione del virus e che – ci dicono – dovrebbe impedire ai vaccinati-contagiati di finire in ospedale. Per poi scoprire che i vaccinati non solo si ammalano di Covid, non solo finiscono in ospedale, ma muoiono! E scopriamo – addirittura! – che in Italia la maggioranza dei deceduti per Covid, dopo oltre un anno di vaccinazioni a tappeto è rappresentata da vaccinati! Non lo diciamo noi, lo dice un docente di Microbiologia – il professore Andrea Crisanti – che lascia parlare i numeri. Però, stranamente, questa notizia circola poco nei grandi mezzi di comunicazione, a cominciare dalla televisione. Incredibile e non degno di un Paese civile è la limitazione del lavoro – e quindi dello stipendio – per chi rifiuta il vaccino anti-Covid delle multinazionali. Una vergogna totalmente priva di valenza scientifica perché, per l’appunto, si ammalano e muoiono anche i vaccinati!

I decessi che si verificano dopo le vaccinazioni anti-Covid ci sono, ma non se ne deve parlare perché potrebbero limitare la diffusione degli stessi vaccini danneggiando il business 

Sì, abbiamo scoperto, dopo due anni di pandemia, come si usa dire in termini tecnico-giuridici, che le informazioni che vanno nel culo alle multinazionali farmaceutiche o vengono tenute ‘basse’, o vengono nascoste nel nome della ‘libertà di stampa’… Che dire, ad esempio, dei due morti al giorno registrati tra il 27 Dicembre 2020 e il 27 Luglio 2021, decessi di persone che erano state vaccinate contro il Covid nei giorni precedenti? Ci dicono si potrebbe trattare di semplice correlazione temporale. Certo, i decessi potrebbero essere stati un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associati a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata. Per no il dubbio è sacro. Ma la correlazione temporale tra vaccino anti-Covid e decessi c’è e non può essere negata. Così come non possono essere negare le migliaia di reazioni avverse. Ricordiamo che i dati su i due decessi al giorno sono venuti fuori dalla relazione dell‘Aifa, l’Agenzia del farmaco. Ma sono venuta fuori perché un giornale – Affaritaliani – meritoriamente li ha resi pubblici. Ebbene, ancora aspettiamo la relazione dell’Aifa sulle reazioni avverse e sui decessi da Agosto a Dicembre dello scorso anno, possibilmente illustrati in modo chiaro, comprensibile a tutti. Magari con una conferenza stampa, per dare modo a tutti i cittadini di sapere come stanno le cose. E’ chiedere troppo? Altro insegnamento: le eventuali manifestazioni popolari contro i vaccini delle multinazionali farmaceutiche e contro le restrizioni per chi li rifiuta vanno represse con la violenza, come si sta facendo in Canada. Il fascismo sanitario non si discute.

Gli unici soggetti che, fino ad oggi, hanno guadagnato con la pandemia sono le multinazionali farmaceutiche 

Ultime due notazioni. Prendiamo atto che, fino ad ora, non si può parlare di malattia di Marek.  Ma attenzione: sempre nel rispetto del dubbio, ricordiamo che la malattia di Marek non è una certezza, ma una possibilità: si può non materializzare e si può materializzare, nulla può essere escluso. Una cosa che noi invece – contrariamente alla nostra natura di dubbiosi – ci sentiamo di escludere è che l’attuale Governo italiano torni sui propri passi rispetto ai provvedimenti liberticidi che ha adottato nel nome della scienza, anche se non si capisce di quale scienza. Per un motivo semplice: perché tornare indietro significherebbe ammettere di avere sbagliato. E siccome di mezzo ci sono forzature impensabili in una Democrazia andranno avanti. Fino a quando? Stamattina, su Radio Cusano Campus, il ‘filosofo’ della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – diventato meno ottimista da quando ha visto gli effetti dell’ondata di Covid nell’Italia plurivaccinata (come Crisanti, Cartabellotta non può non conoscere i veri dati, a cominciare dai decessi) – ha detto che ci sono state tre varianti: Alfa, Omega e Omicron. Possiamo manifestare i nostri dubbi? Su una cosa concordiamo: e cioè che la pandemia non è finita. Quando lo scorso anno, ad Aprile, abbiamo lanciato l’allarme sugli incendi in Sicilia un lettore ci ha preso in giro dicendo che eravamo esagerati. Tre mesi dopo nella nostra Isola si contavano quasi 80 mila ettari di boschi bruciati. Vediamo come finirà con la pandemia e con i ‘miracolosi’ vaccini anti-Covid delle multinazionali che, fino ad oggi, hanno guadagnato montagne di miliardi…

foto tratta da Event Report

 

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